Re-Generation. I giovani ripensano le cose
Dal 14 Aprile 2016 al 31 Dicembre 2016
Milano
Luogo: Lombardini22
Indirizzo: via Lombardini 22
Curatori: Lombardini22
Costo del biglietto: ingresso gratuito
E-Mail info: eventi@lombardini22.com
Sito ufficiale: http://www.lombardini22.com
ENERGIA PURA PRONTA A DISPIEGARSI, VOGLIA DI FARE, DI PROVOCARE, DI VOLARE, DI REINTERPRETARE.
È questo lo spirito che prelude all’evento Fuorisalone 2016, organizzato per il prossimo 14 aprile dal titolo “RE-GENERATION
I giovani ripensano le cose” in concomitanza con la Milano
Design Week.
Quest’anno ci piace proporre un happening che vuole celebrare le energie e l’entusiasmo delle nuove generazioni, e il loro modo pratico, concreto e ‘vero’ di attraversare la vita e affrontare il futuro.
“Questo è il momento di celebrare la nostra più importante fonte energetica: i giovani” dice Franco Guidi, AD Lombardini22 “Pensiamo che i giovani siano una risorsa importante per il nostro Paese e cerchiamo di dimostrarlo a tutta la nostra comunità. La nostra società di progettazione ha al proprio interno 144 architetti e ingegneri con una età media di 34 anni e sperimenta quotidianamente la potenza e l’energia che questi giovani trasmettono all’organizzazione. Non solo, i giovani sono parte importante della nostra comunità ma in Italia fanno fatica a trovare lo spazio che meritano. Spesso, quando si interfacciano con aziende e istituzioni, non trovano persone altrettanto giovani con cui costruire il futuro del nostro Paese.
Noi vogliamo celebrare e facilitare questo processo provando a dare spazio a chi lancia messaggi attraverso le proprie azioni.
Nel momento della festa Lombardini22 vogliamo dare visibilità alla nostra metà più giovane, ai 72 professionisti più giovani. I volti di queste 72 persone saranno protagonisti all’interno e all’esterno del nostro spazio. Ognuno di loro sarà fotografato e ognuno esprimerà in una frase il proprio pensiero sul tema dell’energia dei giovani.
E allora via libera per il 2016 a un ciclo di eventi che si inaugura il 14 aprile e che prosegue per tutto l’anno con una serie di conversazioni dedicate ai giovani del RE. Giovani intesi non solo come quelli che stanno rinnovando il nostro mondo, quello del Real Estate, ma anche – in senso lato – come quelli che si stanno impegnando nel RE-Thinking.
Giovani che stanno portando avanti, ognuno nel proprio campo e con il proprio linguaggio, un processo di ripensamento delle cose e delle attività in chiave smart, sostenibile, artistica.
La festa del 14 aprile sarà l’occasione per cominciare a conoscerli!”
Non solo, il grande happening Lombardini22 del 14 aprile si inserisce nel circuito Green Island 2016, un ricco programma di eventi dal titolo ‘Progettare paesaggi futuri’ ideato dalla promotrice culturale Claudia Zanfi per sensibilizzare le generazioni future su temi di tutela ambientale, educazione civica, sviluppo eco-sostenibile.
LO SCULTORE CON LA MACCHINA DA CUCIRE
Non c’è evento in Lombardini22 che non ospiti l’installazione di un artista. Quest’anno diamo spazio a Revolting Mass, la personale del giovane olandese Wouter Klein Velderman (Deventer 1979), uno scultore che lavora con la macchina da cucire.
L’avevamo conosciuto in occasione della personale organizzata pochi mesi fa presso la Galleria SpazioBorgogno, diretta dal curatore ed esperto d’arte Piercarlo Borgogno, e ne eravamo rimasti affascinati!
L’installazione principale che ci propone è costituita da un aereo sospeso nella navata centrale dello studio Lombardini22 che riproduce, in scala 1:1, uno degli aerei da combattimento della prima guerra mondiale.
E dato che le ‘sculture’ di Velderman non sono autoportanti, l’artista inserisce una bizzarria nell’installazione costringendo l’aereo da combattimento alla struttura architettonica dello spazio Lombardini22 utilizzando la tecnica del bondage.
Un lavoro che suggerisce la dominazione erotica della tecnologia bellica ed evidenzia, nel contempo, la bellezza plastica, scultorea, dell’aereo (in contrapposizione al processo decostruttivo che attua l’artista per realizzare questi velivoli).
