Fino al 9 dicembre al MuSa
Italianissima. A Salò un omaggio all'arte del Novecento
Ottone Rosai, Omino nella strada, 1948
Samantha De Martin
24/04/2018
Brescia - Un colorato sentiero tra i fermenti dell’arte del Novecento scivola da Firenze a Salò seguendo il fil rouge intessuto di una creatività tutta italiana. Parte della raccolta di opere d’arte donate al Museo Novecento dal mecenate e colleziosita Alberto della Ragione esce per la prima volta dalla sua sede fiorentina per raggiungere il MuSa - Museo di Salò - al centro di un appassionante percorso scandito da oltre 80 opere di artisti illustri, da Casorati a Carrà, da de Chirico a Mafai, da Rosai a Scipione.
Quello attraverso Italianissima - un progetto di Contemplazioni, a cura di Giovanni Lettini, Stefano Morelli e Sara Pallavicini, realizzato in collaborazione con il Museo Novecento di Firenze, prestigiosa realtà museale ideata del critico Carlo Ludovico Ragghianti - è un viaggio in una realtà lontana, un peregrinare incessante oltre l’apparenza delle cose, con la determinata volontà di sovvertire il concetto di arte prima di allora concepito.
Fino al 9 dicembre Lucio Fontana, un Achrome tra i più grandi mai realizzati da Piero Manzoni, un intrigante disegno di Alberto Savinio - opere provenienti da collezione privata - affiancheranno i capolavori donati al Museo Novecento da Alberto della Ragione, che scelse di acquistare le opere di artisti contemporanei per “non passare ad occhi chiusi tra l’arte del suo tempo, ma per dare all’opera dell’artista vivente il legittimo conforto di una tempestiva comprensione”.
Un colorato itinerario diviso in otto sezioni - Ora et labora, Il volto santo, Ritratti e nuova estetica, Paradisi perduti, Sacri riti, Scenografie urbane, Presagi, Natura viva e infine Guardami - spazia dal tema del lavoro alla preghiera, dal ruolo del paesaggio al concetto di natura morta, fino a raggiungere il corteo di figure femminili, dipinte, scolpite, sofferte, sognate dagli artisti in mostra.
«Si tratta di un’esposizione - spiega il direttore del MuSa Giordano Bruno Guerri - che, ripercorrendo i fervori ed i fermenti dell’arte italiana tra le due guerre, vuole farsi attenta riflessione di tutte quelle tappe fondamentali per gli sviluppi dell’arte nazionale e internazionale di questo secolo».
Nell’ultima parte del percorso, il MuSa, in collaborazione con la Civica Raccolta del Disegno di Salò, presenta una prestigiosa selezione di opere a cura di Marcello Riccioni, legate all’ambiente degli artisti esposti.
Ci sono il Ritratto della madre di Renato Birolli e il Portacenere di Guttuso, le Donne sedute di Santomaso e l’Omino nella strada di Rosai a fare capolino dal percorso che cavalca l’intero Novecento.
E infine i disegni, che donano al visitatore una visione intima e naturale dell’artista, svelando un sentimento di ricerca e spontaneità.
Leggi anche:
• Italianissima. Un omaggio all'arte italiana del Novecento
• Il Museo della Follia fa tappa a Salò
• Firenze: il nuovo corso del Museo Novecento
Quello attraverso Italianissima - un progetto di Contemplazioni, a cura di Giovanni Lettini, Stefano Morelli e Sara Pallavicini, realizzato in collaborazione con il Museo Novecento di Firenze, prestigiosa realtà museale ideata del critico Carlo Ludovico Ragghianti - è un viaggio in una realtà lontana, un peregrinare incessante oltre l’apparenza delle cose, con la determinata volontà di sovvertire il concetto di arte prima di allora concepito.
Fino al 9 dicembre Lucio Fontana, un Achrome tra i più grandi mai realizzati da Piero Manzoni, un intrigante disegno di Alberto Savinio - opere provenienti da collezione privata - affiancheranno i capolavori donati al Museo Novecento da Alberto della Ragione, che scelse di acquistare le opere di artisti contemporanei per “non passare ad occhi chiusi tra l’arte del suo tempo, ma per dare all’opera dell’artista vivente il legittimo conforto di una tempestiva comprensione”.
Un colorato itinerario diviso in otto sezioni - Ora et labora, Il volto santo, Ritratti e nuova estetica, Paradisi perduti, Sacri riti, Scenografie urbane, Presagi, Natura viva e infine Guardami - spazia dal tema del lavoro alla preghiera, dal ruolo del paesaggio al concetto di natura morta, fino a raggiungere il corteo di figure femminili, dipinte, scolpite, sofferte, sognate dagli artisti in mostra.
«Si tratta di un’esposizione - spiega il direttore del MuSa Giordano Bruno Guerri - che, ripercorrendo i fervori ed i fermenti dell’arte italiana tra le due guerre, vuole farsi attenta riflessione di tutte quelle tappe fondamentali per gli sviluppi dell’arte nazionale e internazionale di questo secolo».
Nell’ultima parte del percorso, il MuSa, in collaborazione con la Civica Raccolta del Disegno di Salò, presenta una prestigiosa selezione di opere a cura di Marcello Riccioni, legate all’ambiente degli artisti esposti.
Ci sono il Ritratto della madre di Renato Birolli e il Portacenere di Guttuso, le Donne sedute di Santomaso e l’Omino nella strada di Rosai a fare capolino dal percorso che cavalca l’intero Novecento.
E infine i disegni, che donano al visitatore una visione intima e naturale dell’artista, svelando un sentimento di ricerca e spontaneità.
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