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Charlotte - La nostra recensione
Un fotogramma da Charlotte, 2021, 92 minuti, Film di animazione diretto da Éric Warin e Tahir Rana, con Keira Knightley e Marion Cotillard
Fabio Di Spirito
02/11/2021
Breve la vita tormentata di Charlotte Salomon, stretta tra arte, depressione, nazismo. Un rinnovato interesse per la sua storia, che intreccia sofferti percorsi esistenziali alle tragiche derive della storia del XX secolo, ha portato in questi ultimi anni alla produzione di libri, graphic novel e film tutti affascinati dalla figura di questa giovane donna attraversata dai demoni.
Charlotte, film di animazione 2D diretto da Eric Warin e Tahir Rana, è stato presentato all’ultima Festa del Cinema di Roma che si è tenuta in ottobre, ed ha riscosso un notevole successo di pubblico e di critica. La storia di Charlotte è abbastanza nota: nata nel 1917 in una benestante famiglia ebrea di Berlino, il cui ramo materno (la madre e la zia di Charlotte) mostrava una forte propensione al suicidio, si avviò agli studi artistici, ultima studentessa ebrea iscritta all’Accademia di Belle Arti, nella Berlino attraversata da un pesante clima antisemita. Nel 1936 Charlotte raggiunge i nonni che vivono in un paese nel Sud della Francia, dove anche la nonna, dopo un primo tentativo non riuscito, si suicida gettandosi dalla finestra. Imprigionata col nonno nel campo di internamento di Gurs, ai confini con la Spagna, riesce a ritornare a Nizza ove inizia una febbrile attività artistica iniziando a rappresentare, sotto forma di 769 disegni a tempera, annotazioni, diari, accompagnamenti musicali, gli eventi e i personaggi della sua vita. Nel 1943 sposa Alexander Nagler, un rifugiato tedesco, e prima di venire incarcerata riesce a salvare il suo opus artistico, affidandolo ad un medico di famiglia di Nizza e chiamandolo Vita? o Teatro?.
Charlotte muore a 26 anni, incinta di cinque mesi, nel campo di Auschwitz, quasi certamente lo stesso giorno del suo arrivo.
Un fotogramma da Charlotte, 2021, 92 minuti, Film di animazione diretto da Éric Warin e Tahir Rana, con Keira Knightley e Marion Cotillard
Questa la storia di Charlotte, un vettore tremendo di pulsioni artistiche, affettive, psichiche, storiche, aggrovigliate a plasmare una storia unica. Ove il rischio è proprio quello che questa unicità, questa tragica esemplarità della grande tragedia del secolo breve, metta in ombra il lavoro di Charlotte, la natura irripetibile e unica del suo genio artistico. Quei disegni dai colori così intensi e luminosi, quel tratto in cui si rinnova la lezione dell’Espressionismo, però ingentilita da una fantasia ironica e divertita, quella integrazione tra disegno e testo, che ha fatto parlare di Vita? o Teatro? (il cui manoscritto è conservato nei sotterranei del Museo Ebraico di Amsterdam) come del primo graphic novel mai realizzato.
Un fotogramma da Charlotte, 2021, 92 minuti, Film di animazione diretto da Éric Warin e Tahir Rana, con Keira Knightley (versione inglese) e Marion Cotillard (versione francese)
Non c’è dubbio che accostarsi all’opera di Charlotte Salomon significhi affrontare un incrocio che l’arte contemporanea ha praticamente dimenticato, la saldatura cioè tra arte e vita, l’analisi dell’opera d’arte come espressione di una irresistibile urgenza esistenziale, di una bruciante riscrittura della memoria che si placa solo nel suo depositarsi sul foglio bianco (che sia arte o letteratura poco importa). Con Charlotte le aspirazioni dell’artista diventano ossessioni sensibili, l’ossessione di catturare l’infinita indicibilità dell’esistenza trasformandola in un dispositivo sul potere cognitivo dell’immaginazione.
Leggi anche:
• Charlotte Salomon, un poema dipinto
• FOTO: Vita? o Teatro? La voce eterna di Charlotte Salomon
• Charlotte Salomon. Vita? o Teatro?
Charlotte, film di animazione 2D diretto da Eric Warin e Tahir Rana, è stato presentato all’ultima Festa del Cinema di Roma che si è tenuta in ottobre, ed ha riscosso un notevole successo di pubblico e di critica. La storia di Charlotte è abbastanza nota: nata nel 1917 in una benestante famiglia ebrea di Berlino, il cui ramo materno (la madre e la zia di Charlotte) mostrava una forte propensione al suicidio, si avviò agli studi artistici, ultima studentessa ebrea iscritta all’Accademia di Belle Arti, nella Berlino attraversata da un pesante clima antisemita. Nel 1936 Charlotte raggiunge i nonni che vivono in un paese nel Sud della Francia, dove anche la nonna, dopo un primo tentativo non riuscito, si suicida gettandosi dalla finestra. Imprigionata col nonno nel campo di internamento di Gurs, ai confini con la Spagna, riesce a ritornare a Nizza ove inizia una febbrile attività artistica iniziando a rappresentare, sotto forma di 769 disegni a tempera, annotazioni, diari, accompagnamenti musicali, gli eventi e i personaggi della sua vita. Nel 1943 sposa Alexander Nagler, un rifugiato tedesco, e prima di venire incarcerata riesce a salvare il suo opus artistico, affidandolo ad un medico di famiglia di Nizza e chiamandolo Vita? o Teatro?.
Charlotte muore a 26 anni, incinta di cinque mesi, nel campo di Auschwitz, quasi certamente lo stesso giorno del suo arrivo.
Un fotogramma da Charlotte, 2021, 92 minuti, Film di animazione diretto da Éric Warin e Tahir Rana, con Keira Knightley e Marion Cotillard
Questa la storia di Charlotte, un vettore tremendo di pulsioni artistiche, affettive, psichiche, storiche, aggrovigliate a plasmare una storia unica. Ove il rischio è proprio quello che questa unicità, questa tragica esemplarità della grande tragedia del secolo breve, metta in ombra il lavoro di Charlotte, la natura irripetibile e unica del suo genio artistico. Quei disegni dai colori così intensi e luminosi, quel tratto in cui si rinnova la lezione dell’Espressionismo, però ingentilita da una fantasia ironica e divertita, quella integrazione tra disegno e testo, che ha fatto parlare di Vita? o Teatro? (il cui manoscritto è conservato nei sotterranei del Museo Ebraico di Amsterdam) come del primo graphic novel mai realizzato.
Un fotogramma da Charlotte, 2021, 92 minuti, Film di animazione diretto da Éric Warin e Tahir Rana, con Keira Knightley (versione inglese) e Marion Cotillard (versione francese)
Non c’è dubbio che accostarsi all’opera di Charlotte Salomon significhi affrontare un incrocio che l’arte contemporanea ha praticamente dimenticato, la saldatura cioè tra arte e vita, l’analisi dell’opera d’arte come espressione di una irresistibile urgenza esistenziale, di una bruciante riscrittura della memoria che si placa solo nel suo depositarsi sul foglio bianco (che sia arte o letteratura poco importa). Con Charlotte le aspirazioni dell’artista diventano ossessioni sensibili, l’ossessione di catturare l’infinita indicibilità dell’esistenza trasformandola in un dispositivo sul potere cognitivo dell’immaginazione.
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