Scarpe in piedi. Omaggio alla vita segreta delle scarpe (e dei piedi) / Fleurs. Poesia e Magia / Smalti
Dal 23 Agosto 2014 al 21 Settembre 2014
Finale Ligure | Savona
Luogo: Oratorio Dè Disciplinati
Indirizzo: piazza Santa Caterina
Orari: da martedì a domenica 17-23
Enti promotori:
- Comune di Finale Ligure
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 019 6890490
E-Mail info: info@assspia.it
Sito ufficiale: http://www.comunefinaleligure.it/
Organizzate dall’amministrazione del Comune di Finale Ligure, in collaborazione con le Associazioni S.P.I.A. e Ifeelgood Finale, inaugurano, il 23 agosto prossimo, alle ore 17 presso l’Oratorio de’ Disciplinanti, a Finalborgo (il borgo antico di Finale Ligure, in provincia di Savona), le tre mostre:
SCARPE IN PIEDI. Omaggio alla vita segreta delle scarpe (e dei piedi)
FLEURS. Poesia e Magia
SMALTI
Disposte sui piani che compongono l’Oratorio, una per piano, le esposizioni, due personali e una collettiva, illustrano tre percorsi legati alla Natura e alla capacità umana di osservare, vedere e trasformare.
La prima, SCARPE IN PIEDI. Omaggio alla vita segreta delle scarpe (e dei piedi), situata nella Sala delle Capriate, è forse la più insolita sia per la tematica affrontata, la vita ‘segreta’ di scarpe e piedi sia per il suo essere in divenire.
Alberto Savinio sosteneva che “la scarpa è lo specchio dell’anima”: da qui e dalla considerazione che si avrebbe da essere sempre grati da un lato ai piedi che ci sopportano e ci supportano; una parte del corpo che invece viene spesso trascurata, abbandonata là in fondo, lontana dalla testa e dai nostri pensieri, dall’altra alle scarpe,che svolgono prima di tutto una funzione essenziale: devono infatti garantire stabilità al piede e sostenere il corpo durante i movimenti: SCARPE IN PIEDI dunque vuole omaggiare estremità e calzature e allo stesso tempo offrire una panoramica su quanto questi oggetti abbiano permeato e attraversato artigianato, arte e cultura.
Fra le opere esposte alcune stampe di opere di Andy Warhol, all’inizio della sua carriera disegnatore di scarpe.
Nel corso della sua luminosa parabola artistica, icona del pop, creatore della Factory, ecc. Warhol non dimenticò mai l’oggetto scarpa da cui fu attratto fisicamente ed eroticamente e verso cui sentì sempre un’inclinazione speciale. Le scarpe diventarono per Warhol oggetto di personali rielaborazioni creative, fino a giungere a decorarne a mano modelli di legno che si trasformarono in vere e proprie sculture ispirate a Elvis Presley e a Judy Garland.
La strada indicata da Warhol è omaggiata in mostra dai lavori del bresciano Paolo Buzi, artista, scenografo, scrittore che, da anni, con e per passione, personalizza scarpe (in particolare per sua moglie). In esposizione alcune delle più belle e spettacolari fra le sue creazioni.
Vengono poi proposte le opere su tela e su carta della torinese Mirella Ribaudo: piedi danzanti, scarpe da tango, passi felpati in una pittura materica dal segno deciso e marcato, animato da forti macchie di colore, acrilico, pizzi, rossetto, smalto per unghie, tutti elementi fortemente legati alla femminilità e alla seduzione, aspetti fortemente correlati alla scarpa.
Del grandissimo Ji?í Kolá?, artista e scrittore, viene esposto un esemplare unico ‘Les chaussures’ collage frutto della frammentazione di libri fra cui testi musicali e testi sacri delle diverse religioni.
Corredano poi la mostra curata da Sergio Martin (già ideatore tra l’altro delle mostre dedicate a Dario Fo e a Eduardo de Filippo) opere e fotografie di artisti diversi che affrontano il tema delle scarpe attraverso la loro valenza simbolica (fetish), culturale e politica.
