Arte e Lavoro: la Collezione Verzocchi

Opera appartenente alla collezione Verzocchi
06/05/2004
Roma ospita fino al 13 giugno 2004, presso il Complesso del Vittoriano, una mostra di grande originalità e pregio ispirata al tema del lavoro: Il lavoro nell’Arte: la Collezione Verzocchi. La Collezione, “unica ed esemplare”, fu promossa e realizzata da Giuseppe Verzocchi (1887-1970), instancabile imprenditore, appassionato d’arte e fine committente.
Cordiale e intraprendente, Verzocchi si rivolse a un gruppo validissimo di artisti appartenenti alla prima e seconda generazione del ‘900, per dare vita a una raccolta che rappresentasse i molteplici aspetti del lavoro umano. Malaparte definì la Collezione “quanto di meglio avesse la pittura italiana contemporanea”, cogliendo il tratto sostanziale dell’iniziativa: fissare, nella simultaneità di una raccolta, lo stato dell’arte di tendenze e generazioni diverse di artisti (tra i 20 e gli 80 anni), negli anni del dopoguerra. Pareri lusinghieri espressero Croce, Quasimodo, Bontempelli, Soffici. La mostra fu presentata alla Biennale di Venezia del 1950.
La Collezione, composta da 70 oli e 70 autoritratti dei maggiori artisti degli anni ‘50, tra i quali Carrà, De Chirico, Guttuso, Rosai, Sironi, Vittorini, proviene dalla Pinacoteca Civica di Forlì, alla quale fu donata il 1 maggio del 1961 e a cui si deve, per la prima volta, il prestito dell’intera raccolta.
Cosa unisce lavoro e arte? L’artista stesso è lavoratore e l’arte, prima di tutto, è “un fare”. Nella collezione si ammirano, a confronto, non solo rappresentazioni diverse dei differenti lavori, ma anche i modi di lavorare dei singoli artisti. Delle tele affascinano le differenze stilistiche, tecniche, cromatiche, concretizzate in pennellate estremamente dissimili che attraversano il corpo delle tele. Convivono la plasticità e il dinamismo futuristi di Depero (“Tornio e telaio”), la linea realista di Guttuso (“Bracciante siciliano”), l’“uso violento del colore” di Sassu, l’“immediatezza di ritmo” di De Pisis, le delicatezze del postimpressionismo di certa pittura di ambiente fiorentino. Pregevole il catalogo (Palombi Editori), che suggerisce raggruppamenti delle opere secondo criteri essenziali per l’arte del dopoguerra.
Lo storico dell’arte Valentino Pace, tra i curatori della mostra e nipote dell’illustre “mecenate”, ricorda con commozione come lo zio dedicò la vita e la Collezione al suo massimo ideale: la “dignità del lavoro”. Verzocchi riuscì a promuovere insieme, nel mondo, l’arte italiana e la propria industria (di materiali refrattari) indicando agli artisti, oltre a tema e dimensioni dei quadri, di inserire nelle opere il mattoncino con le iniziali dei soci della ditta (V-D). Un fitto e inestimabile carteggio con gli artisti segue la genesi della Collezione e dei singoli lavori.
Arte e Lavoro: la Collezione Verzocchi
Roma, Complesso del Vittoriano, via San Pietro in Carcere
Dal 2 maggio al 13 giugno 2004
Dal lun. al giov.: 9.30-19.30; ven. e sab.: 9.30-23.30; dom.: 9.30-20.30.
Ingresso gratuito. Info: 06/6780664
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