A Vicenza dall’11 dicembre al 18 aprile la mostra di Marsilio Arte
Nella Basilica Palladiana prende vita la Fabbrica del Rinascimento
Jacopo Bassano, Adorazione dei Magi, 1555, Olio su tela, Vienna, Kunsthistorisches Museum, Vienna | Foto: © KHM-Museumsverband
Samantha De Martin
28/10/2021
Vicenza - Il Ritratto di due cani di Jacopo Bassano, conservato al Louvre, valeva, nel Cinquecento, esattamente la metà di un paio di guanti “da signore”.
Decisamente di più avrebbe dovuto sborsare un appassionato dei cristalli incisi di Valerio Belli, oggi ai Musei Vaticani. A quanto pare nel XVI secolo la pittura è ai primi gradini della scala dell’arte, ben meno costosa dei ritratti in marmo o degli arazzi, mentre prezzo e valore aumentano con la rarità delle opere antiche.
Queste curiosità - che danno conto di come sia cambiato, nei secoli, il mercato dell’arte - arricchiscono il percorso La Fabbrica del Rinascimento. Processi creativi, mercato e produzione a Vicenza, atteso dall’11 dicembre al 18 aprile alla Basilica Palladiana, nella città candidata a diventare Capitale italiana della Cultura 2024.
D’altra parte, per certi versi, capitale della cultura Vicenza era già stata. Era accaduto nel Cinquecento grazie ai suoi eccezionali artisti, da Andrea Palladio a Paolo Veronese, da Alessandro Vittoria a Jacopo Bassano, affiancati dalla capacità imprenditoriale della nobiltà dell’epoca.
Alessandro Vittoria, San Sebastiano, 1563-64, Venezia, Chiesa di San Francesco della Vigna | Courtesy Chiesa di San Francesco della Vigna, Venezia
Forte di una ricchezza crescente, anche grazie alla produzione e al commercio della seta, la città veneta, tra le aree più dinamiche in Europa, aveva scommesso sulla trasformazione della propria immagine da “luogo di provincia” a scrigno d’arte e architettura d’avanguardia.
Il fermento di questi trent’anni di vita artistica nella terraferma veneta, dal 1550 all’inaugurazione del teatro Olimpico nel 1585, con un focus particolare su Vicenza, anima la mostra che intreccia capolavori assoluti di pittura, scultura e architettura a libri, tessuti, arazzi, oggetti preziosi.
Sono anni che vedono i nobili vicentini, committenti colti e cosmopoliti, assecondare le visioni di un gruppo di artisti ambiziosi, accomunati da una passione per quell’arte nuova nutrita dall’antico nata nella Roma di Michelangelo e Raffaello. I giovani artisti sanno che la forza dirompente di questo nuovo linguaggio permetterà loro di sfidare e scalzare i venerati modelli tradizionali dominanti a Venezia. Il cambiamento è repentino e coinvolge anche i committenti.
Gli artisti scalano i ranghi sociali, mentre l’arte, dalle ristrette cerchie di specialisti, si estende ai libri in circolazione fino a conquistare il pubblico più vasto di amatori e collezionisti. Le botteghe si strutturano con modalità di produzione sempre più efficaci che danno avvio al “mercato dell’arte”.
Paolo Veronese, Unzione di Davide, 1555, Olio su tela, Vienna, Kunsthistorisches Museum, Vienna | Foto: © KHM-Museumsverband
Si sviluppa da queste premesse il percorso a cura di Guido Beltramini, Davide Gasparotto e Mattia Vinco, un viaggio a tutto campo nella fucina della creatività rinascimentale, che vedrà riuniti, per la prima volta dopo 500 anni, i due ritratti di Livia Thiene e del marito Iseppo Porto accanto ai propri figli, realizzati da Veronese. Grazie alla disponibilità delle Gallerie degli Uffizi di Firenze e del Walters Art Museum di Baltimora, i coniugi Porto tornano a incontrarsi nella propria città, non lontano dal palazzo costruito da Andrea Palladio. Accanto a loro verrà esposto anche il disegno dell'architetto per il palazzo, oggi conservato al Royal Institute of British Architects di Londra.
