Intervista all'esperto di Michelangelo Merisi
Claudio Strinati racconta il Caravaggio de "L'anima e il Sangue", il nuovo film d'arte di Sky
Claudio Strinati, storico dell’arte ed esperto di Caravaggio, ha offerto la sua consulenza scientifica a L’anima e il sangue
Samantha De Martin
11/12/2017
Roma - Era quello che si potrebbe definire “un bell’uomo” dallo sguardo fiero, intenso, dalla barba scura, la folta capigliatura e l’eloquio veloce, molto probabilmemte “alla lombarda”.
Claudio Strinati, storico dell’arte, uno dei massimi esperti di Caravaggio, descrive così, assecondando una prima nostra curiosità, il grande maestro, prima di addentrarsi nei contenuti di "Caravaggio - L'Anima e il Sangue", il nuovo film d’arte prodotto da SKY e distribuito in Italia da Nexo Digital, e al quale il professore ha collaborato con un'accurata ricerca storica e uno studio approfondito di testimonianze e documenti dell'epoca.
Il titolo del film - che arriverà nelle sale il 19, 20 e 21 febbraio, per la prima volta in 8K e per la sceneggiatura di Laura Allievi e la regia affidata a Jesus Garces Lambert - già dice molto. "Caravaggio - L’Anima e il Sangue" condurrà gli spettatori nell’universo intimo, ma estremamente contemporaneo, di uno degli artisti più affascinanti dell’arte.
«Quello che la produzione metterà in luce - spiega Strinati - sarà la posizione del maestro, la sua “doppia faccia” che descrive, da un lato, un uomo solitario, chiuso, dai modi bruschi, privi di affettazione e gentilezza, dall’altro una personalità “di mondo”, perfettamente inserita nella hight society del suo tempo, amico e collaboratore di personalità illustri del mondo ecclesiastico, come i cardinali Federico Borromeo e Del Monte, e della nobiltà romana del tempo, dai Borghese ai Mattei. La cosa interessante è come Caravaggio sia stato, nello stesso tempo, un uomo profondamente inserito nell’alta vita sociale, fino a vedersi conferire alte cariche, come ad esempio quella di Cavaliere di Malta - titolo che gli venne tolto quando, rimasto coinvolto in un oscuro scontro, forse una rissa, fu bollato come “persona putrida e fetida”- e nello stesso tempo un frequentatore di taverne, prostitute, giochi d’azzardo. Il nostro film cercherà di mettere in luce questa incredibilie contraddizione che ha nutrito la sua arte immensa».
D’altra parte su Caravaggio pendeva il “bando capitale”, una gravissima condanna che poteva implicare anche la pena di morte, emanata in seguito al terribile fatto di sangue verificatosi la sera del 28 maggio 1606, a Roma, quando il pittore ferì mortalmente un suo conoscente nel corso di una rissa. Fu in seguito a questo episodio, che lo costrinse ad una fuga perenne, che nei suoi dipinti cominciarono ossessivamente a comparire inquietanti teste mozzate.
Il film di Sky racchiude quasi tutte le opere dell’artista prodotte nei dieci anni di carriera. O meglio, quasi tutte tra quelle più sicure, dal momento che i lavori realizzati durante la giovinezza sono solo attribuite al maestro. «D’altra parte - spiega Strinati - Caravaggio visse poco. Morì a soli 39 anni e la sua carriera durò dieci anni o poco più».
Ma il fascino di questo “cervello stravagantissimo” - come lo definì il cardinal Del Monte - di questa personalità inquieta e moderna al tempo stesso, si esplica anche nel mistero che ruota intorno ad una parte della sua vita.
La sua biografia, per alcuni anni, è infatti attraversata da un vuoto. «L’unica cosa certa - spiega Strinati - è che Caravaggio fu a Roma. Ed anche sull’anno di inizio dell’attività del maestro nella capitale c’è molta incertezza. Secondo alcuni coinciderebbe con il 1592-93. Secondo altri con il 1596-97. Quello che è certo è che la prima opera che noi conosciamo e della quale possiamo stabilire con certezza il periodo è datata tra il 1599 e il 1600».
Queste incertezze temporali, nel film, avranno ampio spazio e verranno raccontate portando a conoscenza dello spettatore i documenti obiettivi sui quali gli studiosi si basano e le testimonianze di coloro che lo hanno conosciuto e che hanno scritto la sua vita.
