Federculture: Roma fanalino di coda rispetto alle grandi capitali
Foro di Traiano, Roma
A CURA DELLA REDAZIONE
01/07/2013
Roma - Nella partita della valorizzazione dei beni culturali su scala globale Roma subisce un duro ko da capitali come Parigi, Londra e New York che con un patrimonio meno ricco riescono a far girare numeri impressionanti.
I primi cinque musei della Capitale in un anno totalizzano 3,6 milioni di visitatori, contro gli oltre 25 di Londra, i 23 di Parigi e i 15 di New York. Anche aggiungendo al dato le aree archeologiche si arriva a 9,5 milioni di ingressi, valore comunque inferiore a quello delle principali capitali internazionali. Eppure il patrimonio di musei e monumenti statali della Capitale, 32 siti che diventano 46 se si considerano anche le aree archeologiche, è quasi il doppio di quello di Parigi, quattro volte quello di Londra e circa dieci di quello di New York.
Dati che destano attenzione soprattutto considerando che nel nostro paese il turismo culturale rappresenta circa il 35% del mercato turistico complessivo e che Roma è indubbiamente il principale fulcro di attrazione nazionale che trascina l’intera regione: nel Lazio gli arrivi di stranieri nel 2012 sono stati oltre 10 milioni, circa l’1% in più del 2011.
E se nell’ultimo decennio il contemporaneo sembrava offrire la strada per la rimonta, ora tocca ricredersi. I nuovi poli del contemporaneo romani, Macro e MAXXI, in un anno sono visitati entrambi da appena 500mila persone. Numeri lontanissimi da quelli realizzati dalle istituzioni d’arte internazionali e non solo delle grandi capitali europee o americane.
Neppure i risultati delle mostre d’arte offrono conforto. Roma colloca al terzo posto della classifica italiana quella su “Vermeer, il secolo d'oro” che ha portato alle Scuderie del Quirinale 307.971 visitatori e al decimo posto la mostra “Dalì. Un'artista, un genio” che al Vittoriano è stata vista da 194.685 persone. Ma nessuna mostra romana (e italiana) è presente nelle liste di quelle di maggior successo a livello internazionale. D’altronde, anche considerando le dieci mostre che hanno ottenuto i migliori risultati di pubblico, quelle realizzate nella Capitale fanno meno di un terzo dei visitatori di quelle di Parigi, New York, Londra.
Certamente in un contesto di crisi generale le risorse per la cultura subiscono una costante erosione sia a livello centrale che territoriale.
L’amministrazione capitolina in questo non fa eccezione. La spesa per la cultura nel 2012 rappresenta il 2,2% del bilancio totale, era il 3,95% cinque anni fa. Nello stesso periodo in termini assoluti le risorse stanziate da Roma Capitale sono diminuite di oltre 15 milioni di euro.
I primi cinque musei della Capitale in un anno totalizzano 3,6 milioni di visitatori, contro gli oltre 25 di Londra, i 23 di Parigi e i 15 di New York. Anche aggiungendo al dato le aree archeologiche si arriva a 9,5 milioni di ingressi, valore comunque inferiore a quello delle principali capitali internazionali. Eppure il patrimonio di musei e monumenti statali della Capitale, 32 siti che diventano 46 se si considerano anche le aree archeologiche, è quasi il doppio di quello di Parigi, quattro volte quello di Londra e circa dieci di quello di New York.
Dati che destano attenzione soprattutto considerando che nel nostro paese il turismo culturale rappresenta circa il 35% del mercato turistico complessivo e che Roma è indubbiamente il principale fulcro di attrazione nazionale che trascina l’intera regione: nel Lazio gli arrivi di stranieri nel 2012 sono stati oltre 10 milioni, circa l’1% in più del 2011.
E se nell’ultimo decennio il contemporaneo sembrava offrire la strada per la rimonta, ora tocca ricredersi. I nuovi poli del contemporaneo romani, Macro e MAXXI, in un anno sono visitati entrambi da appena 500mila persone. Numeri lontanissimi da quelli realizzati dalle istituzioni d’arte internazionali e non solo delle grandi capitali europee o americane.
Neppure i risultati delle mostre d’arte offrono conforto. Roma colloca al terzo posto della classifica italiana quella su “Vermeer, il secolo d'oro” che ha portato alle Scuderie del Quirinale 307.971 visitatori e al decimo posto la mostra “Dalì. Un'artista, un genio” che al Vittoriano è stata vista da 194.685 persone. Ma nessuna mostra romana (e italiana) è presente nelle liste di quelle di maggior successo a livello internazionale. D’altronde, anche considerando le dieci mostre che hanno ottenuto i migliori risultati di pubblico, quelle realizzate nella Capitale fanno meno di un terzo dei visitatori di quelle di Parigi, New York, Londra.
Certamente in un contesto di crisi generale le risorse per la cultura subiscono una costante erosione sia a livello centrale che territoriale.
L’amministrazione capitolina in questo non fa eccezione. La spesa per la cultura nel 2012 rappresenta il 2,2% del bilancio totale, era il 3,95% cinque anni fa. Nello stesso periodo in termini assoluti le risorse stanziate da Roma Capitale sono diminuite di oltre 15 milioni di euro.
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