Eugenio Carmi. Appunti sul nostro tempo. Opere storiche 1957-1963 / Licalbe Steiner. Grafici partigiani
Dal 05 Dicembre 2015 al 13 Marzo 2016
Milano
Luogo: Museo del Novecento
Indirizzo: via Marconi 1
Orari: lunedì 14.30 - 19.30; mar. mer. ven. e dom. 9.30 - 19.30; gio. e sab. 9.30 - 22.30
Curatori: Davide Colombo / Anna Steiner
Costo del biglietto: intero € 5, ridotto € 3, gratuito sotto i 25 anni
Telefono per informazioni: +39 02 88444061
E-Mail info: c.museo900@comune.milano.it
Sito ufficiale: http://www.museodelnovecento.org
Eugenio Carmi. Appunti sul nostro tempo
Opere storiche 1957-1963
a cura di Davide Colombo
Il Museo del Novecento presenta “Eugenio Carmi. Appunti sul nostro tempo. Opere storiche 1957-1963” dal 5 dicembre 2015 al 28 febbraio 2016.
La mostra, realizzata nell’ambito del ciclo di approfondimenti Focus, si concentra sulla produzione e sulla ricerca artistica di Eugenio Carmi tra il 1957 e il 1963, a partire dall’opera Appunti donata al Museo milanese nel 2014.
Appunti viene realizzata da Eugenio Carmi nel 1963 in un momento cardine della produzione dell’artista genovese.
Laureatosi in chimica al Politecnico di Zurigo, tornato in Italia dopo la guerra, Carmi riprende gli studi artistici a Torino come allievo di Felice Casorati, di cui segue la lezione figurativa fino ai primi anni Cinquanta. Tra il 1956 e il 1965, lavora come direttore artistico per la società siderurgica Cornigliano/Italsider, per la quale elabora uno “stile” che pervade tutta la struttura tecnico-economico-produttiva dell’azienda, e sempre qui realizza una serie di opere in metallo intitolate “Appunti sul nostro tempo”. Lo stesso titolo ritorna nel ciclo di collage su tela del 1962-63, cui appartiene l’opera in mostra. Le influenze e gli stimoli raccolti lungo la sua formazione trovano, infatti, in quest’opera la massima sintesi: l’attività grafica, grazie alla quale Carmi ha sviluppato un’attitudine specifica nella trattazione dell’immagine, l’influenza del panorama artistico genovese, italiano e internazionale della seconda metà degli anni Cinquanta con cui è in costante relazione si ritrovano negli elementi che compongono il collage in Appunti.
L’opera è accompagnata da un nucleo di lavori su carta in gran parte inediti - disegni, prove litografiche, collage e pitture - che documentano la varietà delle sperimentazioni di Carmi tra il 1957 e il 1963, e gli elementi distintivi della sua ricerca visiva.
Sono anni in cui i materiali industriali e di scarto entrano nella produzione di molti artisti, ma per Carmi non si tratta solo di suggestioni materiche e visive. L’artista ritiene che la scienza e la tecnologia possono offrire all’arte moderna una metodologia e un approccio sperimentale che applicherà nel ciclo di collage su tela.
Le opere e i collage dell’artista sono annotazioni di ciò che esiste e accade attorno a lui: appunti sul paesaggio – naturale, urbano, industriale –, per riprendere le parole dell’amico Umberto Eco, e considerazioni della storia e della cronaca. Carmi è un attento osservatore della società e, animato da una lucida curiosità, si distingue per una capacità di intercettare le differenze che compongono la realtà e di sintetizzarne forme e colori, strutture e segni. Carmi osserva, assorbe e metabolizza le fonti visive per rielaborarle in modo autonomo e consapevole, lavorando per stratificazione e riduzione. Da un lato, sovrappone frammenti di carte con un uso sapiente e delicato del collage. Dall’altro, procede con lucida chiarezza per riduzione, fino all’essenzialità formale, spaziale e cromatica, mettendo in luce gli elementi portanti della pittura.
