TRA ARTE E REALTÁ
TRA ARTE E REALTÁ - Jessica Carroll
Dal 06 Ottobre 2011 al 06 Ottobre 2011
Bologna
Luogo: GALLERIA D'ARTE MAGGIORE
Indirizzo: via D'Azeglio 15
Telefono per informazioni: +39 051 235843
In concomitanza con la settima edizione della "Giornata del contemporaneo"e dopo la fortunata partecipazione ad alcune delle mostre collettive realizzate in questi stessi spazi, Jessica Carroll torna alla Galleria d'Arte Maggiore di Bologna con una personale, fortemente voluta da Franco e Roberta Calarota. La presentazione di un nucleo significativo di opere, nate da un'interpretazione fantastica e misteriosa della natura e selezionate con cura per questa esposizione, invita alla riflessione sulla ricerca scultorea dell'artista. A scandire l'originale percorso espositivo sono infatti anguille, api, seppie, acciughe, svariate tipologie di piante vegetali, pensate e realizzate per dare corpo al tema della ricerca di direzione e del rapporto tra natura e tecnologia.
Una frizzante combinazione tra i temi naturalistici tipici della biologia, il gioco ludico e la simbologia legata al mito, è ben evidente nelle opere di Jessica Carroll alla sua prima mostra personale alla Galleria d'Arte Maggiore. Nel percorso proposto da Franco e Roberta Calarota è ben evidente come Jessica Carroll sfidi la fisicità del marmo e del bronzo per creare delle sculture in movimento talmente leggere e fresche da togliere peso alla materia stessa di cui sono composte. Ed è così che da lastre levigate di marmo nero del Belgio emergono fluttuanti anguille, animali dalla vita misteriosa, destinati a ritornare nei luoghi in cui sono nati dopo aver attraversato l'oceano ed aver subito una metamorfosi radicale che li trasforma da essere trasparenti a esseri opachi. Sono animali che permettono all'artista di “pensare alla possibilità di un ritorno alla purezza” evocando intriganti teorie. “Lo stesso lavoro sull’opacità e sulla trasparenza” - spiega Jessica Carroll - “parte da un’affascinante teoria evoluzionistica per cui tutte le creature viventi all'inizio erano trasparenti perché non avevano necessità di entrare in relazione le une con le altre, man mano che hanno cominciato a moltiplicarsi e ad incontrarsi hanno iniziato a opacizzarsi per nascondere le interiora e distinguere così l’interno dall’esterno.” Al tema della ricerca di direzione e di orientamento si rifanno anche i lavori sulle seppie e sulle api. Dal marmo bianco e dalla ceramica rifinita in oro prendono vita e si alzano in volo questi insetti laboriosi che da sempre affascinano la fantasia dell'artista. La forma sferica dell'alveare torna nelle palle di acciughe in bronzo in cui questi piccoli pesci si intrecciano, dapprima in modo casuale e poi polarizzandosi verso un'unica direzione. Nella seconda sala la mostra focalizza l'attenzione sul tema del vegetale e sul rapporto tra natura e tecnologia. Anche nell'atmosfera più fredda e schematica della scienza emerge l'elemento fantastico che unisce l'infinitamente piccolo all'infinitamente grande.
La biografia di Jessica Carroll svela la sua passione per il tema naturalistico. Nata a Roma, cresce nello stimolante ambiente del padre Robert Carroll, pittore laureato in fisica (oltre che in Belle Arti). Jessica da lui impara una serie di tecniche artistiche e molte nozioni scientifiche; mentre dalla madre scrittrice, Simona Mastrocinque, eredita l'amore per la letteratura e dal fratello musicista, Tommaso Vittorini, la passione per la musica. Durante i lunghi viaggi al seguito del padre o sola – fra i parchi e le riserve naturali di ogni continente – coltiva l'amore per la fotografia. Rientrata in Italia dopo un soggiorno negli Stati Uniti, si diploma in lingue e si iscrive alla facoltà di Biologia, ben presto però, preferisce la ricerca sul campo al fianco di ornitologi, speleologi e apicoltori, coltivando con sempre maggiore passione la scultura. Scelta Torino come città d'elezione, la carriera artistica di Jessica Carroll si arricchisce di premi (VI Biennale Internazionale di Scultura della Regione Piemonte) e riconoscimenti (Umberto Mastroianni e Accademia delle Belle arti di Torino) e di numerose mostre in tutta Italia.
