Giorgio Bevignani. Libri-Liberi
Dal 04 Ottobre 2019 al 31 Ottobre 2019
Cesena | Forlì-Cesena
Luogo: Galleria Comunale di Palazzo del Ridotto
Indirizzo: piazza Almerici 12
Orari: Martedì-Giovedì-Venerdì 16.00-19.00; Mercoledì-Sabato-Domenica 10.30-12.30 e 16.00-19.00
Telefono per informazioni: +39 0547.356327
E-Mail info: iat@comune.cesena.fc.it
Sito ufficiale: http://www.comune.cesena.fc.it
Venerdì 4 Ottobre alle ore 18.30 presso la Galleria Comunale di Palazzo del Ridotto a Cesena, inaugura la mostra di Giorgio Bevignani dal titolo “Libri-Liberi”.
La mostra, che resterà aperta al pubblico sino a giovedì 31 ottobre, è organizzata da Comune di Cesena, Galleria Stefano Forni, Francesca Caldari con il contributo di Romagna Fiere e attraverso le opere dell’artista intende simboleggiare la continuità storica, culturale, concettuale tra l’idea rinascimentale di Biblioteca e la sua immutata funzione sociale nel terzo millennio.
Proprio per questa ragione, oltre alle creazioni esposte a Palazzo del Ridotto, un’opera site-specific di Giorgio Bevignani sarà allestita all’interno della Biblioteca Malatestiana.
Palazzo del Ridotto di Cesena sorge a pochi passi dalla Biblioteca Malatestiana, massimo esempio di biblioteca umanistica perfettamente conservata.
La sua ideazione ci riporta al 1450, quando il Convento di San Francesco chiese a Novello Malatesta, Signore di Cesena, la possibilità di costruire un nuovo spazio dove proteggere e consultare i codici. Il progetto dell’architetto Matteo Nuti, allievo di Leon Battista Alberti è un vero capolavoro. Novello Malatesta accolse quindi l’invito dei Francescani, facendosi mecenate per la costruzione della Biblioteca.
“Libri-Liberi”
Giorgio Bevignani per il titolo della mostra site-specific alla Galleria Comunale di Palazzo del Ridotto, trae ispirazione proprio dal concetto rinascimentale che da vita ad una idea “nuova” di Biblioteca: una raccolta di libri aperta a tutti. Libera, e pertanto biblioteca comunale.
“Libri-Liberi” è conoscenza, libertà, crescita, fioritura.
La parola libertà deriva difatti dal sanscrito “leudh” che significa crescere, fiorire, germogliare e che a sua volta dà origine in latino e greco ai termini “libertas” ed “eleutheros”.
“Come i semi all’interno dei quali sono presenti tutte le informazioni per far nascere e sviluppare una pianta con le stesse caratteristiche genetiche, migliorandole anche nel tempo, così - dice Giorgio Bevignani - la conoscenza trasmessa dai libri permette lo sviluppo di nuove idee, migliorando le possibilità del vivere comune.”
Le opere esposte alla Galleria d’Arte Comunale di Palazzo del Ridotto sono evocatrici di semi, trame-orditi, e ricordano la difficoltà dello stare insieme nella società.
Nella sala principale sarà allestita l’opera Soul of the dawn, 13 chilometri difibra sintetica intrecciata a maglia dall’artista, che restituisce allo spettatore una gamma cromatica sulle tonalità del rosa catapultandolo in un’atmosfera onirica e sensualmente rassicurante che ricorda un abbraccio o un’immersione nel proprio sè più intimo. Nell’ultima sala saranno visibili le opere della serie “Iridi”, una materia di poliuretano, polipropilene, silicone e pigmenti che evocano la forma dei semi.
A queste, sarà idealmente abbinata un’ulteriore creazione site-specific dell’artista che il pubblico potrà ammirare proprio all’interno della Biblioteca Malatestiana.
Silvia Grandi in un suo testo ci introduce nella specificità dell’opera “Soul of the dawn”:“Questo è il risultato tangibile di una gestualità ripetuta e di volta in volta modificata di chiaro stampo performativo, presente anche in altri lavori di Bevignani. Elementi performativi diretti, rintracciabili nel suo porsi a contatto con i materiali, come ad esempio intrecciando a maglia per mesi il filato di fibra sintetica di Soul of the dawn”.
Paola Naldi raccontando il lavoro di Bevignani scrive: “Non è scultura l’opera di Giorgio Bevignani, anche se prende forma di una cascata leggera come una rete che imprigiona l’atmosfera o di spugne che richiamano pezzi di corallo che sembrano escrescenze delle pareti. I suoi lavori sono piuttosto puro colore che si materializza in forme concrete, studio di trasparenze, di giochi traslucidi di somme e sottrazioni, rimandando ad una dimensione più profonda, nell’inconscio, delle cose”.
(testi tratti dalla rassegna stampa della mostra “Rubra Rebour” alla Galleria Stefano Forni di Bologna).
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