Livorno Contemporanea 2014
Dal 21 Novembre 2014 al 03 Dicembre 2014
Pisa
Luogo: GAMeC Pisa
Indirizzo: lungarno Mediceo 26
Orari: 10-12,30 / 16-19; festivi telefonare
Curatori: Massimiliano Sbrana
Enti promotori:
- Progetto "Itinerari Artistici d'Italia" by GAMeC Pisa
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 339 3961536
E-Mail info: info@centroartemoderna.com
Sito ufficiale: http://www.centroartemoderna.com
Si inaugurerà Venerdì 21 Novembre 2014 alle ore 17,30, a cura di Massimiliano Sbrana, presso il GAMeC CentroArteModerna di Pisa (sul Lungarno Mediceo al numero 26) , nell'ambito del Progetto "Itinerari Artistici d'Italia" la mostra "LIVORNO CONTEMPORANEA" ed.2014 che ospiterà opere di quattro importanti esponenti dell'arte livornese e toscana.
#CLAUDIA CERRAI
Nata a Livorno nel 1947, insegnante dal 1970 al 2002, nella sue opere vuole rappresentare scorci di vita che riguardano gli uomini e le donne del nostro tempo. Ed ecco che così l'accettazione della maternità apre dubbi e perfino rifiuti, le famiglie non sono più solo quelle tradizionali ma formate anche da due persone dello stesso sesso e per questo sconsacrate da parte dell'opinione pubblica. Si evince così un senso di solitudine comune che accompagna i suoi personaggi nel vivere le problematiche contemporanee.
#BIAGIO CHIESI
Nasce a Tripoli (Libia) nel 1954, livornese di adozione , fin da piccolo ha la passione del disegno e del colore. Approda a Livorno nel 1970 e subito scopre la pittura ad olio e si appassiona alla pittura tradizionale. Pittore fedele alla tradizione labronica, è cresciuto come autodidatta ,anche se ha frequentato per alcuni anni, lo studio del compianto Masaniello Luschi. Dopo un periodo lungo di verifiche veriste, Biagio Chiesi pone la sua attenzione su di un materiale povero ma con un vissuto interessante. Lo straccio, questo oggetto di stoffa che per anni è servito per pulire i suoi pennelli, e il colore accumulato su la sua tessitura, intriga il nostro pittore che agisce direttamente su questo materiale inserendolo nel colore che plasma la forma, dando a questa una identità nuova.
#ADRIANA RISTORI
Nasce a Empoli nel 1953, ma la famiglia si trasferisce a Livorno, dove lei studia, vive, lavora. Fin da giovane coltiva diverse passioni nel campo artistico e letterario, la fotografia in primo luogo, poi la scrittura. Nel 2007, inizia a lavorare ad opere di scultura plastica utilizzando materiali di recupero.
Le sue opere sono poetiche, fragili, risentono di un grande bisogno di armonia e del desiderio di ricreare il mondo, renderlo più bello. Il gesto creativo è il semplice fatto di porli in un diverso contesto con diverse relazioni reciproche nel quale essi perdono il solo significato intrinseco, ed assumono il valore di segni, iniziando un processo di comunicazione.
#RENZO SBOLCI
Nato a Montenero (Livorno) nel 1947, fin da piccolo per diletto seguiva il padre dipingere, provando meraviglia nel veder apparire, dove prima c’era solo tela bianca, prati, cieli, campagne e mare e tanti, tanti fiori. Nel corso dell’adolescenza l’incontro con tre artisti livornesi, ognuno a modo suo, ispirarono la ricerca: Marcello Sardelli, Voltolino Fontani ma soprattutto Gianfranco Ferroni attraverso cui capì il valore dell’indagine profonda e di non cedere mai alle lusinghe del facile risultato.
Abbandonato ben presto il figurativo per l’astrazione, la pittura polimaterica e gestuale per poi, negli anni novanta abbandonare la tela per lavorare con il legno compensato che gli permetteva di creare forme più complesse e di maggior spessore.
#CLAUDIA CERRAI
Nata a Livorno nel 1947, insegnante dal 1970 al 2002, nella sue opere vuole rappresentare scorci di vita che riguardano gli uomini e le donne del nostro tempo. Ed ecco che così l'accettazione della maternità apre dubbi e perfino rifiuti, le famiglie non sono più solo quelle tradizionali ma formate anche da due persone dello stesso sesso e per questo sconsacrate da parte dell'opinione pubblica. Si evince così un senso di solitudine comune che accompagna i suoi personaggi nel vivere le problematiche contemporanee.
#BIAGIO CHIESI
Nasce a Tripoli (Libia) nel 1954, livornese di adozione , fin da piccolo ha la passione del disegno e del colore. Approda a Livorno nel 1970 e subito scopre la pittura ad olio e si appassiona alla pittura tradizionale. Pittore fedele alla tradizione labronica, è cresciuto come autodidatta ,anche se ha frequentato per alcuni anni, lo studio del compianto Masaniello Luschi. Dopo un periodo lungo di verifiche veriste, Biagio Chiesi pone la sua attenzione su di un materiale povero ma con un vissuto interessante. Lo straccio, questo oggetto di stoffa che per anni è servito per pulire i suoi pennelli, e il colore accumulato su la sua tessitura, intriga il nostro pittore che agisce direttamente su questo materiale inserendolo nel colore che plasma la forma, dando a questa una identità nuova.
#ADRIANA RISTORI
Nasce a Empoli nel 1953, ma la famiglia si trasferisce a Livorno, dove lei studia, vive, lavora. Fin da giovane coltiva diverse passioni nel campo artistico e letterario, la fotografia in primo luogo, poi la scrittura. Nel 2007, inizia a lavorare ad opere di scultura plastica utilizzando materiali di recupero.
Le sue opere sono poetiche, fragili, risentono di un grande bisogno di armonia e del desiderio di ricreare il mondo, renderlo più bello. Il gesto creativo è il semplice fatto di porli in un diverso contesto con diverse relazioni reciproche nel quale essi perdono il solo significato intrinseco, ed assumono il valore di segni, iniziando un processo di comunicazione.
#RENZO SBOLCI
Nato a Montenero (Livorno) nel 1947, fin da piccolo per diletto seguiva il padre dipingere, provando meraviglia nel veder apparire, dove prima c’era solo tela bianca, prati, cieli, campagne e mare e tanti, tanti fiori. Nel corso dell’adolescenza l’incontro con tre artisti livornesi, ognuno a modo suo, ispirarono la ricerca: Marcello Sardelli, Voltolino Fontani ma soprattutto Gianfranco Ferroni attraverso cui capì il valore dell’indagine profonda e di non cedere mai alle lusinghe del facile risultato.
Abbandonato ben presto il figurativo per l’astrazione, la pittura polimaterica e gestuale per poi, negli anni novanta abbandonare la tela per lavorare con il legno compensato che gli permetteva di creare forme più complesse e di maggior spessore.
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