Per acquistare l'opera, un prestito a lungo termine, mancano 2 milioni di sterline
La National Gallery lancia una colletta per "salvare" il Mosè di Orazio Gentileschi
Orazio Gentileschi, Il ritrovamento di Mosè, 1630, 301 x 257 cm, Collezione privata | Courtesy National Gallery
Samantha De Martin
11/11/2019
Mondo - L’appello è chiaro ed è racchiuso dietro un hashtag: #Save Orazio.
L’Orazio in questione è il celebre Gentileschi, pittore pisano, padre di Artemisia e autore, tra le altre opere, del Ritrovamento di Mosè. L’opera monumentale, realizzata all’inizio del 1630, che ha al centro una scena molto popolare nell'arte durante il periodo barocco, è l’unico capolavoro dell’artista di ambito caravaggesco a essere ospitato nelle sale della National Gallery.
La tela non è di proprietà del Museo, ma costituisce uno dei più importanti prestiti a lungo termine dell’istituzione di Trafalgar Square.
L’acquisizione del dipinto è una priorità per la National Gallery dal 1995. Ed è per questo che dietro l'appello #SaveOrazio, il direttore della National Gallery, l’italiano Gabriele Finaldi, lancia una raccolta pubblica di fondi che può essere effettuata online sul sito www.nationalgallery.org.uk/saveorazio o per telefono al numero 020 7747 5982.
Il Ritrovamento di Mosè è valutato 22 milioni di sterline. L’istituzione deve pagarne circa 19 milioni, ma tra fondi propri, contributi pubblici e soprattutto di grandi sostenitori privati, ne ha in cassa circa 17,4 milioni. I 2 milioni mancanti spera di raccoglierli attraverso il contributo di singoli privati.
Se non si riuscisse a raggiungere questa cifra, l’opera potrebbe finire fuori dal Regno Unito. Un peccato, essendo uno dei pochi capolavori dipinti durante i 12 anni trascorsi da Orazio Gentileschi a Londra alla corte del re Carlo I.
In più, questo dipinto monumentale (301 x 257 cm) - commissionato dalla regina Enrichetta Maria nei primi anni del 1630 per celebrare la nascita del futuro Carlo II e destinato ad essere appeso nella Queen's House di Greenwich - è anche intrinsecamente legato all’Autoritratto come Santa Caterina d'Alessandria, dipinto dalla figlia di Orazio, Artemisia e recentemente acquistato dalla National Gallery.
Di tutte le commissioni reali di Orazio, questa è senza dubbio la più ambiziosa. Un'opera di rara bellezza, per la sapiente resa dei tessuti sontuosi, la potenza della luce e i colori vivaci.
Più volte oggetto di conferenze, mostre, pubblicazioni e attività educative, il Ritrovamento di Mosè è insomma uno degli highlights della Galleria.
Per il momento gli inglesi incrociano le dita.
Leggi anche:
• La National Gallery acquista un raro autoritratto di Artemisia
L’Orazio in questione è il celebre Gentileschi, pittore pisano, padre di Artemisia e autore, tra le altre opere, del Ritrovamento di Mosè. L’opera monumentale, realizzata all’inizio del 1630, che ha al centro una scena molto popolare nell'arte durante il periodo barocco, è l’unico capolavoro dell’artista di ambito caravaggesco a essere ospitato nelle sale della National Gallery.
La tela non è di proprietà del Museo, ma costituisce uno dei più importanti prestiti a lungo termine dell’istituzione di Trafalgar Square.
L’acquisizione del dipinto è una priorità per la National Gallery dal 1995. Ed è per questo che dietro l'appello #SaveOrazio, il direttore della National Gallery, l’italiano Gabriele Finaldi, lancia una raccolta pubblica di fondi che può essere effettuata online sul sito www.nationalgallery.org.uk/saveorazio o per telefono al numero 020 7747 5982.
Il Ritrovamento di Mosè è valutato 22 milioni di sterline. L’istituzione deve pagarne circa 19 milioni, ma tra fondi propri, contributi pubblici e soprattutto di grandi sostenitori privati, ne ha in cassa circa 17,4 milioni. I 2 milioni mancanti spera di raccoglierli attraverso il contributo di singoli privati.
Se non si riuscisse a raggiungere questa cifra, l’opera potrebbe finire fuori dal Regno Unito. Un peccato, essendo uno dei pochi capolavori dipinti durante i 12 anni trascorsi da Orazio Gentileschi a Londra alla corte del re Carlo I.
In più, questo dipinto monumentale (301 x 257 cm) - commissionato dalla regina Enrichetta Maria nei primi anni del 1630 per celebrare la nascita del futuro Carlo II e destinato ad essere appeso nella Queen's House di Greenwich - è anche intrinsecamente legato all’Autoritratto come Santa Caterina d'Alessandria, dipinto dalla figlia di Orazio, Artemisia e recentemente acquistato dalla National Gallery.
Di tutte le commissioni reali di Orazio, questa è senza dubbio la più ambiziosa. Un'opera di rara bellezza, per la sapiente resa dei tessuti sontuosi, la potenza della luce e i colori vivaci.
Più volte oggetto di conferenze, mostre, pubblicazioni e attività educative, il Ritrovamento di Mosè è insomma uno degli highlights della Galleria.
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