SCARPE IN PIEDI infine è un’esposizione in divenire: all’interno di essa infatti trova posto un progetto fotografico IL RITRATTO DEL PIEDE curato da due fotografi liguri: Alessandro Gimelli e Carlo ‘Gesso’ Giuliano.
I visitatori che lo desidereranno, potranno, dopo aver compilato un mini questionario semi-serio, utile al rilievo delle caratteristiche personali e del proprio rapporto con le estremità, farsi fare un ritratto del piede, della scarpa o un ritratto tradizionale in cui trovino posto comunque le scarpe.
Gli scatti più intensi e significativi andranno ad accrescere il materiale esposto, contribuendo all’ampliamento continuo della mostra.
I piedi e le scarpe dei visitatori verranno interpretati, rivelandone così la ‘vita segreta’ da due professionisti dell’immagine animati e caratterizzati da spiriti e approcci diversi: Alessandro Gimelli, sperimentatore, ironico e provocatore – ha spesso presentato all’interno della sua galleria di Loano, OVERPASS, progetti tesi a sfidare e a stimolare reazioni e dibattiti, riuscendoci egregiamente-, e Carlo ‘Gesso’ Giuliano, introspettivo, meditativo, attratto dal ritrarre volti, persone, luoghi vissuti quotidianamente, osservati con intensità e profondità alla ricerca di quel ‘sotto’, di quel ‘dentro’ in continuo mutamento, metamorfosi in grado di restituire ogni volta uno sguardo nuovo e la definizione della realtà nel suo continuo fluire.
La seconda esposizione FLEURS, situata presso la Sala delle Colonne, presenta le ’FotoPitture’ di un artista affermato, Giulio Vittorio Rasini di Mortigliengo, le cui immagini sono, tra l’altro, presso la Fondation de l’Elysée pour la Photographie di Losanna per volontà del suo fondatore Charles-Henri Favrod.
Il lavoro svolto da Giulio Rasini, che si autodefinisce NonFotografo, Cantore della Natura, ha come punto di partenza il ‘rispetto’. Rispetto verso la Natura, il Fiore come oggetto unico, Metafora anche dell’umana Bellezza, magico e poetico; Fiore verso cui Rasini non apporta nessun tipo di costrizione per le sue ‘FotoPitture’: nessuna ‘steccatura’ per fermarne l’ondeggiare al vento, nessuna illuminazione artificiale.
Osservazione estatica e pura per fornire la possibilità a chi guarderà di compiere un Viaggio dentro alla parte migliore di Sé, “uscendo” dalle realtà invasive e liberando la propria parte poetica per ritrovare una più grande capacità di Amare e Osservare. Osservare con rispetto e delicatezza, cercando l’essenza della Natura e del Colore, vibranti di vita.
Due grandissimi critici e storici della Fotografia, parlando delle sue opere le hanno così definite: Charles-Henri Favrod: “Somptuosité de la nature, dimonstration méta et ultraphysique de la creation divine, presence des galaxies dans le vegétal, sensualitè et sexualité trionphales, superbe recherche généreuse et vitale. La nature exaltée et exultée. Bravo !!”
Lanfranco Colombo: “I tuoi “particolari di fiori” esprimono una sensibilità particolare che solo un sensibile può leggere nei tuoi occhi “puliti”. Le tue icone escono dalla normalità diventando “semplici” ali di farfalle”.
Emozioni da vivere, sensualità da sperimentare su di sé per uscirne “vibrati dentro”.
La terza mostra, situata nella Sala degli Archi, SMALTI, presenta opere di Marco Cammilli, artista finalese al suo debutto, -con alle spalle una lunga attività come progettista dei negozi Naj Oleari-, che, utilizzando le tavole di scarto di segheria (vive a Calizzano, in provincia di Savona, un tempo e ancor ora sede di aziende che riforniscono di legni pregiati il Paese) dà vita a opere scintillanti di colori a smalto; partendo dall’eco delle pitture rupestri le sue tavole si inoltrano verso ricche forme calligrafiche che citano artisti come Escher e Haring apportando però elementi di innovazione nella ricerca di nuove forme di intersezione grafica delle immagini e un uso non convenzionale dei colori.
