L’intervento in primavera grazie a Friends of Florence
A Palazzo Vecchio la Sala delle carte geografiche e del mappamondo tornerà a brillare grazie a un restauro
										
										 
										
										
																		
																									La Sala delle carte geografiche e del mappamondo a Palazzo Vecchio | Courtesy Friends of Florence
															
							Samantha De Martin
05/01/2021
							Firenze -  Lembi di terra e mari sconfinati, cartigli, imprese medicee, creature fantastiche e, al centro della sala, il più antico globo di grandi dimensioni giunto fino ai nostri giorni, spedito da Pisa, a quanto si apprende dal Vasari, per via fluviale. 
Tutto il mondo conosciuto a metà Cinquecento, al tempo di Cosimo I, corre, a Palazzo Vecchio, tra le 50 carte su tavole a olio della Sala del mappamondo.
Qui a primavera saranno avviati, per la prima volta, i lavori di restauro che riporteranno all’antica luce uno degli ambienti più preziosi (e visitati) del museo di Palazzo Vecchio.
L’intervento di restauro da 500 mila euro che prevede il recupero e la valorizzazione degli arredi, degli impianti, delle carte geografiche e dell’enorme mappamondo che troneggia nel centro della stanza, sarà finanziato grazie a una donazione della fondazione Friends of Florence nell’ambito del programma Florence I Care.
Durante l‘intervento di restauro, che dovrebbe durare all’incirca un anno, la sala sarà visitabile, sebbene parzialmente.

Il mappamondo di Egnazio Danti (1564-1571) nella Sala delle carte geografiche a Palazzo Vecchio | Courtesy Friends of Florence
Al terzo piano del Palazzo, quasi al termine del percorso espositivo, la Sala delle carte geografiche è uno degli ambienti più visitati del museo di Palazzo Vecchio. A esigere un restauro urgente, il pavimento, ormai disconnesso, e gli impianti di illuminazione e tecnologici ormai inadeguati al percorso museale.
Mentre le carte saranno staccate e restaurate nella sala attigua, il mappamondo realizzato da Egnazio Danti, troppo grande per cambiare sala, con la sua circonferenza di oltre due metri, sarà spostato all’interno della sua sede man mano che i lavori andranno avanti.
Era stato Giorgio Vasari, su richiesta di Cosimo, a realizzare questo ambiente, che avrebbe dovuto avere la duplice funzione di stanza principale della Guardaroba e sala di cosmografia. Il progetto di allestimento prevedeva, al soffitto, pitture raffiguranti le costellazioni, grandi armadi lignei lungo le pareti e, al di sopra di questi, busti di principi e imperatori, accanto a trecento ritratti di uomini illustri. Al centro della sala, due grandi globi avrebbero dovuto fare il loro scenografico ingresso dall'alto.
Oltre a riflettere l’interesse di Cosimo per la geografia, i commerci, le scienze naturali, la realizzazione della sala tradiva soprattutto l’intento di celebrare il duca come dominatore dell’universo. Eppure questo ambizioso progetto rimase in parte incompiuto. Furono realizzati gli armadi in noce destinati ad accogliere arazzi, oggetti in argento e oro e armi antiche. Delle 53 tavole geografiche portate a compimento, 30 furono dipinte dal domenicano Egnazio Danti e 23 dal monaco olivetano Stefano Bonsignori.

Bronzino (bottega). Ritratto di Cosimo I (attr. Allori)
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• A Palazzo Vecchio torna a splendere il terrazzo di Giunone
						
						
					Tutto il mondo conosciuto a metà Cinquecento, al tempo di Cosimo I, corre, a Palazzo Vecchio, tra le 50 carte su tavole a olio della Sala del mappamondo.
Qui a primavera saranno avviati, per la prima volta, i lavori di restauro che riporteranno all’antica luce uno degli ambienti più preziosi (e visitati) del museo di Palazzo Vecchio.
L’intervento di restauro da 500 mila euro che prevede il recupero e la valorizzazione degli arredi, degli impianti, delle carte geografiche e dell’enorme mappamondo che troneggia nel centro della stanza, sarà finanziato grazie a una donazione della fondazione Friends of Florence nell’ambito del programma Florence I Care.
Durante l‘intervento di restauro, che dovrebbe durare all’incirca un anno, la sala sarà visitabile, sebbene parzialmente.

Il mappamondo di Egnazio Danti (1564-1571) nella Sala delle carte geografiche a Palazzo Vecchio | Courtesy Friends of Florence
Al terzo piano del Palazzo, quasi al termine del percorso espositivo, la Sala delle carte geografiche è uno degli ambienti più visitati del museo di Palazzo Vecchio. A esigere un restauro urgente, il pavimento, ormai disconnesso, e gli impianti di illuminazione e tecnologici ormai inadeguati al percorso museale.
Mentre le carte saranno staccate e restaurate nella sala attigua, il mappamondo realizzato da Egnazio Danti, troppo grande per cambiare sala, con la sua circonferenza di oltre due metri, sarà spostato all’interno della sua sede man mano che i lavori andranno avanti.
Era stato Giorgio Vasari, su richiesta di Cosimo, a realizzare questo ambiente, che avrebbe dovuto avere la duplice funzione di stanza principale della Guardaroba e sala di cosmografia. Il progetto di allestimento prevedeva, al soffitto, pitture raffiguranti le costellazioni, grandi armadi lignei lungo le pareti e, al di sopra di questi, busti di principi e imperatori, accanto a trecento ritratti di uomini illustri. Al centro della sala, due grandi globi avrebbero dovuto fare il loro scenografico ingresso dall'alto.
Oltre a riflettere l’interesse di Cosimo per la geografia, i commerci, le scienze naturali, la realizzazione della sala tradiva soprattutto l’intento di celebrare il duca come dominatore dell’universo. Eppure questo ambizioso progetto rimase in parte incompiuto. Furono realizzati gli armadi in noce destinati ad accogliere arazzi, oggetti in argento e oro e armi antiche. Delle 53 tavole geografiche portate a compimento, 30 furono dipinte dal domenicano Egnazio Danti e 23 dal monaco olivetano Stefano Bonsignori.

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