“Di questi aerei mi attrae il loro essere innocui – sussurra Velderman –
in contrapposizione alle tecnologie di volo attuali che possono essere altamente distruttive. Nel lavorare da solo alla realizzazione di questo aeroplano mi sono reso conto che esiste un ampio margine tra ciò che faccio e ciò che vorrei fare. Ed è proprio questo gap la parte più interessante e fertile per l’artista, perché è qui che trova spazio l’immaginazione. Così
ho immaginato di provare a esprimere la contraddizione tra l’innocuità e il pericolo dell’aereo, facendo ricorso alla tecnica del bondage... del resto anche la scultura ti insegna a lavorare sul bilanciamento dei pesi per ottenere un effetto equilibrato”.
L’artista, inoltre gioca con la forte relazione che sussiste tra corpo e architettura, prendendosi licenze che un architetto non potrebbe concedersi.
“Mentre sospendevo l’installazione alla navata centrale dello spazio Lombardini22 – prosegue Wouter – coglievo l’interesse, la curiosità ma anche lo spavento e la preoccupazione dei ragazzi che lavoravano sotto
di me, per via di un enorme oggetto appeso al soffitto ‘incombente’ su di loro. Questo ha molto a che fare con l’architettura e con l’impatto ‘fisico’, esperienziale, emozionale, che essa ha sul corpo. Ma il bello, in questo caso, è che l’artista può prendersi licenze che in architettura non sarebbero ‘etiche’ giocando con il senso di ‘pericolo’ che la sua installazione emana!”. FENOMENOLOGIA DELL’OPERA
Quello di Wouter Klein Velderman è un lavoro ironico e poetico. Un aereo colorato, realizzato con strutture tubolari rivestite da un’epidermide in pvc. Un oggetto che assomiglia a un giocattolo, che incarna il sogno umano
di volare. Il sogno ha qui la forma delle prime macchine da guerra volanti. Giocattoli guerreschi legati, bloccati, decostruiti, dominati, neutralizzati.
Una installazione che sembra suggerire un pensiero critico sull’evoluzione tecnologica. Forse andrebbe legata, controllata, dominata? Ma anche
la meraviglia, lo stupore, l’emozione generata dagli oggetti di grandi dimensioni quasi ‘imprigionati’ in un’architettura che li ‘costringe’. Immobilizzati da intrecci di funi, i minacciosi velivoli assumono un’identità ambigua: accattivante e respingente.
E poi quella scelta di RE-use, di riutilizzo di materiali industriali e poveri, in gran parte di recupero che tanto bene esprime ‘lo spirito del nostro tempo’. “Il giovane artista – conferma Franco Guidi – lavora su temi che ci stanno particolarmente a cuore:
utilizza materiali poveri riciclati in sintonia con il tema della sostenibilità così centrale in architettura; lavora personalmente sull’opera d’arte, la costruisce faticando con il proprio corpo, giocando con l’interazione emozionale che si genera tra architettura, opera d’arte e pubblico; viene da una comunità – quella olandese – che ha molto da insegnarci perché oltre al rispetto della iniziativa individuale agevola l’affermarsi di una comunità di artisti che lavora insieme per produrre opere sempre migliori. Uno spirito che ancora manca nel nostro Paese.
Ma la cosa che ci piace di più in Velderman è un approccio analogo alla progettazione architettonica: la ricerca di un atto artistico che non va ‘fotografato’ ma ‘vissuto’. Anche a noi di Lombardini22 interessa il fare, l’esperienza del progetto e del cantiere e la soddisfazione delle persone che abitano le nostre architetture. E in fondo questo è il senso più profondo dell’abitare: l’attivare una ‘risonanza’ tra lo spazio e colui che lo vive, progettare spazi che generino emozioni e sentimenti!”.
WOUTER KLEIN VELDERMAN
Wouter Klein Velderman (1979, Amsterdam) ha ottenuto il suo MFA nel 2009 presso l’Istituto Sandberg dopo gli studi presso la Gerrit Rietveld Academy, ove ora insegna. Il suo lavoro è stato esposto in occasione di eventi artistici in spazi pubblici, musei e gallerie internazionali tra cui Stedelijk Museum, Hertogenbosch, W139, Gimme Shelter Foundation, CBK Amsterdam, Kunstvereniging Diepenheim, Casa Testori, Milano, Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, Prato. Velderman è anche co-fondatore di Beeld Hal Werk e Kafana ad Amsterdam. Sue le sculture dello spettacolo UT (OET) della coreografa Krisztina de Châtel.
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