No Matter Matters. Contemporary Art Jewelry Exhibition

Elina Honkanen, PY (a study with analogous colors), Ready-made objects, 2018

 

Dal 16 Aprile 2018 al 22 Aprile 2018

Milano

Luogo: Gold Black Style

Indirizzo: via San Maurilio 4

Orari: Lun – Mar dalle 12.00 alle 18.00 Merc – Dom dalle 12.00 alle 19.00

Telefono per informazioni: +39 347 93 96 300

E-Mail info: info@adornment-jewelry.com

Sito ufficiale: http://https://www.adornment-jewelry.com



Adornment – Curating Contemporary Art Jewelry è lieto di presentare il nuovo progetto espositivo No Matter Matters in occasione della Milano Design Week 2018.

Realizzato con il supporto di AtemporaryStudio negli spazi di Gold Black Style, atelier situato nel pulsante Distretto delle 5VIE a pochi passi da Sant’Ambrogio e dal Duomo, No Matter Matters presenterà le creazioni di 14 artisti e designer del gioiello contemporaneo, le cui produzioni sono caratterizzate dall’utilizzo di materiali originali ed inconsueti rispetto alla tradizione. 

Tra ricerca e sperimentazione, tecniche innovative e linguaggi estetici inediti prenderà corpo un percorso espositivo tra i lavori di alcuni tra i più interessanti esponenti internazionali del settore: MYRIAM BOTTAZZI, CEDRIC CHEVALLEY, LODOVICA FUSCO, ANNE GOY, JILL HERLANDS, ELINA HONKANEN, MONICA IACOVENCO, BERU INOU, AMIRA JALET, HYUN JIYOON, ORSOLYA LOSONCZY, LETIZIA MAGGIO, DANIELLA SARAYA, ASAMI WATANABE.

Dal cemento alla resina, da materiali sintetici a quelli naturali, dall’ardesia al sughero, la gamma di materie impiegate nella creazione di quanto esposto in mostra è infinita. Un vasto scenario aperto sulla sperimentazione applicata al gioiello che permette di identificarlo quale supporto per ben più articolate e complesse ricerche tecniche, estetiche e artistiche. Ogni artista e designer è caratterizzato da un proprio universo di segni, identità e storia.
 
Il materiale privilegiato di sperimentazione di MYRIAM BOTTAZZI, sostanza duttile nelle mani dell’artista, è la paillette. Traghettate dagli anni ’70, reinventate in chiave contemporanea, e private della loro espressività abbagliante e del connaturato carattere seriale, le paillettes divengono il mezzo per giungere a un più profondo stadio di bellezza dalle ricercate imperfezioni.

Il carattere giocoso e provocatorio di CEDRIC CHEVALLEY si esprime nelle estetiche dei suoi gioielli come nelle scelte creative: il riuso e il dare nuova vita a un materiale come quello dello Skateboard. Un linguaggio a tratti irriverente, pop, e al contempo impegnato, come se il senso del concepire la vita con leggerezza fosse un messaggio assoluto.

I gioielli di LODOVICA FUSCO sono caratterizzati da un’estetica ruvida e morbida insieme, esprimono, nella porosità del materiale, le intemperie dei territori selvaggi che caratterizzano la sua storia e intimità. Lodovica s’ispira a pietre ed elementi naturali che ricrea attraverso l’uso di stampi e resine naturali. Li lavora poi combinandoli in un design inedito e personale.

ANNE GOY ha una formazione mista, si dedica, infatti, anche all’editoria di nicchia e alla creazione di libri d’artista. Possiede una dote innata nell’inventare originali e inediti metodi di rilegatura, caratteristica poi rintracciabile anche in alcuni suoi gioielli, dove il gioco di incastri è ritmico ed armonico. Le geometrie, come le forme e le texture, sono l’aspetto centrale dei suoi gioielli realizzati con materiali sintetici, ardesia, sughero e pelli associati a metalli.

Il non conformismo di JILL HERLANDS si esprime concretamente nel suo modo di lavorare i metalli, controcorrente. Predilige la manipolazione e la lavorazione di materia cruda e grezza, si ispira alle architetture di New York e ama sperimentare con cemento e calcestruzzo. Dall’unione di preziosità trattate con naturalezza, emerge un’estetica industriale di struggente bellezza.

La collezione di ELINA HONKANEN è quasi interamente realizzata con oggetti ready-made. Azione provocatoria e solo apparentemente casuale, frutto di sperimentazioni sui colori materiali e le forme, ha lo scopo di stimolare una più ampia riflessione sull’identità dell’oggetto, del gioiello e dell’opera d’arte. 

Affascinata da materiali come vetro e porcellana, BERU INOU affronta la creazione con una sorta di ingenuità e semplicità. Ama giocare con gli effetti della lavorazione dei due materiali, per contrasto o armonizzazione: la lucentezza e trasparenza del vetro insieme all’opacità e il calore della porcellana, e scoprirne gli effetti imprevisti e dirompenti.

La collezione Ephemeral di AMIRA JALET nasce dalla volontà di realizzare un’operazione impossibile, creare un gioiello dal ghiaccio, attraverso l’uso dell’acqua. Nasce quindi da un’azione artistica il cui senso risiede proprio nella non permanenza. Il gioiello creato, ne riproduce quindi l’apparenza attraverso la resina e iniezioni di ossigeno.

HYUN JIYOON è una giovane artista e designer proveniente dal Sud della Corea. Traboccanti geometrie e illusione ottica sono le sue cifre stilistiche. Una sorta di realismo magico in cui la rappresentazione delle geometrie si somma all’uso di materiali non preziosi. L’uso del sale nei suoi lavori assunse un senso simbolico ed estetico profondo.

Il materiale prediletto da ORSOLYA LOSONCZY è la muscovite. La sfaldatura perfetta di questo minerale consente di ottenerne lamine molto sottili, trasparenti e flessibili, possiede una lucentezza vitrea perlacea. Il nome ha origine dalla città di Mosca, dove veniva usato al posto del vetro in elevata quantità. Da sempre affascinata dall’estetica dei minerali, Orsolya li combina con l’uso dell’argento, resine e pittura.

Nell’evoluzione della precedente iconica collezione le 5 nobili verità, LETIZIA MAGGIO inserisce e introduce nei suoi pezzi alcuni elementi nuovi volti a sperimentare ed esplorare ulteriormente i territori della sua artistica espressività. Il vinile e l’ecoglass sdrammatizzano e dialogano coerentemente con l’argento e l’ottone, stimolando il pensiero verso territori inediti e soggettivi del gusto.

L’uso della resina epossodica conferisce ai gioielli di DANIELLA SARAYA l’aspetto e la poetica che la rendono unica e riconoscibile internazionalmente. Devota all’esplorazione dei limiti della sperimentazione tecnica, si spinge sempre più in là, ottenendo risultati audaci e contribuendo globalmente all’avanzamento della ricerca per tutto il settore.

ASAMI WATANABE trasforma un elemento in icona, semplicemente utilizzando la paglia. Il fiore, nella sua semplicità e immediatezza, è cosi trasformato in oggetto iconico e rappresentativo. Lavora la materia traverso la mescolanza di tecniche tradizionali e sperimentali, senza rinunciare a infondere quel senso di vitalità che la caratterizza.

 

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