«Faremo parlare i contemporanei di Caravaggio che racconteranno come è possibile ricostruire la vita di un artista. Abbiamo cercato di raccontare la storia del maestro facendo parlare i suoi amici ed i nemici, coloro che hanno registrato gli eventi e li hanno raccontati».
In questo che si preannuncia un avvincente mix tra una cronistoria basata sulle testimonianze contemporanee e una storia che ruota intorno alle ricerche degli studiosi del nostro tempo, si coglie l’importanza delle opere del maestro, sempre dense di significati molto complessi. Il film offrirà anche spunti in grado di favorire l’interpretazione delle sue opere.
Ma perché questo artista piace tanto?
«Il maestro è apparso agli occhi dei suoi contemporanei come la novità assoluta, un qualche cosa di totalmente imprevisto e non praticato da nessuno prima di lui» spiega Strinati. Quindi una sorta di primus inventor o protos euretes di un modo di dipingere assolutamente nuovo e sorprendente, che ancora oggi si percepisce e che ancora oggi piace anche al pubblico di non addetti ai lavori.»
Quello che vedremo sul grande schermo a metà febbraio sarà quindi un Caravaggio “moderno”, autore di un mondo che è ancora nostro, la cui presenza vitale si percepisce tuttora, e che parlerà allo spettatore anche sotto forma di voce fuori campo - ma non solo - intervallata a quella del critico e dello studioso.
Ma Caravaggio è stato anche il genio a lungo “dimenticato”....
«In realtà non possiamo parlare di vero e proprio oblio, bensì di una sottovalutazione avvenuta in seguito all’avanzare della cultura illuminista. Durante il grande secolo “dei lumi” e del pensiero razionalista in Europa, infatti, una figura come quella del maestro - emotiva per antonomasia e che ha fondato la propria arte sulla profondità della tenebra, del buio, dell’oscurità - fu percepita come meno vicina a quel mondo e considerata alla stregua di tanti altri artisti».
Solo nell’Ottocento, invece, con l’avanzare della tempestosa passionalità romantica, il genio di Caravaggio esplose in tutta la sua unicità e il maestro fu amato prima dai pittori romantici e poi dai critici. A partire dal Novecento il nome di Caravaggio tornò a splendere e per noi, eredi e figli di quella cultura romantica, costituisce oggi un faro che brilla, maestoso e potente, nella turbolenta epoca moderna.
Leggi anche:
• Alle Gallerie d'Italia l'ultimo Caravaggio, e la sua fortuna
• Tre opere per raccontare Caravaggio
• Tutti pazzi per Caravaggio, da Milano a Los Angeles
• A Galleria Borghese il Centro Studi internazionale
Claudio Strinati, storico dell’arte, uno dei massimi esperti di Caravaggio, descrive così, assecondando una prima nostra curiosità, il grande maestro, prima di addentrarsi nei contenuti di "Caravaggio - L'Anima e il Sangue", il nuovo film d’arte prodotto da SKY e distribuito in Italia da Nexo Digital, e al quale il professore ha collaborato con un'accurata ricerca storica e uno studio approfondito di testimonianze e documenti dell'epoca.
Il titolo del film - che arriverà nelle sale il 19, 20 e 21 febbraio, per la prima volta in 8K e per la sceneggiatura di Laura Allievi e la regia affidata a Jesus Garces Lambert - già dice molto. "Caravaggio - L’Anima e il Sangue" condurrà gli spettatori nell’universo intimo, ma estremamente contemporaneo, di uno degli artisti più affascinanti dell’arte.
«Quello che la produzione metterà in luce - spiega Strinati - sarà la posizione del maestro, la sua “doppia faccia” che descrive, da un lato, un uomo solitario, chiuso, dai modi bruschi, privi di affettazione e gentilezza, dall’altro una personalità “di mondo”, perfettamente inserita nella hight society del suo tempo, amico e collaboratore di personalità illustri del mondo ecclesiastico, come i cardinali Federico Borromeo e Del Monte, e della nobiltà romana del tempo, dai Borghese ai Mattei. La cosa interessante è come Caravaggio sia stato, nello stesso tempo, un uomo profondamente inserito nell’alta vita sociale, fino a vedersi conferire alte cariche, come ad esempio quella di Cavaliere di Malta - titolo che gli venne tolto quando, rimasto coinvolto in un oscuro scontro, forse una rissa, fu bollato come “persona putrida e fetida”- e nello stesso tempo un frequentatore di taverne, prostitute, giochi d’azzardo. Il nostro film cercherà di mettere in luce questa incredibilie contraddizione che ha nutrito la sua arte immensa».