Seguendo il percorso espositivo al visitatore sarà concessa la possibilità di entrare nella bottega di un artista veneto del Rinascimento, scoprendo le sue fonti d’ispirazione e ammirando un quadro circondati dalle statue, dai gessi e dai disegni rappresentati nel dipinto stesso, come nel caso del Ritratto di artista in bottega di Palma Il Giovane, in prestito dalle collezioni Birmingham Museums Trust.
Andrea Palladio, Disegno di presentazione per palazzo Porto, 1546, Riba Collections | Courtesy Riba Collections
Le opere esposte, molte delle quali presentate per la prima volta in Europa o in Italia, provengono dai maggiori musei del mondo, come il Prado di Madrid, il Victoria & Albert Museum di Londra o il Kunsthistorisches Museum di Vienna, solo per citarne alcuni. Tra i capolavori più attesi, Due cani da caccia di Jacopo Bassano, in arrivo dal Louvre di Parigi, il disegno della Sacra famiglia con una colomba di Parmigianino dal Tyler Museum di Haarlem, in Olanda, che dialogherà per la prima volta con il dipinto di Veronese la Madonna con il Bambino, oggi al Museo Chiericati di Vicenza. Giuditta e Oloferne di Veronese, in prestito da Palazzo Rosso di Genova, affiancherà invece il bozzetto ritrovato al museo Soumaya di Città del Messico e presentato per la prima volta in Europa. Anche i due dipinti “gemelli” con l’Adorazione dei Magi di Jacopo Bassano, provenienti dalle collezioni Birmingham Museums Trust e dal Kunsthistorisches Museum di Vienna, si guarderanno per la prima volta.
Jacopo Bassano, Ritratto di due cani, 1548-1550, Paris, Musée du Louvre, Department of Paintings
Infine una piccola sorpresa. Un team di specialisti di storia economica svelerà al pubblico i meccanismi del mercato dell’arte e il costo di vendita degli oggetti che oggi ammiriamo nei musei, con chicche decisamente sorprendenti.
La mostra, organizzata da Marsilio Arte, è parte di un più ampio progetto culturale di valorizzazione della città di Vicenza, candidata a Capitale italiana della Cultura nel 2024, e di rilancio della Basilica Palladiana, destinata a ospitare rassegne di carattere internazionale.
Decisamente di più avrebbe dovuto sborsare un appassionato dei cristalli incisi di Valerio Belli, oggi ai Musei Vaticani. A quanto pare nel XVI secolo la pittura è ai primi gradini della scala dell’arte, ben meno costosa dei ritratti in marmo o degli arazzi, mentre prezzo e valore aumentano con la rarità delle opere antiche.
Queste curiosità - che danno conto di come sia cambiato, nei secoli, il mercato dell’arte - arricchiscono il percorso La Fabbrica del Rinascimento. Processi creativi, mercato e produzione a Vicenza, atteso dall’11 dicembre al 18 aprile alla Basilica Palladiana, nella città candidata a diventare Capitale italiana della Cultura 2024.
D’altra parte, per certi versi, capitale della cultura Vicenza era già stata. Era accaduto nel Cinquecento grazie ai suoi eccezionali artisti, da Andrea Palladio a Paolo Veronese, da Alessandro Vittoria a Jacopo Bassano, affiancati dalla capacità imprenditoriale della nobiltà dell’epoca.
Alessandro Vittoria, San Sebastiano, 1563-64, Venezia, Chiesa di San Francesco della Vigna | Courtesy Chiesa di San Francesco della Vigna, Venezia
Forte di una ricchezza crescente, anche grazie alla produzione e al commercio della seta, la città veneta, tra le aree più dinamiche in Europa, aveva scommesso sulla trasformazione della propria immagine da “luogo di provincia” a scrigno d’arte e architettura d’avanguardia.
Il fermento di questi trent’anni di vita artistica nella terraferma veneta, dal 1550 all’inaugurazione del teatro Olimpico nel 1585, con un focus particolare su Vicenza, anima la mostra che intreccia capolavori assoluti di pittura, scultura e architettura a libri, tessuti, arazzi, oggetti preziosi.
