Antenati della fotografia
il dagherrotipo di una famiglia
27/06/2003
Al Museo d'Orsay di Parigi, fino al 17 agosto una mostra ripercorre l'affascinante sviluppo ed evoluzione dell'arte fotografica attraverso la storia di un procedimento rivoluzionario: la dagherrotipia.
L'esposizione si prefigge lo scopo di presentare un aspetto ingiustificatamente ignorato dalla storia della fotografia: il dagherrotipo.
Nel 1816 il francese J.-N. Niepce (1765-1833) registra un'immagine su carta sensibilizzata con un sale d'argento (non potendo essere fissata, l'immagine scompariva in breve tempo). Dopo più di venti anni, nel 1839 il francese L.-J. Daguerre (1787-1851) realizza un procedimento basato sullo sviluppo in vapori di mercurio di un'immagine ottenuta su una lastra di rame argentato: il dagherrotipo è la prima vera fotografia, ma non se ne possono trarre copie. Soltanto più tardi l'inglese W. H. Fox Talbot (1800-77), con la calotipia, metterà a punto il primo procedimento per ottenere copie positive da un'immagine negativa.
La mostra è costituita da più di trecento pezzi, oltre ai 250 dagherrotipi, vengono presentati documenti dell'epoca tra i quali camere oscure, macchine fotografiche, giornali, caricature, dipinti, oggetti, libri, lettere e manoscritti.
Tutti oggetti che testimoniano l'irruente sconvolgimento che questa invenzione andò a produrre nell'ordine sociale e scientifico del tempo.
Il soggetto dagherrotipo non racchiudeva esclusivamente una dimensione estetica ma si presentava anche come un genuino fenomeno sociale.
Il dagherrotipo francese. Un oggetto fotografico
Fino al 17 agosto 2003
Musée d'Orsay
62, rue de Lille
75343 Parigi
info +33 (0)1 45 49 11 11
www.musee-orsay.fr
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