Da scoprire i capolavori di Rubens, Van Dyck, Veronese, Caravaggio, Guido Reni e Canova

Genova: il secolo d'oro dei palazzi artistocratici, oggi patrimonio UNESCO

Genova, Gregorio De Ferrari, Galleria degli Amori degli Dei | Foto: © Laura Guida
 

Samantha De Martin

17/11/2023

Genova - Una Repubblica propria de Gentilhuomini. Così Pieter Paul Rubens, già quattro secoli fa, aveva definito Genova, quando a vent’anni vi era giunto per la prima volta, lasciandosi travolgere dal suo fermento intellettuale e artistico. A far scattare il colpo di fulmine furono la raffinatezza della cultura e dei costumi, la bellezza delle donne, ma soprattutto l'eleganza delle sue architetture, la stessa che indusse il pittore, nel 1622, una volta tornato ad Anversa, a dare alle stampe il volume Palazzi di Genova. Un’antologia illustrata delle più belle dimore della città nel momento del suo massimo splendore.

A distanza di oltre quattro secoli la città che Petrarca chiamò “Superba per uomini e per mura, signora del mare” e che Čechov stimava la più bella al mondo, continua a incantare, preparandosi a vivere un 2024 scoppiettante, con il suo elegante centro storico, i suoi raffinati palazzi, 42 dei quali dichiarati Patrimonio dell’Umanità UNESCO, e l’ampia offerta culturale che assiste a una ricca agenda di mostre.

Oggi i palazzi dei Rolli ospitano residenze, banche, uffici pubblici e privati, ristoranti, musei, declinando al presente gli splendori del secolo d’oro. Molti sono ancora di proprietà privata, in alcuni casi ancora appartenenti alla famiglia che li fece costruire.
Ecco perché tra gli eventi di punta del 2024 genovese spiccano i Rolli Days, aperture straordinarie in programma dal 19 al 21 gennaio 2024 e dal 17 al 19 maggio 2024, quando ci si potrà addentrare in questi scrigni, molti dei quali solitamente non accessibili al pubblico, con visite gratuite.


Il giardino di Palazzo Bianco e di Palazzo Rosso a Genova | Foto: © Carlo Alberto Alessi

Ad un fortunato momento della storia cittadina - quando la potenza economica della Repubblica Marinara si affermò in tutto il Mediterraneo - all’indomani della vittoria su Pisa nella battaglia navale della Meloria del 1284 - è legato Palazzo Ducale (non incluso nella lista Unesco), oggi dinamico Centro culturale e sede della Fondazione per la Cultura.

Perché la Superba è soprattutto il suo immenso patrimonio Unesco costellato di architetture e di palazzi dove è ancora vivo il ricordo della stagione straordinaria vissuta tra il Rinascimento e l’età barocca quando la città, regina del commercio e degli scambi per tutto il Medioevo, deteneva lo scettro di capitale della finanza grazie alle ingenti ricchezze accumulate dalle famiglie aristocratiche che la governavano.
Durante “El Siglo de los Genoveses”, durato in realtà molto più di un secolo, Genova prospera e si arricchisce. La bellezza del suo centro storico, la luminosità delle preziose architetture dei palazzi, affondano le radici proprio in questo suo intrigante passato.

Intorno alla metà del Cinquecento, molte illustri casate genovesi avevano provveduto a rinnovare completamente le loro antiche dimore raggomitolate tra i vicoli stretti del centro storico, mentre le famiglie più importanti si erano dotate di nuove, ricchissime residenze in Strada Nuova (l’attuale Via Garibaldi), uno straordinario quartiere monumentale creato ex novo per celebrare la grandezza dell’aristocrazia della città.


