Chiara Dynys. Un'eterna ghirlanda brillante
Dal 05 Maggio 2022 al 22 Luglio 2022
Milano
Luogo: Cortesi Gallery
Indirizzo: Via Morigi 8
Orari: da lunedì a venerdì' 10-18
Curatori: Giorgio Verzotti
Telefono per informazioni: +39 02 36 517 547
Sito ufficiale: http://www.cortesigallery.com
Un’eterna ghirlanda brillante è la nuova personale di Chiara Dynys in programma dal 5 maggio al 22 luglio 2022 presso Cortesi Gallery a Milano.
L’artista presenta quattro cicli di lavori inediti, appositamente concepiti per la mostra milanese, a cura di Giorgio Verzotti, insieme con la serie La Blancheur.
Un sodalizio di lungo corso, quello fra Chiara Dynys e la Cortesi Gallery che, in questa occasione, si rinnova presso gli spazi di via Morigi 8 ma che, nel 2021, ha portato l’artista a collaborare con la Cortesi Gallery di Lugano per la mostra “Parade”.
Una costellazione di corpi che, quasi fossero senza materia, definiscono un universo luminoso. Una ghirlanda che compare davanti agli occhi dello spettatore e lo rapisce, come se venisse colto da un’immagine di totale assenza di peso che sembra quasi volare davanti ai nostri occhi. Elementi in transizione luminosi e leggerissimi, ma in realtà lavorazioni complesse di alluminio. Al centro del lavoro di Chiara Dynys risiede, ancora una volta, la contraddizione tra opposti, tra materiale e immateriale.
L’installazione, d’impatto museale, si compone di 21 forme dodecagonali di 8 diverse dimensioni. Ogni forma, su taglio d’invenzione dell’artista a ricordare un diamante, presenta 122 facce, in perfetto concerto tra elementi introflessi ed estroflessi, e partecipa a una cometa di elementi disposti a raggiera in maniera irregolare sulle pareti.
Le diverse dimensioni, insieme al centro concavo e specchiante di ogni pezzo, garantiscono la differente brillantezza delle facce.
La composizione delle prime 16 si struttura attorno all’astro dalle dimensioni maggiori, di oltre 55 cm di diametro e, per il suo andamento circolare, evoca il “Trasporto di Cristo” o “Deposizione”, dipinto di Pontormo del 1526 e conservato nella Cappella Capponi della Chiesa di Santa Felicita di Firenze. La parete di fianco ospita invece 5 astri allestiti a richiamare la forma della costellazione Vega.
L’eterna ghirlanda brillante, da cui prende il titolo l’intera mostra, si definisce così, evocando due elementi complementari e insieme opposti: la fisicità scultorea e l’immaterialità luminosa.
Inedito e realizzato appositamente per la mostra da Cortesi Gallery, il ciclo Parade Perspective si compone di una serie di cornici prospettiche in metacrilato, strombate e trasparenti di diversi colori. Tali cornici, che da anni caratterizzano il lavoro di Chiara Dynys, presentano un fondo in plexiglas colorato, dello stesso colore, con tagli di forme diverse. Ogni taglio corrisponde a una forma prospettica: colonnati, segni obliqui, coni ottici e corridoi di segno rinascimentale, attraversati da luci nel plexiglas che si interfacciano e illuminano gli specchi posti al fondo.
Completa la mostra l’omaggio di Chiara Dynys alle celebrazioni per l’anno canoviano. A duecento anni dalla morte del più grande dei maestri del neoclassicismo, che fece suo l’ideale di bellezza classica e fu in grado di farlo rivivere attraverso il marmo, Chiara Dynys rivolge ad Antonio Canova un doveroso tributo tramite il ciclo La Blancheur, in precedenza esposto presso la Galleria Casamadre di Napoli.
La serie La Blancher, termine francese traducibile con “il candore”, è improntata sulle foto originali dell’artista nella gipsoteca di Possagno – Museo Canova; queste ultime riprendono particolari che, attraverso la moltiplicazione spaziale, diventano specchi. Raccoglitori di luce in cui, specchiature accostate a immagini di neoclassica perfezione, creano un cortocircuito tra realtà, percezione ed illusione.
