Marco Ceccarini. L'uomo pavone
Dal 15 Novembre 2012 al 31 Maggio 2013
Urbino | Pesaro e Urbino
Luogo: Teatro Sanzio
Indirizzo: via G. Matteotti
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 0722 2281/ 0722 309222
E-Mail info: info@mjras.it
Sito ufficiale: http://www.infinitamentesalvi.it
Marco Ceccarini (Urbino, 1953), presenta la mostra "L'uomo pavone" nel teatro Sanzio di Urbino per la durata della stagione teatrale 2012/13. La sua tematica impostata sull'apparire e l'essere dell'uomo si inserisce nella corrente di pensiero del gesuita spagnolo, Baltasar Gracian. Ceccarini invade con i suoi colori il mondo degli oggetti: da quelli più legati alla moda come i manichini a quelli estratti dalla vita quotidiana come le seggiole. La tecnica e l'uso di materiali preziosi rimanda alle raffinate eleganze di Bisanzio e delle corti barocche d'Europa, senza dimenticare le immagini inquietanti delle Secessioni dell'inizio del Novecento.
Affascinato dalle origini primordiali dell’espressione artistica viaggia attraverso l’America Latina e l’Europa. Approda a Roma dove lavora come grafico presso Armando Curcio editore. Tornato a Urbino rielabora con un linguaggio assolutamente personale il senso delle sue esperienze.
In mostra la sua opera più recente che comprende oggetti e quadri, superfici che accolgono colori metallici e luminescenti. Il piumaggio colorato del pavone suggerisce all’artista l’utilizzo dell’antica tecnica cloisonniste che consisteva nel racchiudere le campiture cromatiche entro il limite netto di un contorno sia nelle vetrate che negli smalti.
Affascinato dalle origini primordiali dell’espressione artistica viaggia attraverso l’America Latina e l’Europa. Approda a Roma dove lavora come grafico presso Armando Curcio editore. Tornato a Urbino rielabora con un linguaggio assolutamente personale il senso delle sue esperienze.
In mostra la sua opera più recente che comprende oggetti e quadri, superfici che accolgono colori metallici e luminescenti. Il piumaggio colorato del pavone suggerisce all’artista l’utilizzo dell’antica tecnica cloisonniste che consisteva nel racchiudere le campiture cromatiche entro il limite netto di un contorno sia nelle vetrate che negli smalti.
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