Franco Guerzoni. Archeologie senza restauro
Dal 18 Gennaio 2014 al 15 Marzo 2014
Bologna
Luogo: Galleria G7
Indirizzo: via Val D'Aposa 4/a
Orari: da martedì a sabato 15.30-19.30; mattina, lunedì e festivi su appuntamento
Telefono per informazioni: +39 051 2960371
E-Mail info: info@galleriastudiog7.it
Sito ufficiale: http://www.galleriastudiog7.it
Dopo quarant’anni dalla prima mostra personale tenuta da Guerzoni a Bologna, la Galleria G7, che quella esposizione ordinò e la Otto Gallery, che al lavoro dell’artista ha guardato, nel tempo, con sempre maggiore interesse, presentano oggi in stretto accordo una sfaccettata antologia di opere dell’autore, con il proposito di rivisitarne il lungo percorso ideativo, offrendo, per suo tramite, eloquente testimonianza della ricchezza dei suoi approdi espressivi. Opere vicine o molto lontane per cronologia innescano, nelle due mostre, un processo di confronti, di rimandi, di risonanze, che disegnano un avvincente itinerario di lettura, conducendo il visitatore dalle opere ultime, eseguite appositamente per le due occasioni espositive, alle ricerche prime, realizzate ancora, agli inizi degli anni Settanta, con l’ausilio dello strumento della fotografia. Un cammino che, tramite modi e tecniche diverse, si è svolto con impregiudicata coerenza, conservando inalterato e se mai ancor più potenziato il proprio originale patrimonio ispirativo, fondato su una visione del passato sentito come abbandono, rovina, archeologia senza restauro, polvere che occulta e rivela.
“Ho camminato a ritroso sui miei passi, poi sono fuggito altrove con le scarpe piene di polvere. Rivedere e riconsiderare i precedenti del mio lavoro presente non è stato un movimento innocente, sapevo che, nella sua irrisolutezza e nella dimenticanza dei tanti atti compiuti, nel mio tempo passato poteva risiedere quella scintilla polverosa che si sarebbe poi depositata sulla superficie dei nuovi lavori”.
E’con queste parole che Guerzoni offre giustificazione fondante al progetto e alla realizzazione delle due mostre, cui seguirà, in primavera, una terza esposizione al MAMbo che raccoglierà nel museo bolognese una scelta tematica dei diversi livelli di approccio creativo che da oltre quattro decenni l'artista dedica ad una definizione di tempo visto nel suo più puro abbandono. Nell'intenzione dell'autore e del curatore, una sorta di bilancio esistenziale, nella consapevolezza che le opere sono oggetti “irrisolti”, e che continuano a dialogare tra loro riattivando l'energia per altre prove.
La mostra sarà incentrata sul dialogo tra un'intervento dell'artista eseguito direttamente su parete dal titolo "Impossibili restauri" e un gruppo di opere. Alcune di esse sono accomunate dal medesimo titolo: "Spia" altre, precedenti, sono caratterizzate, oltre che dalla presenza della fotografia, dall'uso della tecnica mista in modo tale da alludere, seppur parzialmente, al motivo delle rovine e dei fenomeni di "sedimentazione" operata dal tempo sulle pareti, esattamente come avverrà con il grande lavoro "Impossibili restauri" pensato per il muro della galleria.
“Spia” può considerarsi un ciclo autonomo nella produzione di Franco Guerzoni, probabilmente quello meno noto, e interessa il periodo tra il 1980 e il 1982. Questa serie si configura come il momento di raccordo tra il decennio in cui prevale l'uso della fotografia e il lavoro che segnerà gli anni successivi in cui domineranno pittura e colore. Nella serie "Spia" prevale la superfice monocroma, il segno grafico e la presenza di livelli sovrapposti ottenuti, talvolta, dalla stratificazione di diversi materiali. Una semplice falla sullo strato più superficiale, una rottura, un pezzo mancante lasciano intravedere i livelli sottostanti. Ciò sembra ricordare come il passaggio da una fase della propria ricerca a quella successiva non può essere repentina, in grado di cancellare del tutto ciò che è accaduto in precedenza.
