Maurizio Romani. Paesaggi dell’Anima
Dal 21 Luglio 2019 al 10 Settembre 2019
Acquaviva Picena | Ascoli Piceno
Luogo: Fortezza Medievale
Indirizzo: piazza del Forte 1
Orari: Da Lunedì a Domenica, dalle 10:00 alle 12:30; dalle 16:00 alle 19:00; dalle 21:00 alle 23:00
Curatori: Rosalba Rossi
Enti promotori:
- Comune di Acquaviva Picena
Accade che un sottile filo ad un certo punto giri intorno a persone e luoghi e li faccia intersecare, riannodando il nastro di origini, immagini e sensazioni, donando l'esatta percezione di una magia che nuova si ripete. E dato che il caso non e' mai casuale ecco in un castello incantato di storia e fantasia che approda un uomo dalle variegate sfaccettature, un artista dai mille scenari, un cavaliere nobile di animo e di gesti e di pennellate sacrali e delicate che scavano decise sino a trasfigurare lo sguardo trasparente che ivi si posa. L'incontro dà vita non solo ad una rassegna di una parte esclusiva dei suoi sublimi inediti paesaggi, ma ad un percorso psicosensoriale che, appunto, ripercorre sul camminamento, fra mura antiche, le origini e gli step del suo cammino dove vita e arte si plasmano sino a confondersi, in uno stile assolutamente francescano del decifrare il creato con le sue creature, ma intriso di una contagiante ed esplosiva anima rock. Un mix che lo rende un'artista dal fascino elegante e delicatamente misterioso. I suoi paesaggi gli riflettono lo sguardo pacato e sereno, a cui però nulla sfugge, dal più minuscolo dettaglio o variazione di luce. E se Henri de Toulouse Lautrec affermava che in ogni arte la grande raffinatezza consiste nella sintesi e nella semplicità, Maurizio Romani la incarna appieno perché disegnando e dipingendo ha scoperto delle cose la più segreta bellezza, compiendo nelle sue opere e nella sua vita consapevoli sottrazioni dell'insignificante, della volgarità e del pregiudizio. Scevro da preconcetti e mai prevaricatore accoglie la follia come un percorso verso la felicità interrogandone la bellezza ed ecco bruciare un fuoco divampante, quasi che accorra a purificare ogni finitezza, mentre poi alte vette svettano al cielo cristallino. La sua è la poetica del pennello, che introduce gradualmente e con paziente attesa anche lo sguardo più incerto e dubbioso. La sua ironia disarmante, la sua ricerca indomita unita a quel suo guizzo di timido sguardo che surclassa e sconfina scontati bagliori di rarefatti giudizi, si unisce ad una posa serafica che lo rendono ugualmente attento e proteso tanto ad un dettaglio bucolico quanto ad un accidente umano. I suoi paesaggi esprimono un respiro tattile di accoglienza, quasi che l'osservatore si senta invitato ad entrarci e sedersi e rassenerarsi, con tutto l'inevitabile bagaglio di perché e per come. Le sue linee, i suoi colori tenui o folgoranti, ma mai impietosi tendono a punti d'orizzonte, sempre più alti, perché questo il punto di interesse dell'artista: l'incanto della ricerca dell'uomo nella natura, nel Dio delle piccole cose. La delicatezza de ”il Romani", come ama appellarlo sua moglie Daniela, compagna adorata ed adorabile della vita coraggiosa e fresca condivisa, la si coglie ovunque non solo nelle sua produzione, ma fra tutte le sue cose, dove esplica la manualità del suo essere e del suo sentire e dove accoglie ed apre le porte di uno dei più bei paesaggi che abbia mai creato: quello dell'oasi del suo studio immerso nella campagna abruzzese, che egli stesso cura. Il silenzio li si riempe di echi di gioia di vita, di moti appagati, di serenità dell’essere, perché percepisce l'invisibile nell'invisibile. Un privilegio esserci. Rosalba Rossi
La mostra assolutamente esperienziale si snoda su tre livelli artistico, emotivo, esperienziale. Saranno esposte una quarantina di opere (paesaggi – tecnica olio su tela ed olio su carta) lungo il camminamento della fortezza inducendo i visitatori a camminare negli itinerari dell'anima in una salita progressiva verso l'alto sino alla visione e contemplazione dell'acme e di infinito, all’interno della rocca. In contemporanea all’allestimento espositivo dei “Paesaggi dell’Anima” nella fortezza medievale, a partire da MERCOLEDÌ 24 LUGLIO 2019, e per tutti i Mercoledì estivi, si potranno ammirare (per approfondire meglio il lavoro dell’artista Maurizio Romani), all’interno della chiesa di San Rocco, sempre in Acquaviva Picena, una serie di disegni (grafite su carta) dello stesso pittore dedicati al Cantico dei Cantici.
