Le Stanze della dea. Dipinti e opere grafiche di Giorgio Radice
Dal 04 Novembre 2017 al 30 Novembre 2017
Milano
Luogo: STRAFhotel&bar
Indirizzo: via San Raffaele 3
Telefono per informazioni: +39.02.80508751
E-Mail info: pr@straf.it
Sito ufficiale: http://www.straf.it
La mostra si svolgerà in alcune stanze dell’hotel, oltre che nelle aree comuni, dal 4 al 30 novembre 2017
Le stanze saranno visitabili dal pubblico solo su richiesta scrivendo a pr@straf.it o telefonando allo 02/80508751
Progetto di Sarah Mancino, Anna Bocchi, Serena Spinelli – Art & the City
Video a cura di Lorena Tortora
Nato nel 2003, il design hotel&bar STRAF, disegnato da Vincenzo De Cotiis, compie 14 anni.
STRAFhotel&bar è uno spazio non convenzionale dal concept intellettuale nel cuore di Milano. Situato accanto al Duomo, nel centro della città, nasce nel rispetto di un concetto di ospitalità caratterizzato da un servizio personalizzato e attento, ma non formale.
L’estrema funzionalità hi-tech di impronta minimalista e l’atmosfera calda e intima degli ambienti realizzati con materiali inusuali, da ricondursi all’arredo industriale e all’arte povera, al riciclo e alla sperimentazione, ne fanno un luogo speciale.
Lo STRAF è un luogo dove l’ospitalità gioisce dell’arte e per questa occasione alcune stanze e gli spazi comuni dell’Hotel ospiteranno 18 grandi dipinti, svariate opere grafiche e piccoli pastelli oleosi in un contesto che si sposa meravigliosamente con l’atmosfera generata da Radice. I materiali sia nobili che rudi utilizzati nell’interior design delle camere sembrano evocare le stesse pietre feconde e gli stessi monoliti raccontati dal pittore. Nelle linee eleganti e sobrie di questo spazio echeggiano a loro volta le forme dei templi primigeni.
L'artista nasce a Milano nel 1938.
La sua formazione artistica e culturale inizia nel 1952 nello studio di Ugo Galetti, pittore tradizionale nell’ambito dell’impressionismo lombardo.
In seguito gli furono maestri (per l’arte moderna) anche Enrico Accantino di Roma e Mario Ballocco.
Prima di dedicarsi all’insegnamento presso la scuola d’Arte del Castello Sforzesco ha lavorato come grafico e redattore in alcune case editrici progettando campagne, curando edizioni di libri e riviste di settore e offrendo prestazioni professionali alla Garzanti e Mondadori. Per quanto riguarda la pittura si ritiene uno spirito libero e non segue nessuna corrente. Dipinge ciò che gli piace.
Ciò che conta per lui è il risultato. Molte sono le anime femminili che hanno collaborato a questo progetto ma la “prima donna” dell’opera di Radice è la Dea primigenia Eurinome. Personaggio che non proviene esclusivamente dalla grande famiglia greco romana, ormai popolarissima, ma che invece affonda le sue radici sofisticate nell’antica mitologia sumera e in tutto il bacino del mediterraneo. Inoltre, i magici ed arcaici paesaggi del pittore, racchiudono anche reminiscenze nordiche, poiché le sue pietre feconde risuonano anche nel mondo celtico e nelle leggende nate attorno ai monoliti di questa cultura.
Ella viaggia dunque tra mari e monti attraverso i continenti. Esaminando la genesi del suo nome scopriamo che Eurinome significherebbe “vagante in ampi spazi”.
Lo “spazio” temporale e artistico del pittore è certamente ampio, poiché avvicina la durezza dei fabbricati (primitivi e non) alla soffice ed impalpabile aria che li circonda, la mitologia alla concretezza dell’industria...l’anima all’animus.
Il suo metodo stilistico riflette tutte queste contrapposizioni: sovente è il colore denso, ben strutturato a manifestarsi per primo sulla superficie; in seguito è il disegno libero ed essenziale, aggiunto con velocità istintiva che completa ed armonizza la composizione.
A proposito sottolineo che Giorgio Radice ama autodefinirsi semplicemente come “uno che dipinge”. Definizione che rivela il suo animo genuino e profondo, leggero, liberissimo dalle mode e dalle pretenziose gerarchie dell’arte. Tuttavia, nessun artista può essere veramente eremita, elevarsi così tanto dal mondo evitando di assorbire alcuna sua vibrazione temporale. Ecco perché il suo mondo artistico, a mio parere, inconsciamente si accompagna ad illustri riverberi culturali provenienti, in parte, dal novecento italiano e oltre.
Arduo, per esempio, non ricordare le atmosfere profonde e silenziose della Metafisica, non sentire anche un delicato eco dell’espressionismo astratto americano nel modo in cui il pigmento cola liberamente sulla carta in alcuni punti, nel modo in cui una macchia di colore possa raccogliere un mondo intero di emozioni. Ma restiamo anche incantati dalla bellezza della mise en page; così orientale nel suo ricercato equilibrio tra vuoto e pieno, tra immagine e linea calligrafica.
E così Eurinome deve aver sorvolato anche l’antico Giappone... ma per un breve tempo sarà ospitata a Milano nelle stanze dell’Hotel Straf dove avrò l’immenso piacere di curare il suo soggiorno.
Potrebbe sembrare conflittuale e desacralizzante mettere una Dea in una camera d’albergo. Ma quando apriamo quella porta numerata dalla chiave speciale non ci aspettiamo forse di vedere qualcosa di straordinario? Le stanze di un albergo accolgono tante anime, tante speranze, tante storie...siamo abituati a riempirle, anche solo provvisoriamente, con le tracce della nostra identità. In questa occasione ogni volta che varcheremo la soglia entreremo a contatto con la Dea, alla quale è permesso di abitarle tutte, lasciando dietro di sé un dolce anelito.
Tracce delicate del suo profumo, che possiamo scorgere nel lavoro di Giorgio Radice.
Testo di Serena Spinelli
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