Il transito delle esperienze dell'artista nello spazio di Studio G7 è ricordato con diversi lavori degli anni '70 scelti tra i numerosi appartenenti alla collezione della galleria. Nella nicchia della sala, come in una edicola, comparirà un piccola opera del 1974 dal titolo “Dentro l'immagine”, una foto di interno abbandonato che fa da sfondo ad una nuvolosa muffa di salnitro. Quest'ultima sarà accompagnata da una delle prime tele emulsionate: “Affreschi”del 1972 con interventi in scagliola. Sarà anche visibile "Banco chimico", del 1974, sulla cui superficie è presente la muffa di salnitro esattamente come nell'opera posta sulla nicchia. Nello studio saranno inoltre esposte le opere "Sotto un sottile strato di intonaco", un dittico del 1977 e "Immagine alla polvere da sparo", del 1974, un'opera di piccole dimensioni realizzata con emulsione al carbone.
“Ho camminato a ritroso sui miei passi, poi sono fuggito altrove con le scarpe piene di polvere. Rivedere e riconsiderare i precedenti del mio lavoro presente non è stato un movimento innocente, sapevo che, nella sua irrisolutezza e nella dimenticanza dei tanti atti compiuti, nel mio tempo passato poteva risiedere quella scintilla polverosa che si sarebbe poi depositata sulla superficie dei nuovi lavori”.
E’con queste parole che Guerzoni offre giustificazione fondante al progetto e alla realizzazione delle due mostre, cui seguirà, in primavera, una terza esposizione al MAMbo che raccoglierà nel museo bolognese una scelta tematica dei diversi livelli di approccio creativo che da oltre quattro decenni l'artista dedica ad una definizione di tempo visto nel suo più puro abbandono. Nell'intenzione dell'autore e del curatore, una sorta di bilancio esistenziale, nella consapevolezza che le opere sono oggetti “irrisolti”, e che continuano a dialogare tra loro riattivando l'energia per altre prove.
La mostra sarà incentrata sul dialogo tra un'intervento dell'artista eseguito direttamente su parete dal titolo "Impossibili restauri" e un gruppo di opere. Alcune di esse sono accomunate dal medesimo titolo: "Spia" altre, precedenti, sono caratterizzate, oltre che dalla presenza della fotografia, dall'uso della tecnica mista in modo tale da alludere, seppur parzialmente, al motivo delle rovine e dei fenomeni di "sedimentazione" operata dal tempo sulle pareti, esattamente come avverrà con il grande lavoro "Impossibili restauri" pensato per il muro della galleria.
“Spia” può considerarsi un ciclo autonomo nella produzione di Franco Guerzoni, probabilmente quello meno noto, e interessa il periodo tra il 1980 e il 1982. Questa serie si configura come il momento di raccordo tra il decennio in cui prevale l'uso della fotografia e il lavoro che segnerà gli anni successivi in cui domineranno pittura e colore. Nella serie "Spia" prevale la superfice monocroma, il segno grafico e la presenza di livelli sovrapposti ottenuti, talvolta, dalla stratificazione di diversi materiali. Una semplice falla sullo strato più superficiale, una rottura, un pezzo mancante lasciano intravedere i livelli sottostanti. Ciò sembra ricordare come il passaggio da una fase della propria ricerca a quella successiva non può essere repentina, in grado di cancellare del tutto ciò che è accaduto in precedenza.
Il transito delle esperienze dell'artista nello spazio di Studio G7 è ricordato con diversi lavori degli anni '70 scelti tra i numerosi appartenenti alla collezione della galleria. Nella nicchia della sala, come in una edicola, comparirà un piccola opera del 1974 dal titolo “Dentro l'immagine”, una foto di interno abbandonato che fa da sfondo ad una nuvolosa muffa di salnitro. Quest'ultima sarà accompagnata da una delle prime tele emulsionate: “Affreschi”del 1972 con interventi in scagliola. Sarà anche visibile "Banco chimico", del 1974, sulla cui superficie è presente la muffa di salnitro esattamente come nell'opera posta sulla nicchia. Nello studio saranno inoltre esposte le opere "Sotto un sottile strato di intonaco", un dittico del 1977 e "Immagine alla polvere da sparo", del 1974, un'opera di piccole dimensioni realizzata con emulsione al carbone.
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