Con questo titolo, l’artista fa riferimento al filosofo David Le Bréton, con il suo preveggente assunto sulla sparizione intesa come tentazione di staccarsi dal sé, disfarsi degli obblighi che impongono in permanenza di assumere responsabilità senza poter riprendere fiato. La Blancheur è un esperienza provvisoria di assenza di peso che ci impone oggi la comunicazione, ancora più appesantita dalle velocissime trasformazioni. Un momento di pura sospensione.
In mostra anche gli ultimi esemplari del ciclo Tutto, dal 2015 al centro della produzione di Chiara Dynys. L’idea alla base del fortunato ciclo è l’opposizione e il collegamento fra la storia e la contemporaneità. Due parole opposte compaiono dalle pagine di un libro aperto e ci fanno riflettere, da un lato, sul bisogno di ricordare ed imparare e, dall’altro, sulla necessità di smettere di guardare avanti.
Chiara Dynys è una delle più rilevanti artiste italiane contemporanee. Ha partecipato a numerosi progetti espositivi in Italia e all'estero. Tra le più importanti istituzioni che hanno ospitato il suo lavoro si ricordano il Musée d'Art Moderne di Saint-Étienne (1992), il Centre d'Art Contemporain di Ginevra (1996), il CIAC - Centre International d'Art Contemporain di Montréal (1997), la Städtische Galerie di Stoccarda (1999), il Museo Cantonale di Lugano (2001 - 2015), la Quadriennale di Roma (1986 - 2005), il Bochum Museum, Bochum (2003), il Kunstmuseum di Bonn (2004), il Wolfsberg Executive Development Center, Wolfsberg (2005), lo ZKM- Zentrum für Kunst und Medientechnologie di Karlsruhe (2005 - 2012), lo Spazio -1, Collezione Giancarlo e Danna Olgiati, LAC, Lugano (2012), Arkhangelskoye – VII Moscow Biennale, Mosca (2017); ICAE Armenia, Yerevan (2018), il MASI di Lugano (2018) e musei italiani come il MART di Rovereto (2005 - 2011), il Museo del Novecento di Milano (2012), la Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma (2013), il Museo Correr di Venezia (2019), Villa e Collezione Panza di Varese (2009 - 2021) e Palazzo Maffei Casa Museo di Verona (2021). Attualmente in corso al MA*GA – Museo Arte Gallarate l’ultima personale dell’artista “Chiara Dynys. Melancholia” (2022).
L’artista presenta quattro cicli di lavori inediti, appositamente concepiti per la mostra milanese, a cura di Giorgio Verzotti, insieme con la serie La Blancheur.
Un sodalizio di lungo corso, quello fra Chiara Dynys e la Cortesi Gallery che, in questa occasione, si rinnova presso gli spazi di via Morigi 8 ma che, nel 2021, ha portato l’artista a collaborare con la Cortesi Gallery di Lugano per la mostra “Parade”.
Una costellazione di corpi che, quasi fossero senza materia, definiscono un universo luminoso. Una ghirlanda che compare davanti agli occhi dello spettatore e lo rapisce, come se venisse colto da un’immagine di totale assenza di peso che sembra quasi volare davanti ai nostri occhi. Elementi in transizione luminosi e leggerissimi, ma in realtà lavorazioni complesse di alluminio. Al centro del lavoro di Chiara Dynys risiede, ancora una volta, la contraddizione tra opposti, tra materiale e immateriale.
L’installazione, d’impatto museale, si compone di 21 forme dodecagonali di 8 diverse dimensioni. Ogni forma, su taglio d’invenzione dell’artista a ricordare un diamante, presenta 122 facce, in perfetto concerto tra elementi introflessi ed estroflessi, e partecipa a una cometa di elementi disposti a raggiera in maniera irregolare sulle pareti.
Le diverse dimensioni, insieme al centro concavo e specchiante di ogni pezzo, garantiscono la differente brillantezza delle facce.
La composizione delle prime 16 si struttura attorno all’astro dalle dimensioni maggiori, di oltre 55 cm di diametro e, per il suo andamento circolare, evoca il “Trasporto di Cristo” o “Deposizione”, dipinto di Pontormo del 1526 e conservato nella Cappella Capponi della Chiesa di Santa Felicita di Firenze. La parete di fianco ospita invece 5 astri allestiti a richiamare la forma della costellazione Vega.
