Il 26 marzo a Los Angeles
All'asta un acquerello di Adolf Hitler
L. Sanfelice
24/03/2015
ll 26 marzo una galleria di Los Angeles metterà all’incanto una natura morta dipinta da Adolf Hitler. L’acquerello, realizzato nel 1912 a Vienna, risale al periodo in cui il futuro dittatore nazista cercò senza successo l’ammissione all’Accademia delle Belle Arti, e fa parte di una collezione di opere realizzate in gioventù da cui si distingue per la rarità del soggetto. La natura morta costituisce infatti un’eccezione all’interno di una produzione per lo più ispirata ai paesaggi o alle architetture, e in parte anche per tale ragione l’opera avrà una base d’asta di 30mila dollari.
Proprio a tal proposito, ed entrando nel merito della valutazione anche dal punto di vista estetico, Alastair Smart, critico d’arte del Telegraph, ha dichiarato: “L’opera è priva di qualsivoglia valore artistico. L’unico vago motivo d’interesse potrebbe essere che a differenza dei discutibili acquerelli della città di Vienna che associamo all’Hitler pittore, questo è un discutibile acquerello di una vaso di azalee”.
La stima del dipinto si fonda però anche su un’altra considerazione storica: prima di accantonare le ambizioni artistiche in favore di quelle militari, e malgrado i rifiuti incassati dall’Accademia, Hitler per qualche anno riuscì ad esprimersi attraverso la pittura grazie all’interessamento di Samuel Morgenstern, commerciante d’arte ebreo che intravide in lui delle potenzialità e immise i suoi quadri sul mercato come dimostra anche il timbro che si scorge sul retro dell’acquerello messo all’asta.
Il sostegno che Morgensten offrì, non gli valse però nessuna forma di clemenza negli anni delle persecuzioni razziali: la sua galleria fu chiusa e lui deportato nel ghetto di Lodz dove morì nel 1943.
L’ultimo dipinto di Hitler battuto del 2014, ad ogni modo è stato acquistato per la considerevole cifra di 161mila dollari, ma la sua arte, prima ancora di essere mercanzia per aste, è stata in passato strumento per analizzare la psiche del Fuhrer e i possibili riflessi nell’estetica nazista.
Il romanziere belga, Éric-Emmanuel Schmitt, nel libro “La Parte delll’Altro” ha addirittura sviluppato una trama fantastorica alternativa in cui si immaginava l’ammissione di Hitler all’Accademia d’Arte di Vienna.
Proprio a tal proposito, ed entrando nel merito della valutazione anche dal punto di vista estetico, Alastair Smart, critico d’arte del Telegraph, ha dichiarato: “L’opera è priva di qualsivoglia valore artistico. L’unico vago motivo d’interesse potrebbe essere che a differenza dei discutibili acquerelli della città di Vienna che associamo all’Hitler pittore, questo è un discutibile acquerello di una vaso di azalee”.
La stima del dipinto si fonda però anche su un’altra considerazione storica: prima di accantonare le ambizioni artistiche in favore di quelle militari, e malgrado i rifiuti incassati dall’Accademia, Hitler per qualche anno riuscì ad esprimersi attraverso la pittura grazie all’interessamento di Samuel Morgenstern, commerciante d’arte ebreo che intravide in lui delle potenzialità e immise i suoi quadri sul mercato come dimostra anche il timbro che si scorge sul retro dell’acquerello messo all’asta.
Il sostegno che Morgensten offrì, non gli valse però nessuna forma di clemenza negli anni delle persecuzioni razziali: la sua galleria fu chiusa e lui deportato nel ghetto di Lodz dove morì nel 1943.
L’ultimo dipinto di Hitler battuto del 2014, ad ogni modo è stato acquistato per la considerevole cifra di 161mila dollari, ma la sua arte, prima ancora di essere mercanzia per aste, è stata in passato strumento per analizzare la psiche del Fuhrer e i possibili riflessi nell’estetica nazista.
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