Sono anni che vedono i nobili vicentini, committenti colti e cosmopoliti, assecondare le visioni di un gruppo di artisti ambiziosi, accomunati da una passione per quell’arte nuova nutrita dall’antico nata nella Roma di Michelangelo e Raffaello. I giovani artisti sanno che la forza dirompente di questo nuovo linguaggio permetterà loro di sfidare e scalzare i venerati modelli tradizionali dominanti a Venezia. Il cambiamento è repentino e coinvolge anche i committenti.
Gli artisti scalano i ranghi sociali, mentre l’arte, dalle ristrette cerchie di specialisti, si estende ai libri in circolazione fino a conquistare il pubblico più vasto di amatori e collezionisti. Le botteghe si strutturano con modalità di produzione sempre più efficaci che danno avvio al “mercato dell’arte”.
Paolo Veronese, Unzione di Davide, 1555, Olio su tela, Vienna, Kunsthistorisches Museum, Vienna | Foto: © KHM-Museumsverband
Si sviluppa da queste premesse il percorso a cura di Guido Beltramini, Davide Gasparotto e Mattia Vinco, un viaggio a tutto campo nella fucina della creatività rinascimentale, che vedrà riuniti, per la prima volta dopo 500 anni, i due ritratti di Livia Thiene e del marito Iseppo Porto accanto ai propri figli, realizzati da Veronese. Grazie alla disponibilità delle Gallerie degli Uffizi di Firenze e del Walters Art Museum di Baltimora, i coniugi Porto tornano a incontrarsi nella propria città, non lontano dal palazzo costruito da Andrea Palladio. Accanto a loro verrà esposto anche il disegno dell'architetto per il palazzo, oggi conservato al Royal Institute of British Architects di Londra.
Seguendo il percorso espositivo al visitatore sarà concessa la possibilità di entrare nella bottega di un artista veneto del Rinascimento, scoprendo le sue fonti d’ispirazione e ammirando un quadro circondati dalle statue, dai gessi e dai disegni rappresentati nel dipinto stesso, come nel caso del Ritratto di artista in bottega di Palma Il Giovane, in prestito dalle collezioni Birmingham Museums Trust.
Andrea Palladio, Disegno di presentazione per palazzo Porto, 1546, Riba Collections | Courtesy Riba Collections
Le opere esposte, molte delle quali presentate per la prima volta in Europa o in Italia, provengono dai maggiori musei del mondo, come il Prado di Madrid, il Victoria & Albert Museum di Londra o il Kunsthistorisches Museum di Vienna, solo per citarne alcuni. Tra i capolavori più attesi, Due cani da caccia di Jacopo Bassano, in arrivo dal Louvre di Parigi, il disegno della Sacra famiglia con una colomba di Parmigianino dal Tyler Museum di Haarlem, in Olanda, che dialogherà per la prima volta con il dipinto di Veronese la Madonna con il Bambino, oggi al Museo Chiericati di Vicenza. Giuditta e Oloferne di Veronese, in prestito da Palazzo Rosso di Genova, affiancherà invece il bozzetto ritrovato al museo Soumaya di Città del Messico e presentato per la prima volta in Europa. Anche i due dipinti “gemelli” con l’Adorazione dei Magi di Jacopo Bassano, provenienti dalle collezioni Birmingham Museums Trust e dal Kunsthistorisches Museum di Vienna, si guarderanno per la prima volta.
Jacopo Bassano, Ritratto di due cani, 1548-1550, Paris, Musée du Louvre, Department of Paintings
Infine una piccola sorpresa. Un team di specialisti di storia economica svelerà al pubblico i meccanismi del mercato dell’arte e il costo di vendita degli oggetti che oggi ammiriamo nei musei, con chicche decisamente sorprendenti.
La mostra, organizzata da Marsilio Arte, è parte di un più ampio progetto culturale di valorizzazione della città di Vicenza, candidata a Capitale italiana della Cultura nel 2024, e di rilancio della Basilica Palladiana, destinata a ospitare rassegne di carattere internazionale.
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