Fino al 6 ottobre una grande mostra e tante iniziative alle porte di Berlino

Da Roma a Potsdam gli splendori del Barocco italiano

Michelangelo Merisi da Caravaggio, Narciso alla fonte, 1597-1599, Olio su tela, 92 x 112 cm, Galleria Nazionale d'Arte Antica, Palazzo Barberini, Roma
 

Francesca Grego

18/07/2019

Mondo - Nel 1771 il re di Prussia Federico il Grande volle portare sulla piazza centrale di Potsdam le architetture del romano Palazzo Barberini: fece costruire un edificio di imponente eleganza che, a pochi passi dalla residenza estiva della corte, testimoniasse la passione dei reali per l'arte italiana diventando in poco tempo centro della vita pubblica e culturale del regno. Distrutto dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, il palazzo ha ispirato la costruzione dell'attuale Museum Barberini, che nel 2017 ha aperto i battenti nei pressi della reggia di Sansoussi, la Versailles tedesca.

È in questo scenario che nasce la mostra Baroque Pathways: the National Galleries Barberini Corsini, aperta fino al 6 ottobre nel museo alle porte di Berlino con 54 capolavori del Barocco provenienti dal museo di Roma.
Se ad aprire il percorso sono le proiezioni del monumentale soffitto dipinto da Pietro da Cortona per Maffeo Barberini, il pezzo forte è senza dubbio il Narciso del giovane Caravaggio: originale rilettura del mito ovidiano in formato “carta da gioco” - con la rappresentazione del protagonista sdoppiata nel riflesso dello specchio d'acqua sottostante – che apre la strada a novità destinate a fare scuola.
L'esposizione insegue perciò la fortuna di Caravaggio da Napoli alle Fiandre, evidenziando come l'opera dell'artista lombardo abbia dato forma all'estetica di un'epoca. Seguaci e rivali sono accostati nell'affresco della stagione grandiosa in cui la Roma di papa Urbano VIII Barberini fu un faro per gli artisti di tutta Europa: in mostra opere di Guido Reni, Jusepe de Ribera, Orazio Gentileschi, Matthias Stomer, Carlo Saraceni, Battistello Caracciolo, Giovanni Baglione, Simon Vouet. Fino a una coppia di preziosi dipinti di Artemisia Gentileschi custoditi nelle collezioni della Fondazione Prussian Palaces and Gardens di Berlino-Brandeburgo: si tratta di Davide e Betsabea e di Lucrezia e Sesto Tarquinio, che Federico il Grande acquistò senza sapere che fossero stati realizzati da una donna e che per la prima volta in 250 anni lasciano il Palazzo Nuovo di Postdam.

L'excursus sul Barocco italiano corre parallelo al racconto della passione dei re di Prussia per l'arte della penisola: dall'architettura alla pittura, dai soggetti biblici e mitologici alle scene bucoliche, fino alla Galleria delle Follie di Federico Guglielmo II. Un itinerario da gustare nei dettagli grazie al tour tra 30 opere e monumenti di Potsdam predisposti in occasione della mostra e fruibile grazie alle audioguide e all'app messe a disposizione dal museo in tre lingue (tedesco, inglese e italiano).
Per tutta l'estate, inoltre, la cittadina nei pressi di Berlino sarà animata da concerti, percorsi speciali, proiezioni cinematografiche, aperture serali dei palazzi, incontri dedicati dedicati all'arte e alla cultura italiana.