Partita doppia tra Novecento e Terzo Millennio

Partita doppia tra Novecento e Terzo Millennio, MAC - Maja Arte Contemporanea, Roma
Dal 1 December 2013 al 31 January 2014
Roma
Luogo: MAC - Maja Arte Contemporanea
Indirizzo: via di Monserrato 30
Orari: da martedì a sabato 11-13/ 16-19
Curatori: Daina Maja Titonel
Telefono per informazioni: +39 06 68804621
E-Mail info: info@majartecontemporanea.com
Sito ufficiale: http://www.majartecontemporanea.com
Domenica 1 dicembre 2013 si inaugura a Roma alla Nuova Galleria Campo dei Fiori la mostra Partita doppia tra Novecento e Terzo Millennio.
In questa occasione la nascente galleria Maja Arte Contemporanea riceve il testimone dalla Nuova Galleria Campo dei Fiori per proseguire il viaggio nel mondo dell'Arte, spostando lo sguardo dall'Otto e Novecento italiano all'Arte Contemporanea.
Partita doppia è il trait d'union simbolico di questo passaggio, una mostra che - tra il gioco e l'affascinazione degli accostamenti - affianca un'opera del passato con una del presente.
Quadri e sculture che saltano di un secolo trovandosi accanto a dialogare su un soggetto comune fino a costituire un unicum senza tempo.
Sette gli artisti contemporanei coinvolti: Margareth Dorigatti, Isabella Ducrot, Marilù Eustachio, Lino Frongia, Vladimir Pajevic, Janine von Thüngen, Gaetano Zampogna.
Molteplici le storie raccontate in questa partita doppia dalle quattordici opere in mostra.
La sensualità di una donna avvolta nella pelliccia di volpe (Giovanni Guerrini, "Ritratto di Alba", c. 1912), prosegue e si insinua tra i fili di canapa della scultura di Janine von Thüngen ("Woman no.17", 2013). Ritrova materia su carta nella
sanguigna di Ercole Drei ("Nudo disteso", c. 1908) e infine sfocia in eros negli "Amanti" di Marilù Eustachio (2006).
Nella natura morta di Bruno Croatto ("Coppa rossa con melograni", 1932) la ripetizione dei rossi melograni risuona nella ricerca ritmica e nei colori del lavoro di Isabella Ducrot ("Preghiera", 2013).
Lo sfondo di un interno divisionista prosegue nelle ripetizioni di una stoffa dove il gigante guerriero "Grifone" (Gaetano Zampogna, 2010) fa da contraltare al "Ritratto di Salvatore Di Giacomo" (Enrico Lionne, 1908).
"Con almeno due cuori tra i denti" (Lino Frongia, 2008) sorride una donna seduta, lo sguardo nascosto e rivelato un secolo prima nel "Ritratto di Lady Anne Mills" (Edoardo Gioja, 1915).
L'incanto di villa Borghese, dove tra i verdi del fogliame si adagia un giallo luminoso raggio di sole (Amedeo Bocchi, "Viale a Villa Strohl-fern", 1930), si arricchisce di mistero e architettura nel dipinto di Vladimir Pajevic ("Oltre il tempo", 2011).
E ancora: un giovane Edipo è nudo (Margareth Dorigatti, "Oedipus", 2005), il corpo svelato ed esposto come un Cristo in croce, ritrova lo sguardo nel "Ritratto di giovane" di Franceso Nonni (c. 1930).
In questa occasione la nascente galleria Maja Arte Contemporanea riceve il testimone dalla Nuova Galleria Campo dei Fiori per proseguire il viaggio nel mondo dell'Arte, spostando lo sguardo dall'Otto e Novecento italiano all'Arte Contemporanea.
Partita doppia è il trait d'union simbolico di questo passaggio, una mostra che - tra il gioco e l'affascinazione degli accostamenti - affianca un'opera del passato con una del presente.
Quadri e sculture che saltano di un secolo trovandosi accanto a dialogare su un soggetto comune fino a costituire un unicum senza tempo.
Sette gli artisti contemporanei coinvolti: Margareth Dorigatti, Isabella Ducrot, Marilù Eustachio, Lino Frongia, Vladimir Pajevic, Janine von Thüngen, Gaetano Zampogna.
Molteplici le storie raccontate in questa partita doppia dalle quattordici opere in mostra.
La sensualità di una donna avvolta nella pelliccia di volpe (Giovanni Guerrini, "Ritratto di Alba", c. 1912), prosegue e si insinua tra i fili di canapa della scultura di Janine von Thüngen ("Woman no.17", 2013). Ritrova materia su carta nella
sanguigna di Ercole Drei ("Nudo disteso", c. 1908) e infine sfocia in eros negli "Amanti" di Marilù Eustachio (2006).
Nella natura morta di Bruno Croatto ("Coppa rossa con melograni", 1932) la ripetizione dei rossi melograni risuona nella ricerca ritmica e nei colori del lavoro di Isabella Ducrot ("Preghiera", 2013).
Lo sfondo di un interno divisionista prosegue nelle ripetizioni di una stoffa dove il gigante guerriero "Grifone" (Gaetano Zampogna, 2010) fa da contraltare al "Ritratto di Salvatore Di Giacomo" (Enrico Lionne, 1908).
"Con almeno due cuori tra i denti" (Lino Frongia, 2008) sorride una donna seduta, lo sguardo nascosto e rivelato un secolo prima nel "Ritratto di Lady Anne Mills" (Edoardo Gioja, 1915).
L'incanto di villa Borghese, dove tra i verdi del fogliame si adagia un giallo luminoso raggio di sole (Amedeo Bocchi, "Viale a Villa Strohl-fern", 1930), si arricchisce di mistero e architettura nel dipinto di Vladimir Pajevic ("Oltre il tempo", 2011).
E ancora: un giovane Edipo è nudo (Margareth Dorigatti, "Oedipus", 2005), il corpo svelato ed esposto come un Cristo in croce, ritrova lo sguardo nel "Ritratto di giovane" di Franceso Nonni (c. 1930).
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isabella ducrot
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