Come nella tela Appunti, nelle opere su carta esposte in mostra, realizzate tra gli anni Cinquanta e Sessanta, Carmi impagina composizioni pittoriche con uno o più riquadri centrali su fondo monocromo e strutture fortemente verticali suddivise da linee e campiture di colori differenti, o con elementi circolari sovrapposti. Riecheggiano qui gli esempi di Rauschenberg, Motherwell, Burri e Fontana. Così come quelli di Mathieu, Micheaux e Wols nelle sperimentazioni più gestuali del 1956-57, in cui, però, Carmi supera l’immediatezza spontanea del gesto e della macchia di colore per farne il punto di partenza di un più articolato e successivo sviluppo del dipinto, attraverso contrappunti cromatici e direttrici lineari. Il gesto, che diviene calligrafico, è mutuato in differenti possibilità: austero, puro e isolato nei dipinti in bianco e nero, o in dialogo dinamico con lo spazio, con esiti vicini alle ricerche dei conterranei Scanavino e Oberto.
La mostra è accompagnata da un catalogo pubblicato da Nomos Edizioni.
Licalbe Steiner. Grafici partigiani
a cura di Anna Steiner
Un percorso suggestivo tra materiali, testimonianze, lavori grafici, fotografie e video sulla vita e l’opera di entrambi i protagonisti, ciascuno con una storia ed un’identità proprie, ma legati dal 1938 in maniera indissolubile nel privato e nel lavoro. Dopo circa 40 anni Milano dedica una mostra monografica ai due grafici, protagonisti e interpreti della rinascita culturale italiana nel dopoguerra, insieme a intellettuali come Vittorini e Calvino. Proprio a Calvino si deve un ricordo speciale di Albe all’indomani della sua morte sulle pagine dell’Unità “per Albe il piacere dell’invenzione formale e il senso globale della trasformazione della società non erano mai separati”.
La mostra, curata da Anna Steiner, cade nel 70° anniversario della Liberazione d’Italia a testimonianza dell’impegno civile iniziato durante la Resistenza e che ha contrassegnato tutto l’arco della loro vita. Il lavoro degli Steiner fu sempre caratterizzato da una poetica dell’ottimismo, da una fiducia dichiarata nel presente e nel futuro, credendo che l’impegno in prima persona, professionale, didattico potesse segnare la differenza.
Attraverso numerosi materiali di archivio, il percorso della mostra ripercorre la produzione dello Studio L.A.S. dai primi lavori: dal 1939 fino alla Liberazione e al viaggio in Messico (1946-1948), in una narrazione scandita dalle diverse sezioni: ricerca grafica e foto-grafica, editoria, pubblicità e allestimenti, marchi, presentazione di prodotto, manifesti e grafica di impegno civile, formazione professionale.
Una sezione inedita ricostruisce l’attività di Lica dalla scomparsa di Albe nel 1974, fino al 2008, anno dell’inventariazione dei materiali dell’Archivio Albe e Lica Steiner donato da Lica e le figlie al Politecnico di Milano. Negli ultimi trent’anni Lica ha continuato, insieme all’insegnamento, a lavorare con Anna Steiner e Franco Origoni.
La biografia viene ricostruita in mostra attraverso rari documenti che Lica ed Albe hanno tenacemente conservato nel tempo, nonostante guerre, distruzioni e viaggi, a testimonianza della loro formazione e della loro unione “intellettuale” che li ha visti così inseparabili da essere chiamati da loro stessi e dagli amici, i “Licalbe”, tracciandone un’unica identità.
I materiali esposti provengono dall’ “Archivio Albe e Lica Steiner” del Politecnico di Milano e dalla Collezione privata dello Studio Origoni-Steiner. La mostra è stato realizzata grazie alla partecipazione di Coop, che ha saputo vedere in questo progetto un momento importante per la storia e la memoria del suo marchio, disegnato da Steiner nel 1963, poi ridisegnato da Bob Noorda d’accordo con Lica Steiner.
A Albe Steiner si deve anche tutta la declinazione / applicazione del marchio Coop sugli imballaggi coordinati e l’allestimento del primo magazzino a libero servizio Coop di Reggio Emilia studiato in funzione dell’individuazione dei reparti e dei prodotti.
La mostra è l’ultima parte di un progetto di diffusione della vita e delle opere degli Steiner promosso da Ardaco e sostenuto da Coop, iniziato sette anni fa con la realizzazione del film documentario Linea Rossa. Insieme per un Progetto di cambiamento di Enzo Coluccio e Franco Bocca Gelsi (Ardaco-Orda d’Oro, 2009) in cui una intensa Lica ha lasciato la sua ultima testimonianza diretta, insieme a quella di amici, famigliari, artisti come Arnaldo Pomodoro e Francesco Leonetti. (Il film sarà presente in mostra).
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Lisetta Carmi. Molto vicino, incredibilmente lontano