D’altra parte su Caravaggio pendeva il “bando capitale”, una gravissima condanna che poteva implicare anche la pena di morte, emanata in seguito al terribile fatto di sangue verificatosi la sera del 28 maggio 1606, a Roma, quando il pittore ferì mortalmente un suo conoscente nel corso di una rissa. Fu in seguito a questo episodio, che lo costrinse ad una fuga perenne, che nei suoi dipinti cominciarono ossessivamente a comparire inquietanti teste mozzate.
Il film di Sky racchiude quasi tutte le opere dell’artista prodotte nei dieci anni di carriera. O meglio, quasi tutte tra quelle più sicure, dal momento che i lavori realizzati durante la giovinezza sono solo attribuite al maestro. «D’altra parte - spiega Strinati - Caravaggio visse poco. Morì a soli 39 anni e la sua carriera durò dieci anni o poco più».
Ma il fascino di questo “cervello stravagantissimo” - come lo definì il cardinal Del Monte - di questa personalità inquieta e moderna al tempo stesso, si esplica anche nel mistero che ruota intorno ad una parte della sua vita.
La sua biografia, per alcuni anni, è infatti attraversata da un vuoto. «L’unica cosa certa - spiega Strinati - è che Caravaggio fu a Roma. Ed anche sull’anno di inizio dell’attività del maestro nella capitale c’è molta incertezza. Secondo alcuni coinciderebbe con il 1592-93. Secondo altri con il 1596-97. Quello che è certo è che la prima opera che noi conosciamo e della quale possiamo stabilire con certezza il periodo è datata tra il 1599 e il 1600».
Queste incertezze temporali, nel film, avranno ampio spazio e verranno raccontate portando a conoscenza dello spettatore i documenti obiettivi sui quali gli studiosi si basano e le testimonianze di coloro che lo hanno conosciuto e che hanno scritto la sua vita.
«Faremo parlare i contemporanei di Caravaggio che racconteranno come è possibile ricostruire la vita di un artista. Abbiamo cercato di raccontare la storia del maestro facendo parlare i suoi amici ed i nemici, coloro che hanno registrato gli eventi e li hanno raccontati».
In questo che si preannuncia un avvincente mix tra una cronistoria basata sulle testimonianze contemporanee e una storia che ruota intorno alle ricerche degli studiosi del nostro tempo, si coglie l’importanza delle opere del maestro, sempre dense di significati molto complessi. Il film offrirà anche spunti in grado di favorire l’interpretazione delle sue opere.
Ma perché questo artista piace tanto?
«Il maestro è apparso agli occhi dei suoi contemporanei come la novità assoluta, un qualche cosa di totalmente imprevisto e non praticato da nessuno prima di lui» spiega Strinati. Quindi una sorta di primus inventor o protos euretes di un modo di dipingere assolutamente nuovo e sorprendente, che ancora oggi si percepisce e che ancora oggi piace anche al pubblico di non addetti ai lavori.»
Quello che vedremo sul grande schermo a metà febbraio sarà quindi un Caravaggio “moderno”, autore di un mondo che è ancora nostro, la cui presenza vitale si percepisce tuttora, e che parlerà allo spettatore anche sotto forma di voce fuori campo - ma non solo - intervallata a quella del critico e dello studioso.
Ma Caravaggio è stato anche il genio a lungo “dimenticato”....
«In realtà non possiamo parlare di vero e proprio oblio, bensì di una sottovalutazione avvenuta in seguito all’avanzare della cultura illuminista. Durante il grande secolo “dei lumi” e del pensiero razionalista in Europa, infatti, una figura come quella del maestro - emotiva per antonomasia e che ha fondato la propria arte sulla profondità della tenebra, del buio, dell’oscurità - fu percepita come meno vicina a quel mondo e considerata alla stregua di tanti altri artisti».
Solo nell’Ottocento, invece, con l’avanzare della tempestosa passionalità romantica, il genio di Caravaggio esplose in tutta la sua unicità e il maestro fu amato prima dai pittori romantici e poi dai critici. A partire dal Novecento il nome di Caravaggio tornò a splendere e per noi, eredi e figli di quella cultura romantica, costituisce oggi un faro che brilla, maestoso e potente, nella turbolenta epoca moderna.
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