Una frizzante combinazione tra i temi naturalistici tipici della biologia, il gioco ludico e la simbologia legata al mito, è ben evidente nelle opere di Jessica Carroll alla sua prima mostra personale alla Galleria d'Arte Maggiore. Nel percorso proposto da Franco e Roberta Calarota è ben evidente come Jessica Carroll sfidi la fisicità del marmo e del bronzo per creare delle sculture in movimento talmente leggere e fresche da togliere peso alla materia stessa di cui sono composte. Ed è così che da lastre levigate di marmo nero del Belgio emergono fluttuanti anguille, animali dalla vita misteriosa, destinati a ritornare nei luoghi in cui sono nati dopo aver attraversato l'oceano ed aver subito una metamorfosi radicale che li trasforma da essere trasparenti a esseri opachi. Sono animali che permettono all'artista di “pensare alla possibilità di un ritorno alla purezza” evocando intriganti teorie. “Lo stesso lavoro sull’opacità e sulla trasparenza” - spiega Jessica Carroll - “parte da un’affascinante teoria evoluzionistica per cui tutte le creature viventi all'inizio erano trasparenti perché non avevano necessità di entrare in relazione le une con le altre, man mano che hanno cominciato a moltiplicarsi e ad incontrarsi hanno iniziato a opacizzarsi per nascondere le interiora e distinguere così l’interno dall’esterno.” Al tema della ricerca di direzione e di orientamento si rifanno anche i lavori sulle seppie e sulle api. Dal marmo bianco e dalla ceramica rifinita in oro prendono vita e si alzano in volo questi insetti laboriosi che da sempre affascinano la fantasia dell'artista. La forma sferica dell'alveare torna nelle palle di acciughe in bronzo in cui questi piccoli pesci si intrecciano, dapprima in modo casuale e poi polarizzandosi verso un'unica direzione. Nella seconda sala la mostra focalizza l'attenzione sul tema del vegetale e sul rapporto tra natura e tecnologia. Anche nell'atmosfera più fredda e schematica della scienza emerge l'elemento fantastico che unisce l'infinitamente piccolo all'infinitamente grande.
La biografia di Jessica Carroll svela la sua passione per il tema naturalistico. Nata a Roma, cresce nello stimolante ambiente del padre Robert Carroll, pittore laureato in fisica (oltre che in Belle Arti). Jessica da lui impara una serie di tecniche artistiche e molte nozioni scientifiche; mentre dalla madre scrittrice, Simona Mastrocinque, eredita l'amore per la letteratura e dal fratello musicista, Tommaso Vittorini, la passione per la musica. Durante i lunghi viaggi al seguito del padre o sola – fra i parchi e le riserve naturali di ogni continente – coltiva l'amore per la fotografia. Rientrata in Italia dopo un soggiorno negli Stati Uniti, si diploma in lingue e si iscrive alla facoltà di Biologia, ben presto però, preferisce la ricerca sul campo al fianco di ornitologi, speleologi e apicoltori, coltivando con sempre maggiore passione la scultura. Scelta Torino come città d'elezione, la carriera artistica di Jessica Carroll si arricchisce di premi (VI Biennale Internazionale di Scultura della Regione Piemonte) e riconoscimenti (Umberto Mastroianni e Accademia delle Belle arti di Torino) e di numerose mostre in tutta Italia.
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