Cronaca di un successo annunciato: prorogata la mostra di capolavori inediti dei Macchiaioli

MiBac | Da Fattori al Novecento, 2012, Firenze.jpg
 

25/11/2012

Firenze - Villa Bardini, "casino di delizie" seicentesco conosciuto anche come Villa Belvedere per la sua splendida posizione panoramica su Firenze, ospita oramai da quasi otto mesi oltre 100 dipinti di autori celebri dell'arco di tempo che va dal primo periodo dei Macchiaioli fino alla prima metà del Novecento (fra cui Giovanni Fattori, Telemaco Signorini, Giuseppe Abbati, Eugenio Cecconi, Vito D'Ancona, Oscar Ghiglia, Ulvi Liegi, Llewelyn Lloyd). Ma il successo di pubblico e critica ha spinto gli organizzatori a posticipare la chiusura della mostra dal 4 novembre al 6 gennaio, con una proproga di ben due mesi. 

Il motivo del successo, oltre al fascino dei dipinti in esposizione, è anche il fatto che la mostra Da Fattori al Novecento accoglie opere inedite, mai presentate al pubblico prima di ora. La raccolta fu iniziata dal nobiluomo fiorentino Giovanni Del Greco (1841-1918) medico, scienziato e fervente garibaldino, per poi passare, attraverso la figlia Emma, al genero e collega Alessandro Roster (1865-1919), figlio di architetto e appassionato d'arte, che arricchì notevolmente la collezione. Una parte delle opere proviene poi dalla famiglia di Leo S. Olschki, fondatore nel 1861 dell'omonima casa editrice, librario antiquario che lavora prima a Verona, poi a Venezia ed infine a Firenze. A Olschki si deve anche la stampa del catalogo della mostra che restituisce, attraverso i dipinti in esposizione, i colori e le atmosfere dei paesaggi della "macchia" nei dintorni di Firenze o di angoli della città stessa, degli scogli e del mare dell'Elba, attraversato placidamente da barche a vela, di tranquilli interni familiari o dell'impeto delle battaglie risorgimentali, tutte immagini che, anche grazie alla loro consistenza numerica e alla varietà dei temi trattati, aiutano ad ottenere uno sguardo d'insieme sul collezionismo tra Otto e Novecento oltre che sul clima culturale di quegli anni.

Nicoletta Speltra