Tutela e conservazione del patrimonio Unesco a Vercelli
Al via il restauro della Strage degli Innocenti
Angela Langhi |
Strage degli Innocenti
Francesca Grego
13/01/2017
Vercelli - Ha finalmente un mecenate la Cappella della Strage degli Innocenti di Varallo. Dopo Palazzo Malacrida a Morbegno e le Cappelle del Battesimo di Cristo e di Cristo avvolto nella Sindone, sempre al Sacro Monte, la fondazione svizzera Isabel und Balz Baechi (IBBS) investirà 400 mila Euro nel recupero dell’opera che da quattro secoli impressiona i visitatori del sito Unesco della Valsesia. A questi si aggiunge il contributo della Ernst Göner di Zug.
Secondo Renata Lodari, presidente dell’Ente di gestione dei Sacri Monti, il lavoro potrà essere completato entro l’autunno 2018. A portarlo a termine saranno gli allievi del corso specialistico di restauro della SUPSI, la scuola universitaria della Svizzera Italiana, diretti da Stefania Luppichini.
Del “gran teatro montano” di Varallo, come Giovanni Testori definì le quarantaquattro cappelle del Sacro Monte, quella della Strage degli Innocenti è certamente la più sconvolgente. Più di settanta statue in terracotta policroma a grandezza naturale ricostruiscono con minuzioso realismo una delle scene più efferate del Nuovo Testamento.
L’opera tardo cinquecentesca di Giacomo Paracca di Valsolda, detto “il Bargnola”, fa parte di un più ampio percorso devozionale.
Nelle intenzioni del frate francescano Bernardino Caimi, che lo concepì sul finire del XVI secolo, il Sacro Monte avrebbe dovuto rappresentare una sorta di Nuova Gerusalemme, che riproducesse i luoghi della Terrasanta ed evitasse ai pellegrini i pericoli di un viaggio oltre il Mediterraneo. Lungo i due secoli che servirono a completarlo, il progetto si trasformò nel racconto della vita di Cristo, una monumentale sacra rappresentazione interpretata da circa ottocento statue, fissa in un istante eterno.
Secondo Renata Lodari, presidente dell’Ente di gestione dei Sacri Monti, il lavoro potrà essere completato entro l’autunno 2018. A portarlo a termine saranno gli allievi del corso specialistico di restauro della SUPSI, la scuola universitaria della Svizzera Italiana, diretti da Stefania Luppichini.
Del “gran teatro montano” di Varallo, come Giovanni Testori definì le quarantaquattro cappelle del Sacro Monte, quella della Strage degli Innocenti è certamente la più sconvolgente. Più di settanta statue in terracotta policroma a grandezza naturale ricostruiscono con minuzioso realismo una delle scene più efferate del Nuovo Testamento.
L’opera tardo cinquecentesca di Giacomo Paracca di Valsolda, detto “il Bargnola”, fa parte di un più ampio percorso devozionale.
Nelle intenzioni del frate francescano Bernardino Caimi, che lo concepì sul finire del XVI secolo, il Sacro Monte avrebbe dovuto rappresentare una sorta di Nuova Gerusalemme, che riproducesse i luoghi della Terrasanta ed evitasse ai pellegrini i pericoli di un viaggio oltre il Mediterraneo. Lungo i due secoli che servirono a completarlo, il progetto si trasformò nel racconto della vita di Cristo, una monumentale sacra rappresentazione interpretata da circa ottocento statue, fissa in un istante eterno.
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