Maurizio Romani
Pittore ed incisore. Tiene la sua prima personale nel 1986 presso la Galleria Il Voltone di Reggio Emilia, a cura di Alfredo Gianolio e Angela Nascimbene Cucchi. Negli anni novanta la frequentazione del mondo artistico si alterna al ritiro produttivo a Roteglia (RE) dove Maurizio è nato (1955).
Dagli anni degli esordi, l’artista ha la possibilità di evolversi in diverse direzioni, attraverso diversi generi pittorici e valendosi di varie tecniche. Viene molto apprezzato per le sue nature morte, caratterizzate da una superba perfezione tecnica e da un intenso lirismo, alle quali sono state dedicate numerose mostre, per esempio quella curata da Pietro Zampetti del 1991 ad Ancona, o quella di Giulianova (TE) del 2003, presentata da Carlo Fabrizio Carli, o ancora nel 2005, quella presentata da Armando Ginesi a Castellarano (RE).
Tuttavia anche la pittura sacra ha rappresentato uno degli indirizzi percorsi dall’artista, sia con la pittura ad olio, ma più recentemente con uno studio comprendente una trentina di disegni di rara bellezza a grafite su carta dedicati al Cantico dei Cantici, presentati con una mostra itinerante approdata anche a Urbino alla Bottega Giovanni Santi, casa natale di Raffaello, e con una ultima tappa, a partire da Mercoledì 24 Luglio 2019, all’interno della chiesa di San Rocco in Acquaviva Picena, in contemporanea con la personale qui illustrata.
Lo studio dell’arte figurativa dal dopoguerra fino ad oggi in ambito europeo e non solo, incentivano il maestro a flettere il suo linguaggio nel genere del paesaggio, dove già da tempo si è cimentato con l’incisione, una delle tecniche, assieme al disegno, più amate dall’artista, che ora vi si dedica anche con la pittura ad olio, quasi traducendovi le stesse sfumature che il disegno offre.
Al paesaggio è infatti dedicata la mostra della Galleria L’Ottagono: un paesaggio che non è una veduta, ma un soggetto di invenzione dove la luce tersa, ottica che indaga gli oggetti delle sue nature morte qui arriva quasi a smaterializzare quanto rappresentato: una gamma vastissima di sfumature dal bianco all’azzurro, dove solo qua e là riesce a farsi spazio il colore, come la terra che affiora dalla neve sciolta, conquistando terreno alla pura luce. Non ci sono presenze umane, solo materia e luce, rarefatta e tuttavia capace di costruire spazio e volumi sfruttando l’assenza più che la presenza. Luce e ombra.
Nel 2009, al Museo d’Arte dello Splendore di Giulianova (TE), espone la personale Istanze Trascendenti, a cura di Maria Cristina Ricciardi, con dipinti di grande formato in cui manifesta, con ricchezza di lessico espressivo e profondità di visione, una figurazione altamente poetica che sa aprirsi sul mondo, per regalarci la cognizione di un unico universo, soprannaturale e reale, senza confini. Tra le ultime personali si segnala Al Di Là Del Reale, promossa dal Comune di Casalgrande (RE), con presentazione di Massimo Mussini. In occasione dei festeggiamenti per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, progetto Padiglione Italia della 54a Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, a cura di Vittorio Sgarbi, l’artista espone un tela di grande formato, Apparizione Nella Mia Stanza, nei Chiostri di San Pietro a Reggio Emilia. Sempre nel 2011, viene premiato al XXXVIII Premio Sulmona con la Medaglia del Presidente della Camera.
Attualmente le sue opere sono in permanenza in diversi importanti musei tra cui ricordiamo la Fondazione Umberto Mastroianni e il Museo dello Splendore. Vive e lavora tra Roteglia (RE) e Giulianova (TE).
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