Genova, Palazzo Tobia Pallavicino, Sala Dorata | Foto: © C. Fanni

Da quel momento i palazzi delle famiglie genovesi si trasformano in residenze di ineguagliabile eleganza, con le loro facciate scenografiche, i cortili, gli scaloni, gli affreschi e le impressionanti collezioni d’arte.
Al pari di Venezia, Genova era una Repubblica aristocratica, ma la sede del governo, Palazzo Ducale, non era troppo adatta ad accogliere gli ospiti di Stato. Per questo motivo, nel 1576 il Senato della Repubblica di Genova diede vita ai “Rolli degli alloggiamenti pubblici”, veri e propri elenchi aggiornati periodicamente, e ancora oggi visibili presso l’Archivio di Stato di Genova, che racchiudevano i principali palazzi aristocratici della città (Rollo significava Elenco).

I proprietari dei palazzi inseriti negli elenchi erano obbligati a ricevere nelle proprie residenze, estratte di volta in volta a sorte, diplomatici, dignitari e aristocratici in visita alla Repubblica, facendosi carico di tutte le spese di rappresentanza.
I palazzi furono divisi in tre categorie, o “bussoli”, in base al loro livello di pregio architettonico e di lusso. Ad ogni categoria corrispondeva un diverso grado di dignità degli ospiti, ambasciatori, dignitari, principi sovrani, papi e imperatori.

Ne deriva un modello di ospitalità pubblica unico al mondo. Ed è proprio grazie ai suoi ospiti internazionali, come il fiammingo Rubens, che ne celebra i palazzi, la qualità delle architetture e lo stile di vita raffinato, che la fama di Genova corre veloce in tutta Europa.
Il sito “Genova, le Strade Nuove e il sistema dei Palazzi dei Rolli”, dal 2006 nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO (World Heritage List), conta 42 di questi Palazzi - concentrati per lo più tra Via Garibaldi, Via Balbi, Via Lomellini e Salita Santa Caterina - mentre l’intero centro storico ne ospita oltre cento.
Il centro storico della città, uno dei più grandi d’Europa, incarna il primo esempio europeo di un progetto di sviluppo urbano con una struttura unitaria, pianificato da un’autorità pubblica e associato a un sistema peculiare di ospitalità pubblica in residenze private.


Gli interni sontuosi di Palazzo Reale a Genova | Foto: doc.bz.it

L'area include un insieme di palazzi rinascimentali e barocchi, generalmente alti tre o quattro piani, lungo le cosiddette “Strade Nuove”, una sorta di cerniera tra le vie medievali a Sud e le strutture di traffico contemporanee a Nord. Risalenti al periodo tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo, Le Strade Nuove e il sistema dei Palazzi dei Rolli a Genova rappresentano un intervento innovativo di pianificazione urbana associato a un particolare sistema di “alloggio pubblico”, basato sulla legislazione dell’epoca.
Oltre a essere molto facoltosi, gli aristocratici genovesi erano anche molto colti. Ecco perché le decorazioni dei palazzi, gli affreschi, gli arredi, ma anche le collezioni d’arte arrivate fino a noi, ricchissime di capolavori assoluti, sono sempre di grande qualità.

Visitare oggi Genova, significa scoprire il fascino di palazzi sempre aperti, come i Musei di Strada Nuova, i tre palazzi proprietà del Comune di Genova riuniti in un unico percorso: Palazzo Bianco, Palazzo Rosso e Palazzo Tursi. All’interno sfilano le collezioni d'arte italiana e fiamminga con opere di Rubens, Van Dyck, Veronese, Caravaggio, Guido Reni, Canova e dei più illustri artisti della scuola genovese, che fanno capolino da sontuosi saloni affrescati.

Se Palazzo Tursi è noto per la presenza del famoso “Cannone”, il violino di Guarneri del Gesù che Niccolò Paganini lasciò al Comune, al Museo di Palazzo Reale e dalle Gallerie Nazionali di Palazzo Spinola che appartengono allo Stato, è possibile ammirare ricche quadrerie con i ritratti dell'aristocrazia genovese realizzati da Rubens e Van Dyck, accanto a capolavori di artisti come Antonello da Messina, Luca Giordano, Bernardo Strozzi, tra arredi d'epoca, argenterie, suppellettili e arazzi perfettamente conservati.
E allora non resta che attendere le nuove edizioni 2024 dei Rolli Days per scoprire le meraviglie di Genova.


L'interno di Palazzo Balbi a Genova | Foto: Laura Guida