Da Cima da Conegliano al rogo di Riccardo Perucolo
Il Cinquecento inquieto che anima il Veneto

Antonio Solario, Sacra Conversazione, iniz. Sec. XVI
E.B.
02/03/2014
Treviso - Sabato 1° marzo è stato inaugurato a Palazzo Sarcinelli a Conegliano il primo di tre grandi appuntamenti con l’arte nati per promuovere la forte identità culturale della zona e il suo straordinario impatto nella cultura artistica e storica nazionale.
La mostra "Un Cinquecento inquieto", curata da Giandomenico Romanelli e Giorgio Fossaluzza, ripercorre il periodo "caldo" che intercorre tra gli ultimi anni di attività di Cima da Conegliano, scomparso intorno al 1517, e il rogo del pittore Riccardo Perucolo del 1568, con un'attenzione specifica al contesto cittadino e ai suoi immediati dintorni, da Serravalle a Montello fino ad Asolo.
In quegli anni il territorio vive una straordinaria esperienza culturale, promossa soprattutto dall'attiva presenza dei conti di Collalto e dei letterati da loro richiamati, ed è al centro di una ricca produzione che coinvolge artisti come Pordenone, Lotto e Tiziano.
Allo stesso tempo il radicamento di un clima "riformato" emerge fortemente nell'iconografia religiosa di quegli anni, che diviene a tratti inquieta e di dissenso (ne è esempio l’episodio di Perucolo, bruciato in piazza come eretico per compiacere il tribunale dell'Inquisizione, introdotto in quegli anni in Veneto da monsignor Della Casa).
La mostra è costituita da circa 100 opere tra dipinti, pale d’altare e oggetti, documenti, libri, incisioni di Albrecht Dürer, alle quali se ne aggiungono altre distribuite tra Conegliano e dintorni, opportunamente segnalate in loco al fine di costruire un itinerario tematico che da Palazzo Sarcinelli si estenda all’intero territorio.
La mostra "Un Cinquecento inquieto", curata da Giandomenico Romanelli e Giorgio Fossaluzza, ripercorre il periodo "caldo" che intercorre tra gli ultimi anni di attività di Cima da Conegliano, scomparso intorno al 1517, e il rogo del pittore Riccardo Perucolo del 1568, con un'attenzione specifica al contesto cittadino e ai suoi immediati dintorni, da Serravalle a Montello fino ad Asolo.
In quegli anni il territorio vive una straordinaria esperienza culturale, promossa soprattutto dall'attiva presenza dei conti di Collalto e dei letterati da loro richiamati, ed è al centro di una ricca produzione che coinvolge artisti come Pordenone, Lotto e Tiziano.
Allo stesso tempo il radicamento di un clima "riformato" emerge fortemente nell'iconografia religiosa di quegli anni, che diviene a tratti inquieta e di dissenso (ne è esempio l’episodio di Perucolo, bruciato in piazza come eretico per compiacere il tribunale dell'Inquisizione, introdotto in quegli anni in Veneto da monsignor Della Casa).
La mostra è costituita da circa 100 opere tra dipinti, pale d’altare e oggetti, documenti, libri, incisioni di Albrecht Dürer, alle quali se ne aggiungono altre distribuite tra Conegliano e dintorni, opportunamente segnalate in loco al fine di costruire un itinerario tematico che da Palazzo Sarcinelli si estenda all’intero territorio.
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