Dal 24 aprile all’8 giugno

“Avere vent’anni”. Al via Fotografia Europea 2025

Marie Sumalla e Ghazal Golshiri, A young woman without hijab stands on a vehicle as thousands of people make their way to the Aychi cemetery to commemorate the 40th day of Mahsa Amini’s death, in Saqqez, her hometown in Iranian Kurdistan. Muslim tradition celebrates this date as the day of soul’s passage to afterlife, and the end of mourning, Saqquez, Iranian Kurdistan, October 26, 2022 © Anonymous author
 

Francesca Grego

23/04/2025

Reggio Emilia - Che cosa vuol dire avere vent’anni nel Terzo Millennio? Da domani, giovedì 24 aprile, fino al prossimo 8 giugno Fotografia Europea 2025 risponde alla domanda con un ricco programma di mostre, chiamando a dire la propria maestri dell’obiettivo e giovani esordienti. Leggerezza e turbamento, sentimenti senza tempo e urgenze tipiche della nostra epoca vanno in scena a Reggio Emilia in occasione del festival che, guarda caso, quest’anno taglia il traguardo della ventesima edizione. Tante le sorprese da scoprire nella kermesse diretta da Tim Clark (editor 1000 Words), Walter Guadagnini (storico della fotografia nonché direttore di Camera - Centro italiano per la Fotografia) e Luce Lebart (ricercatrice e curatrice, Archive of Modern Conflict).

Ben dieci mostre attendono i visitatori ai Chiostri di San Pietro. Il celebre fotografo giapponese Daido Moriyama, per esempio, ha scelto Fotografia Europea come unica tappa in Italia per una retrospettiva che copre sessant’anni di una luminosa carriera. Leggenda vivente della fotografia e pioniere della street photography, Moriyama ha raccontato l’evoluzione della società nipponica dal dopoguerra ad oggi con un potente approccio d’avanguardia. 
È una prima assoluta il progetto Slowly and Them All at Once del britannico Andy Sewell, che esplora il tema della protesta attraverso immagini di rara intensità, con particolare attenzione alle urgenze ecologiche del nostro tempo, mentre con Mal de Mer Claudio Majorana accompagna il pubblico nel delicato universo dell’adolescenza tra pensieri e inquietudini evocate dai suggestivi paesaggi della Lituania. 

Nella mostra You don’t die, la giornalista iraniana Ghazal Golshiri e la photo editor di Le Monde Marie Sumalla raccontano la rivolta dei giovani iraniani dopo la tragica morte della ventiduenne Mahsa Amini nel 2022, in seguito alle violenze subite dopo l’arresto a causa del suo modo di vestire. E se l’artista e fotografa britannica Vinca Petersen cattura la “gioia sovversiva” di rave e manifestazioni in tutta Europa (Raves and Riots Constellation), gli scatti di Thaddé Comar esplorano le strategie escogiate dai manifestanti di Hong Kong per proteggersi dai nuovi metodi di controllo sociale onnipresenti e tecnologicamente avanzati (How Was Your Dream?). Con Control Refresh Toma Gerzha, giovane fotografa di origini russe cresciuta ad Amsterdam, esplora la vita della Generazione Z in Russia e nell’Europa Orientale, mentre il progetto Frammenti della dominicano-francese Karla Hiraldo Voleau si ispira ai Comizi d’Amore di Pasolini per documentare le relazioni tra ventenni nell’Italia di oggi. 

La sede di Palazzo Mosto accoglie alcuni dei progetti caratterizzanti di questa edizione, a partire da Intangibile di Federica Sasso, la commissione 2025 del festival che è dedicata al mondo invisibile dei giovani caregiver, per proseguire con i vincitori della oper call - Matylda Nizegorodcew, Michele Borzoni e Rocco Rorandelli del collettivo TerraProject - e chiudere in bellezza con la mostra Electric Whispers dell’artista Ra di Martino, un viaggio fotografico tra i giovani libanesi nel complesso scenario del conflitto, realizzato in collaborazione con l’Istituto di Cultura Italiana a Beirut. 

Da non perdere a Palazzo dei Musei è Luigi Ghirri. Lezioni di Fotografia, uno scorcio diverso dal solito sull’opera del maestro a partire dai corsi di fotografia che tenne all’Università del Progetto di Reggio Emilia tra il 1989 e il 1990. Il festival continua con i talenti under 35 selezionati per Giovane Fotografia Italiana I Premio Luigi Ghirri, sempre a Palazzo dei Musei, con i progetti in mostra presso la fototeca della Biblioteca Panizzi (un viaggio nei primi vent’anni di storia della fotografia), lo Spazio Gerra, per scoprire le storie di giovani partigiani e la Collezione Maramotti, dove sarà allestita la personale di Viviane Sassen This Body Made of Stardust