L’eterna ghirlanda brillante, da cui prende il titolo l’intera mostra, si definisce così, evocando due elementi complementari e insieme opposti: la fisicità scultorea e l’immaterialità luminosa.
Inedito e realizzato appositamente per la mostra da Cortesi Gallery, il ciclo Parade Perspective si compone di una serie di cornici prospettiche in metacrilato, strombate e trasparenti di diversi colori. Tali cornici, che da anni caratterizzano il lavoro di Chiara Dynys, presentano un fondo in plexiglas colorato, dello stesso colore, con tagli di forme diverse. Ogni taglio corrisponde a una forma prospettica: colonnati, segni obliqui, coni ottici e corridoi di segno rinascimentale, attraversati da luci nel plexiglas che si interfacciano e illuminano gli specchi posti al fondo.
Completa la mostra l’omaggio di Chiara Dynys alle celebrazioni per l’anno canoviano. A duecento anni dalla morte del più grande dei maestri del neoclassicismo, che fece suo l’ideale di bellezza classica e fu in grado di farlo rivivere attraverso il marmo, Chiara Dynys rivolge ad Antonio Canova un doveroso tributo tramite il ciclo La Blancheur, in precedenza esposto presso la Galleria Casamadre di Napoli.
La serie La Blancher, termine francese traducibile con “il candore”, è improntata sulle foto originali dell’artista nella gipsoteca di Possagno – Museo Canova; queste ultime riprendono particolari che, attraverso la moltiplicazione spaziale, diventano specchi. Raccoglitori di luce in cui, specchiature accostate a immagini di neoclassica perfezione, creano un cortocircuito tra realtà, percezione ed illusione.
Con questo titolo, l’artista fa riferimento al filosofo David Le Bréton, con il suo preveggente assunto sulla sparizione intesa come tentazione di staccarsi dal sé, disfarsi degli obblighi che impongono in permanenza di assumere responsabilità senza poter riprendere fiato. La Blancheur è un esperienza provvisoria di assenza di peso che ci impone oggi la comunicazione, ancora più appesantita dalle velocissime trasformazioni. Un momento di pura sospensione.
In mostra anche gli ultimi esemplari del ciclo Tutto, dal 2015 al centro della produzione di Chiara Dynys. L’idea alla base del fortunato ciclo è l’opposizione e il collegamento fra la storia e la contemporaneità. Due parole opposte compaiono dalle pagine di un libro aperto e ci fanno riflettere, da un lato, sul bisogno di ricordare ed imparare e, dall’altro, sulla necessità di smettere di guardare avanti.
Chiara Dynys è una delle più rilevanti artiste italiane contemporanee. Ha partecipato a numerosi progetti espositivi in Italia e all'estero. Tra le più importanti istituzioni che hanno ospitato il suo lavoro si ricordano il Musée d'Art Moderne di Saint-Étienne (1992), il Centre d'Art Contemporain di Ginevra (1996), il CIAC - Centre International d'Art Contemporain di Montréal (1997), la Städtische Galerie di Stoccarda (1999), il Museo Cantonale di Lugano (2001 - 2015), la Quadriennale di Roma (1986 - 2005), il Bochum Museum, Bochum (2003), il Kunstmuseum di Bonn (2004), il Wolfsberg Executive Development Center, Wolfsberg (2005), lo ZKM- Zentrum für Kunst und Medientechnologie di Karlsruhe (2005 - 2012), lo Spazio -1, Collezione Giancarlo e Danna Olgiati, LAC, Lugano (2012), Arkhangelskoye – VII Moscow Biennale, Mosca (2017); ICAE Armenia, Yerevan (2018), il MASI di Lugano (2018) e musei italiani come il MART di Rovereto (2005 - 2011), il Museo del Novecento di Milano (2012), la Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma (2013), il Museo Correr di Venezia (2019), Villa e Collezione Panza di Varese (2009 - 2021) e Palazzo Maffei Casa Museo di Verona (2021). Attualmente in corso al MA*GA – Museo Arte Gallarate l’ultima personale dell’artista “Chiara Dynys. Melancholia” (2022).
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