Luci d’Oriente. Le fotografie dei fratelli Zangaki
Dal 24 Novembre 2016 al 31 Gennaio 2016
Genova
Luogo: Musei di Strada Nuova - Palazzo Rosso
Indirizzo: via Garibaldi 18
Orari: dal martedì al venerdì 9-18.30; sabato e domenica 9.30-18.30; lunedì chiuso
Curatori: Elisabetta Papone, Adriano Silingardi
Costo del biglietto: Il biglietto comprende la visita a Palazzo Rosso, Palazzo Bianco e Palazzo Tursi: Intero € 9, Ridotto € 7, Ridotto per gli ultra 65 anni € 7. Gratuito per i cittadini UE da 0 a 18 anni e la domenica per i residenti nel Comune di Genova. Gruppi Audioguide: sono disponibili in italiano, inglese e francese a € 5
Telefono per informazioni: +39 010 2759185
E-Mail info: museidistradanuova@comune.genova.it
Sito ufficiale: http://www.museidigenova.it
Un’affascinante viaggio nella storia e nel tempo: i fratelli Zangaki, Georges e Constantine, hanno prodotto migliaia di fotografie, delicatissime stampe all’albumina, durante la loro permanenza nei paesi del Vicino e Medio Oriente, tra 1865 e 1890.
Come spesso succede per i fotografi, non sappiamo molto della loro vita. Quasi certamente di origine greca, ma forse nati in Egitto, Georges e Constantine vivono e lavorano a Port Said e al Cairo. L’atelier più importante era al Cairo, mentre la filiale di Port Said era utile per le campagne fotografiche legate alla costruzione del canale di Suez (1859-1869). Non si conoscono le date di nascita e di morte dei due, ma certamente furono attivi da circa il 1865-70, e terminarono di scattare immagini tra la fine del XIX secolo (Georges) e l’inizio del ‘900 (Constantine). I ritratti, che rappresentavano la principale fonte di reddito per i fotografi dell’epoca, hanno poco spazio nella loro produzione; numerosissimi invece gli scatti dedicati a Egitto, Sudan, Palestina, Siria.
Le loro campagne fotografiche si svolgono a ridosso della costruzione del Canale di Suez: la grande impresa, e soprattutto la Compagnia del Canale, avevano bisogno di una narrazione fluida, di facile divulgazione e dal carattere promozionale, e il mezzo fotografico si rivelava ideale, rappresentava una sorta di esperanto immediatamente riconoscibile e leggibile da tutti, sapeva costruire un racconto visivo di immediata diffusione. E questo trascinava con sé un complesso mercato di immagini, ricco di luoghi ancora ignoti, territori in parte inesplorati, uomini e donne sconosciuti. Immagini cariche di fascino ma sempre presentate con un’impostazione rassicurante: inquadrature solitamente frontali, a distanza, riprese spesso dall’alto, che riuscivano a trasmettere la sensazione di abbracciare, e quindi comprendere e dominare, tutto lo spazio. Figure femminili misteriose nei veli che ne coprivano in parte il volto, ma anche indotte in accattivanti e seducenti pose “all’occidentale”, conformi al gusto dei probabili acquirenti.
I fratelli Zangaki si inseriscono nel giovane ma già florido mercato delle immagini, rivolto nella sostanza a un pubblico “straniero”, cioè occidentale.
Una particolarità che li distingue dalla quasi totalità dei loro colleghi dell’epoca è l’abitudine di ritrarsi in moltissime fotografie, come se sentissero la necessità di tramandare non solo il loro lavoro ma anche i loro volti. La loro presenza nelle foto è una presenza viva, quasi giocosa: anche se può arrivare a punte di inconsapevole cinismo, come quando si accompagna al racconto visivo del drammatico bombardamento di Alessandria, operato dalla flotta britannica nel 1882.
La mostra si inserisce nella programmazione di GenovaFotografia, iniziativa dei musei civici dedicata al linguaggio fotografico nelle sue diverse declinazioni, e si è avvalsa della piena collaborazione di Adriano Silingardi, fotografo e collezionista, che ha nuovamente messo a disposizione (come già avvenuto nel 2014, in occasione della mostra dedicata a Luigi Fiorillo, avventuroso fotografo di Alessandria d’Egitto) parte della sua preziosa raccolta storica dedicata al Medio Oriente.
La mostra è accompagnata da un’agile pubblicazione, disponibile presso il Museum shop dei Musei di Strada Nuova.
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