Appuntamento al museo per festeggiare la riapertura

Le mostre da vedere a Milano dopo il lockdown

Canova I Thorvaldsen - La nascita della scultura moderna, Gallerie d'Italia, Milano | Foto: Maurizio Tosto
 

Francesca Grego

27/05/2020

Milano - Dopo quasi tre mesi di mostre virtuali, è finalmente arrivato il momento di tornare all’arte live. Ad apprezzare la materia delle pennellate, al brivido di sculture come presenze, oggetti del desiderio o doppi dei nostri corpi, a installazioni in cui immergerci tra luci, spazi, volumi avvolgenti. Le mascherine ci sembreranno accessori eleganti, i guanti quasi comodi, mezz’ora di visita il tempo più dolce, il distanziamento un’esperienza di fruizione esclusiva. Perché, diciamocelo, un bel pomeriggio in piedi nei corridoi di un museo, con la schiena a pezzi e i sensi accesi, è una delle cose che ci sono mancate di più durante il lockdown. Dopo il nullaosta del 25 maggio, gli spazi espositivi tornano gradualmente ad accogliere i visitatori in tutta Italia. Anche a Milano, dove grandi mostre sono rimaste per lungo tempo appese a un filo. Saranno accessibili solo su prenotazione sui siti ufficiali dei musei interessati, da consultare anche per gli aggiornamenti su giorni e orari di apertura.
Ecco gli appuntamenti da non perdere per una rinascita nel segno dell’arte.


Geoges de La Tour, Maddalena penitente, 1625-1650, Olio su tela, 133.4 x 102.2 cm, New York City, Metropolitan Museum of Art

Georges de la Tour. L’Europa della luce, da giovedì 28 maggio a Palazzo Reale
“Il meteorite della pittura barocca”, “un talento che spezzerebbe un manometro”, il “Caravaggio trasparente”, “un genio capace di interpretare la parte serena delle tenebre”: sono tante le definizioni coniate per Georges de la Tour, artista dal carattere difficile e dal pennello miracoloso. E questa è la prima mostra monografica che gli sia stata dedicata in Italia. I suoi capolavori arrivano da 26 musei distribuiti in tre continenti, tra cui la prestigiosa Frick Collection di New York, il J. Paul Getty Museum di Los Angeles e la National Gallery di Washington. Giorno e notte, realismo e mistero, gesti risoluti e contemplazione interiore convivono nella pittura del Maestro della luce, dall’enigmatica Maddalena penitente alla Lotta dei Musici e al Suonatore di ghironda con cane, mentre le opere di grandi colleghi ci aiutano a ricostruire i fermenti innovativi che percorsero l’Europa del Seicento.

Sempre a Palazzo Reale sarà possibile visitare la mostra Roberto Cotroneo. Nel Teatro dell’Arte, inaugurata lo scorso 6 marzo e chiusa il giorno dopo per l’emergenza Covid-19: un’indagine fotografica in cui i punti di vista si ribaltano e i visitatori dei musei milanesi diventano protagonisti di scatti poetici o ironici, prodotti con gusto e da guardare con piacere.


Antonio Canova, Dettaglio delle Tre Grazie

Canova / Thorvaldsen. La nascita della scultura moderna, da martedì 2 giugno alle Gallerie d’Italia
Un Olimpo di marmo è pronto a dare il benvenuto al pubblico in Piazza Scala: 150 opere e un numero impressionante di capolavori raccontano i due Maestri del Neoclassicismo europeo in un inedito confronto. Protagonisti e rivali nella Roma cosmopolita dell’Ottocento, Antonio Canova e Bertel Thorvaldsen si sfidarono spesso sui medesimi temi: la bellezza, l’amore, la giovinezza. Marmi candidi e levigati sono approdati alle Gallerie d’Italia dall’Ermitage di San Pietroburgo, dal Thorvaldsens Museum di Copenaghen e da altre collezioni di rilievo internazionale per raccontare un'avventura che ha lasciato il segno. In 17 sezioni avremo ancora occasione di ammirare ritratti, immagini di divinità e creature mitologiche uscite dallo scalpello dei Maestri, insieme a studi che ne svelano i processi creativi, copie d’autore e opere da loro ispirate che ne testimoniano la fama. Tra i gioielli da non perdere, spiccano i gruppi delle Tre Grazie e di Amore e Psiche, di cui gli scultori produssero ciascuno la propria versione, l’Ebe di Canova e il Ganimede di Thorvaldsen.


Sotto il cielo di Nut. Egitto divino

Sotto il cielo di Nut. Egitto Divino, da sabato 30 maggio al Civico Museo Archeologico
L’immensa potenza del cosmo, le affascinanti divinità dal volto di animali, gli abissi vivi e misteriosi dell’aldilà: poche culture come quella egizia hanno saputo esprimersi con una tale ricchezza di immagini, affidando all’arte il compito di parlare dell’invisibile e suscitando di volta in volta paura, attrazione, meraviglia. Oltre gli stereotipi, la mostra al Museo Archeologico è un’avventura nell’universo di una civiltà intrigante e complessa, dove gli strumenti della scienza non sono incompatibili con il fascino magico che nel tempo ha saputo conquistare archeologi e bambini. Più di 150 opere scandiscono il percorso espositivo: sculture, sarcofagi, mummie, rilievi votivi e corredi funebri in una straordinarietà di forme e materiali. Il progetto prosegue a Palazzo Reale con la mostra multimediale Tutankhamon RealExperience, visitabile a partire da martedì 2 giugno.


Trisha Baga, 1620, 2020 (foto di scena), Co-produzione Pirelli HangarBicocca, Milano, Con la partecipazione aggiuntiva di Giò Marconi, Milano e SOCIÉTÉ, Berlino | © Trisha Baga | Foto: Oto Gillen

Trisha Baga. The eye, the eye and the ear + Ceryth Wyn Evans. The illuminating gas, da sabato 30 maggio tutti i weekend al Pirelli HangarBicocca
Vi è mai capitato di parlare della vostra vecchia tv come di un fossile? Trisha Baga, artista americana di origini filippine, vi ha presi in parola: affezionata da sempre ai linguaggi video, paragona le tecnologie ai reperti di storia naturale mentre mette in scena la sua carriera come una sitcom. Il risultato è un viaggio ironico e avvolgente tra grandi installazioni, che toccano temi come l’identità di genere o il rapporto tra realtà e mondi virtuali spaziando dal VHS al 3D. Negli spazi industriali dell’HangarBicocca l’immersione nel contemporaneo continua con la più grande mostra mai realizzata da Ceryth Wyn Evans, artista britannica con esposizioni all’attivo alla Tate di Londra, al Thyssen-Bornemisza di Madrid e all’ARC / Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris. Sculture storiche, installazioni monumentali e nuove produzioni illustrano la passione dell’artista per la luce e il suono. Tra riferimenti che muovono da Marcel Duchamp al teatro giapponese, Evans si interroga sulle percezioni umane e sulle potenzialità del linguaggio, mettendo in discussione quello che comunemente chiamiamo realtà.

Leggi anche:
Nel Teatro dell’Arte. Quando il pubblico è al centro dell’opera
Georges de la Tour, il meteorite della pittura barocca
Sulle orme di Tutankhamon in un'esperienza multimediale