Cammilli ama pensare che queste tavole possano continuare a vivere nel tempo unendo la ‘pesantezza grezza e bellissima di una materia basilare e primordiale, destinata al fuoco essendo uno scarto, a cui viene offerta una seconda funzione, una seconda vita, una possibilità di divenire altro nell’occhio di chi guarda’.
SCARPE IN PIEDI. Omaggio alla vita segreta delle scarpe (e dei piedi)
FLEURS. Poesia e Magia
SMALTI
Disposte sui piani che compongono l’Oratorio, una per piano, le esposizioni, due personali e una collettiva, illustrano tre percorsi legati alla Natura e alla capacità umana di osservare, vedere e trasformare.
La prima, SCARPE IN PIEDI. Omaggio alla vita segreta delle scarpe (e dei piedi), situata nella Sala delle Capriate, è forse la più insolita sia per la tematica affrontata, la vita ‘segreta’ di scarpe e piedi sia per il suo essere in divenire.
Alberto Savinio sosteneva che “la scarpa è lo specchio dell’anima”: da qui e dalla considerazione che si avrebbe da essere sempre grati da un lato ai piedi che ci sopportano e ci supportano; una parte del corpo che invece viene spesso trascurata, abbandonata là in fondo, lontana dalla testa e dai nostri pensieri, dall’altra alle scarpe,che svolgono prima di tutto una funzione essenziale: devono infatti garantire stabilità al piede e sostenere il corpo durante i movimenti: SCARPE IN PIEDI dunque vuole omaggiare estremità e calzature e allo stesso tempo offrire una panoramica su quanto questi oggetti abbiano permeato e attraversato artigianato, arte e cultura.
Fra le opere esposte alcune stampe di opere di Andy Warhol, all’inizio della sua carriera disegnatore di scarpe.
Nel corso della sua luminosa parabola artistica, icona del pop, creatore della Factory, ecc. Warhol non dimenticò mai l’oggetto scarpa da cui fu attratto fisicamente ed eroticamente e verso cui sentì sempre un’inclinazione speciale. Le scarpe diventarono per Warhol oggetto di personali rielaborazioni creative, fino a giungere a decorarne a mano modelli di legno che si trasformarono in vere e proprie sculture ispirate a Elvis Presley e a Judy Garland.
La strada indicata da Warhol è omaggiata in mostra dai lavori del bresciano Paolo Buzi, artista, scenografo, scrittore che, da anni, con e per passione, personalizza scarpe (in particolare per sua moglie). In esposizione alcune delle più belle e spettacolari fra le sue creazioni.
Vengono poi proposte le opere su tela e su carta della torinese Mirella Ribaudo: piedi danzanti, scarpe da tango, passi felpati in una pittura materica dal segno deciso e marcato, animato da forti macchie di colore, acrilico, pizzi, rossetto, smalto per unghie, tutti elementi fortemente legati alla femminilità e alla seduzione, aspetti fortemente correlati alla scarpa.
Del grandissimo Ji?í Kolá?, artista e scrittore, viene esposto un esemplare unico ‘Les chaussures’ collage frutto della frammentazione di libri fra cui testi musicali e testi sacri delle diverse religioni.
Corredano poi la mostra curata da Sergio Martin (già ideatore tra l’altro delle mostre dedicate a Dario Fo e a Eduardo de Filippo) opere e fotografie di artisti diversi che affrontano il tema delle scarpe attraverso la loro valenza simbolica (fetish), culturale e politica.
SCARPE IN PIEDI infine è un’esposizione in divenire: all’interno di essa infatti trova posto un progetto fotografico IL RITRATTO DEL PIEDE curato da due fotografi liguri: Alessandro Gimelli e Carlo ‘Gesso’ Giuliano.
I visitatori che lo desidereranno, potranno, dopo aver compilato un mini questionario semi-serio, utile al rilievo delle caratteristiche personali e del proprio rapporto con le estremità, farsi fare un ritratto del piede, della scarpa o un ritratto tradizionale in cui trovino posto comunque le scarpe.
