Sculture da ridere. Da Adriano Cecioni a Quinto Ghermandi. Tra Ottocento e Novecento, un secolo di caricatura e satira nella scultura italiana

Sculture da ridere. Da Adriano Cecioni a Quinto Ghermandi. Tra Ottocento e Novecento, un secolo di caricatura e satira nella scultura italiana
Dal 10 Marzo 2013 al 19 Maggio 2013
Montevarchi | Arezzo
Luogo: Museo Civico Il Cassero per la scultura italiana dell’Ottocento e del Novecento
Indirizzo: via Burzagli 43
Orari: giovedì e venerdì 10-13/ 15-18; sabato e domenica 10-13/ 15-19; primo giovedì del mese 21.30-23.30
Curatori: Alfonso Panzetta
Enti promotori:
- Regione Toscana
Telefono per informazioni: +39 055 9108274
E-Mail info: info@ilcasseroperlascultura.it
Sito ufficiale: http://www.ilcasseroperlascultura.it/
Oltre 170 opere tra terrecotte, bronzi, gessi, disegni e dipinti, svelano per la prima volta un secolo di caricature e satira nella scultura italiana. E’ questa la mostra “Sculture da ridere. Da Adriano Cecioni a Quinto Ghermandi. Tra Ottocento e Novecento, un secolo di caricatura e satira nella scultura italiana” che si svolgerà dal 10 marzo al 19 maggio 2013 nello spazio mostre temporanee “Ernesto Galeffi” del Museo Civico “Il Cassero per la scultura italiana dell’Ottocento e del Novecento” a Montevarchi (Ar). Un evento espositivo curato dal direttore scientifico Alfonso Panzetta e organizzato da Associazione “Amici de Il Cassero per la scultura italiana dell’Ottocento e del Novecento”, Comune di Montevarchi, Genus Bononiae e, con il patrocinio della Regione Toscana, il sostegno e la collaborazione di Edizioni Fioranna, Accademia di Belle Arti di Bologna - Scuola di Restauro, Fondazione Carnevale di Viareggio. La mostra avrà un secondo allestimento dal 20 giugno al 22 settembre 2013 a Bologna, presso Casa Saraceni, spazio espositivo della Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna. Il tema della caricatura è stato spesso indagato soprattutto nell’ambito della pittura e della grafica. L’attenzione per questo genere nel campo della scultura si è sempre limitata alla citazione delle straordinarie e rarissime terrecotte prodotte nella seconda metà del XIX secolo dal macchiaiolo Adriano Cecioni suggerendo, di fatto, l’idea che gli scultori non fossero interessati a tale genere o produzione. Idea che è assolutamente non corrispondente alla verità storica. Da circa un anno “Il Cassero per la Scultura Italiana dell’Ottocento e del Novecento”, riconosciuto dalla Regione Toscana come museo di eccellenza, ha avviato un’indagine su questo genere nell’arte plastica italiana; una ricerca che getta nuova luce su un genere artistico così poco conosciuto. Sono stati individuati i lavori di una quindicina di artisti per oltre 170 opere. Di alcuni di questi autori la produzione “caricaturale” era del tutto ignorata e sono stati trovati consistenti nuclei totalmente inediti. Tra le opere esposte una dozzina saranno dei macchiaioli, il già citato Adriano Cecioni e Angiolo Tricca tra terrecotte policrome e tavole caricaturali. Umberto Tirelli, reggiano che ha vissuto a lungo a Bologna, grande disegnatore di caricature per i più importanti periodici italiani tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, sarà presente con oltre venti caricature in terracotta dipinta, tutte assolutamente inedite, tra le quali quelle di Giosuè Carducci, Guglielmo Marconi, Eleonora Duse, Emma Gramatica e Primo Carnera. Poi tavole colorate e un grande dipinto inedito raffigurante il “Caffè Nazionale di Bologna”, popolato delle caricature degli artisti. Di Cleto Tomba, bolognese, sono state selezionate una trentina di terrecotte policrome di grande effetto, molte inedite; mentre di Quinto Ghermandi sarà esposto un importantissimo nucleo (circa sessanta pezzi) di piccole terrecotte policrome satirico-caricaturali mai presentate prima di soggetto politico, riferite a personalità della Prima Repubblica. Tale sezione sarà riservata ad un pubblico adulto per la particolare trattazione di personaggi politici come, tra gli altri, Nilde Jotti, Berlinguer, De Mita, Andreotti, Napolitano, Pertini, Craxi, Fanfani, Spadolini e Di Pietro. In allestimento figurano anche opere di Leonardo Bistolfi, Enrico Caruso, Ettore Ximenes, Felice Tosalli, Giuseppe Renda, Timo Bortolotti, Rodolfo Castellana, Amilcare Guido e Renato Brozzi.
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