Restaurata la culla della Maniera cinquecentesca
Pontormo e Rosso Fiorentino tornano a brillare nel Chiostrino dell’Annunziata
Courtesy Friends of Florence |
Chiostrino dei Voti della Basilica della Santissima Annunziata. Particolare degli affreschi restaurati
Francesca Grego
26/10/2017
Firenze - L’opera è stata lunga e laboriosa, ma ne è valsa la pena. Il Chiostrino dei Voti, culla della Maniera cinquecentesca di Firenze, torna a sfoggiare gli affreschi di Pontormo, Andrea del Sarto e Rosso Fiorentino nella loro forma più smagliante.
Il prezioso ambiente fa parte della Basilica della Santissima Annunziata, storicamente uno dei centri nevralgici della vita pubblica e religiosa cittadina. Oltre le colonne del portico, dodici lunette dipinte accolgono i fedeli, che un tempo vi depositavano gli ex voto per la Vergine.
Ad arricchirne ulteriormente l’apparato decorativo, un raffinato fondo a stemmi, griglie e grottesche di Andrea Feltrino, il bassorilievo della Madonna della Neve attribuito a Luca della Robbia, il busto di Andrea del Sarto, oltre all’Adorazione dei Pastori dipinta nel 1460 da Alessio Baldovinetti.
“Il restauro ha occupato in modo quasi continuativo quattro anni della nostra attività lavorativa”, hanno commentato le restauratrici Gioia Germani, Cristiana Conti e Alessandra Popple: “Riteniamo che sia stato uno degli interventi più impegnativi e nello stesso tempo più gratificanti di tutta la nostra esperienza nel campo delle pitture murali”.
Oltre al fisiologico scorrere del tempo, l’ubicazione all’aperto, l’esposizione al fumo delle lampade votive e, in seguito, all’inquinamento atmosferico, hanno contribuito al deterioramento degli affreschi, da sempre interessati da periodici lavori di manutenzione.
Insieme all’originaria eterogeneità di tecniche, metodi e materie impiegate dai diversi autori delle decorazioni, sono stati proprio i segni degli interventi susseguitesi negli anni a rappresentare la sfida più complessa per i restauratori.
L’aggressività di materiali sintetici a base di Vinavil impiegati nei restauri degli anni Cinquanta e Sessanta, i traumi subiti dagli affreschi strappati dalle pareti e poi riattaccati, la difficoltà di eliminare gli elementi posticci salvando gli strati sottostanti hanno richiesto lo studio di soluzioni valutate delicatamente caso per caso.
I rilievi fotogrammetrici di elevata precisione, le mappe tematiche e le restituzioni ortografiche eseguite sul Corteo dei Magi di Andrea del Sarto e sull’Assunzione di Rosso Fiorentino sono stati alla base di interventi di pulitura approfondita e di integrazione, fino al risultato finale, che restituisce finalmente luce e leggibilità alla meraviglia progettata dall’architetto rinascimentale Michelozzo.
I lavori, che hanno coinvolto l’intero apparato decorativo del Chiostrino, sono stati eseguiti sotto la direzione del Comune di Firenze con l’Alta Sorveglianza della Soprintendenza e finanziati da Friends of Florence.
“Il restauro del Chiostrino dei Voti ha rappresentato un momento molto significativo per la nostra Fondazione - ha sottolineato la presidente Simonetta Brandolini d’Adda – perché ha consentito di salvaguardare un intero luogo del Complesso della Santissima Annunziata riconosciuto come fondamentale per la città e per la storia dell’arte mondiale. Nei suoi affreschi si conserva l’origine di quella maniera moderna che ha ispirato per secoli artisti e devoti. Ha insegnato a storici dell’arte e devoti non soltanto lo stile, ma anche concetti profondissimi con le sue iconografie dipinte”.
Il prezioso ambiente fa parte della Basilica della Santissima Annunziata, storicamente uno dei centri nevralgici della vita pubblica e religiosa cittadina. Oltre le colonne del portico, dodici lunette dipinte accolgono i fedeli, che un tempo vi depositavano gli ex voto per la Vergine.
Ad arricchirne ulteriormente l’apparato decorativo, un raffinato fondo a stemmi, griglie e grottesche di Andrea Feltrino, il bassorilievo della Madonna della Neve attribuito a Luca della Robbia, il busto di Andrea del Sarto, oltre all’Adorazione dei Pastori dipinta nel 1460 da Alessio Baldovinetti.
“Il restauro ha occupato in modo quasi continuativo quattro anni della nostra attività lavorativa”, hanno commentato le restauratrici Gioia Germani, Cristiana Conti e Alessandra Popple: “Riteniamo che sia stato uno degli interventi più impegnativi e nello stesso tempo più gratificanti di tutta la nostra esperienza nel campo delle pitture murali”.
Oltre al fisiologico scorrere del tempo, l’ubicazione all’aperto, l’esposizione al fumo delle lampade votive e, in seguito, all’inquinamento atmosferico, hanno contribuito al deterioramento degli affreschi, da sempre interessati da periodici lavori di manutenzione.
Insieme all’originaria eterogeneità di tecniche, metodi e materie impiegate dai diversi autori delle decorazioni, sono stati proprio i segni degli interventi susseguitesi negli anni a rappresentare la sfida più complessa per i restauratori.
L’aggressività di materiali sintetici a base di Vinavil impiegati nei restauri degli anni Cinquanta e Sessanta, i traumi subiti dagli affreschi strappati dalle pareti e poi riattaccati, la difficoltà di eliminare gli elementi posticci salvando gli strati sottostanti hanno richiesto lo studio di soluzioni valutate delicatamente caso per caso.
I rilievi fotogrammetrici di elevata precisione, le mappe tematiche e le restituzioni ortografiche eseguite sul Corteo dei Magi di Andrea del Sarto e sull’Assunzione di Rosso Fiorentino sono stati alla base di interventi di pulitura approfondita e di integrazione, fino al risultato finale, che restituisce finalmente luce e leggibilità alla meraviglia progettata dall’architetto rinascimentale Michelozzo.
I lavori, che hanno coinvolto l’intero apparato decorativo del Chiostrino, sono stati eseguiti sotto la direzione del Comune di Firenze con l’Alta Sorveglianza della Soprintendenza e finanziati da Friends of Florence.
“Il restauro del Chiostrino dei Voti ha rappresentato un momento molto significativo per la nostra Fondazione - ha sottolineato la presidente Simonetta Brandolini d’Adda – perché ha consentito di salvaguardare un intero luogo del Complesso della Santissima Annunziata riconosciuto come fondamentale per la città e per la storia dell’arte mondiale. Nei suoi affreschi si conserva l’origine di quella maniera moderna che ha ispirato per secoli artisti e devoti. Ha insegnato a storici dell’arte e devoti non soltanto lo stile, ma anche concetti profondissimi con le sue iconografie dipinte”.
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