Arte moderna in Brasile. Collezione della Fondazione Edson Queiroz
![Alberto da Veiga Guignard, Palloncini, 1947. Olio su tavola Alberto da Veiga Guignard, Palloncini, 1947. Olio su tavola](http://www.arte.it/foto/600x450/ef/75429-loc_web_NEW_sky.jpg)
Alberto da Veiga Guignard, Palloncini, 1947. Olio su tavola
Dal 02 Marzo 2018 al 05 Maggio 2018
Roma
Luogo: Galleria Candido Portinari e Biblioteca Tullio Ascarelli - Palazzo Pamphilj
Indirizzo: piazza Navona 10
Orari: dal martedì al sabato 10-18. Chiuso festivi
Curatori: Regina Teixeira de Barros
Enti promotori:
- Ambasciata del Brasile a Roma
Telefono per informazioni: +39 06.68398.456
E-Mail info: cultural.roma@itamaraty.gov.br
L’Ambasciata del Brasile a Roma è lieta di presentare, per la prima volta in Italia, la mostra Arte moderna in Brasile – Collezione della Fondazione Edson Queiroz (Roma, 2 marzo – 5 maggio 2018), una selezione di circa 70 opere tra pitture e sculture realizzate dai maggiori artisti brasiliani del periodo 1920-1960. I lavori sono stati selezionati dalla collezione d’arte della Fondazione Edson Queiroz, una delle più importanti del suo genere in Brasile. Riunita dal cancelliere Airton Queiroz in 30 anni di attività, la collezione copre circa quattrocento anni di produzione artistica brasiliana, con esempi significativi di ogni periodo, dalle immagini sacre del periodo coloniale fino alle espressioni dell’arte contemporanea. Da Candido Portinari ad Alfredo Volpi ed Hélio Oiticica, passando per Sérvulo Esmeraldo, Antonio Bandeira, Alberto da Veiga Guignard e molti altri, la mostra rappresenta un viaggio unico ed emozionante nell’arte moderna brasiliana.
LA MOSTRA
Il percorso espositivo prende avvio dai cosiddetti “anni eroici” del Modernismo brasiliano (decennio del 1920), periodo in cui i tentativi di rinnovamento estetico erano all’ordine del giorno. Molti degli artisti della prima generazione modernista soggiornarono per qualche tempo a Parigi, ispirandosi alle avanguardie storiche con cui venivano a contatto. Parallelamente alla modernizzazione del linguaggio, alcuni di essi si prodigavano nella ricerca di immagini che traducessero l’idea di “brasilianità”. Ci si trovava in un momento in cui il dibattito nazionalista era incentrato sul recupero degli elementi nativisti precoloniali e sulla questione del meticciato, fattore che venne considerato decisivo per le sorti della formazione del popolo brasiliano.
I decenni del 1930 e 1940 si caratterizzano per un adattamento ai linguaggi modernisti. Le sperimentazioni cedono il posto a uno sguardo verso l’arte del passato e si assiste alla comparsa di “artisti-insegnanti” come Ernesto de Fiori, Alberto da Veiga Guignard e Alfredo Volpi, veri e propri punti di riferimento per i pittori del tempo e per quelli a venire. Di questo periodo vanno sottolineati, in modo particolare, i lavori di Alfredo Volpi e José Pancetti, artisti che, oltre ad essere rappresentati da un numero significativo di opere all’interno della collezione, incarnano la transizione tra la pittura figurativa e quella astratta.
Il nucleo dell’esposizione dedicato all’astrazione geometrica – tendenza che sorge negli ultimi anni del 1940 e che si consolida nel decennio successivo – comprende pittori del gruppo Ruptura di San Paolo e artisti dei gruppi Frente e Neoconcreto, entrambi di Rio de Janeiro. La mostra riunisce, inoltre, una selezione di artisti che, pur non aderendo ad alcun gruppo, seppero adottare un linguaggio astratto-geometrico peculiare, il più delle volte mescolato a lirismo. L’ultimo segmento dell’esposizione è infine destinato all’astrazione informale degli anni 1960 e agli artisti che concepirono la tela come uno spazio su cui sperimentare materiali eterogenei, secondo un modus faciendi che si sarebbe moltiplicato e sviluppato nei decenni a seguire.
Regina Teixeira de Barros
Curatrice
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