Gli scatti più intensi e significativi andranno ad accrescere il materiale esposto, contribuendo all’ampliamento continuo della mostra.
I piedi e le scarpe dei visitatori verranno interpretati, rivelandone così la ‘vita segreta’ da due professionisti dell’immagine animati e caratterizzati da spiriti e approcci diversi: Alessandro Gimelli, sperimentatore, ironico e provocatore – ha spesso presentato all’interno della sua galleria di Loano, OVERPASS, progetti tesi a sfidare e a stimolare reazioni e dibattiti, riuscendoci egregiamente-, e Carlo ‘Gesso’ Giuliano, introspettivo, meditativo, attratto dal ritrarre volti, persone, luoghi vissuti quotidianamente, osservati con intensità e profondità alla ricerca di quel ‘sotto’, di quel ‘dentro’ in continuo mutamento, metamorfosi in grado di restituire ogni volta uno sguardo nuovo e la definizione della realtà nel suo continuo fluire.
La seconda esposizione FLEURS, situata presso la Sala delle Colonne, presenta le ’FotoPitture’ di un artista affermato, Giulio Vittorio Rasini di Mortigliengo, le cui immagini sono, tra l’altro, presso la Fondation de l’Elysée pour la Photographie di Losanna per volontà del suo fondatore Charles-Henri Favrod.
Il lavoro svolto da Giulio Rasini, che si autodefinisce NonFotografo, Cantore della Natura, ha come punto di partenza il ‘rispetto’. Rispetto verso la Natura, il Fiore come oggetto unico, Metafora anche dell’umana Bellezza, magico e poetico; Fiore verso cui Rasini non apporta nessun tipo di costrizione per le sue ‘FotoPitture’: nessuna ‘steccatura’ per fermarne l’ondeggiare al vento, nessuna illuminazione artificiale.
Osservazione estatica e pura per fornire la possibilità a chi guarderà di compiere un Viaggio dentro alla parte migliore di Sé, “uscendo” dalle realtà invasive e liberando la propria parte poetica per ritrovare una più grande capacità di Amare e Osservare. Osservare con rispetto e delicatezza, cercando l’essenza della Natura e del Colore, vibranti di vita.
Due grandissimi critici e storici della Fotografia, parlando delle sue opere le hanno così definite: Charles-Henri Favrod: “Somptuosité de la nature, dimonstration méta et ultraphysique de la creation divine, presence des galaxies dans le vegétal, sensualitè et sexualité trionphales, superbe recherche généreuse et vitale. La nature exaltée et exultée. Bravo !!”
Lanfranco Colombo: “I tuoi “particolari di fiori” esprimono una sensibilità particolare che solo un sensibile può leggere nei tuoi occhi “puliti”. Le tue icone escono dalla normalità diventando “semplici” ali di farfalle”.
Emozioni da vivere, sensualità da sperimentare su di sé per uscirne “vibrati dentro”.
La terza mostra, situata nella Sala degli Archi, SMALTI, presenta opere di Marco Cammilli, artista finalese al suo debutto, -con alle spalle una lunga attività come progettista dei negozi Naj Oleari-, che, utilizzando le tavole di scarto di segheria (vive a Calizzano, in provincia di Savona, un tempo e ancor ora sede di aziende che riforniscono di legni pregiati il Paese) dà vita a opere scintillanti di colori a smalto; partendo dall’eco delle pitture rupestri le sue tavole si inoltrano verso ricche forme calligrafiche che citano artisti come Escher e Haring apportando però elementi di innovazione nella ricerca di nuove forme di intersezione grafica delle immagini e un uso non convenzionale dei colori.
Cammilli ama pensare che queste tavole possano continuare a vivere nel tempo unendo la ‘pesantezza grezza e bellissima di una materia basilare e primordiale, destinata al fuoco essendo uno scarto, a cui viene offerta una seconda funzione, una seconda vita, una possibilità di divenire altro nell’occhio di chi guarda’.
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