Goya e l'Italia
Opera di Francisco Goya
18/07/2006
I dipinti di Goya e di Borroni, saranno nuovamente a confronto, dal 9 settembre al 3 dicembre, a Mamiano di Traversetolo, ai piedi delle colline parmensi, ad aprire la grande mostra “GOYA e la tradizione italiana” proposta dalla Fondazione Magnani Rocca nella meravigliosa casa-museo che fu di Luigi Magnani.
L’esposizione, curata da Fred Licht e da Simona Tosini Pizzetti, vuole documentare e analizzare le circostanze che legano Francisco de Goya y Lucientes (1746 – 1828) all’Italia e in particolare a Parma. Qui non solo Goya ottenne il suo primo, anche se parziale, riconoscimento pubblico, ma da questa corte venne Maria Luisa, moglie del principe ereditario di Spagna, destinata a pesare non poco sulle scelte artistiche di quel Paese.
La sorte ha poi voluto che proprio alla Fondazione Magnani Rocca si conservi il capolavoro La famiglia dell’Infante don Luis, opera chiave della ritrattistica di Goya.
Nella prima delle 4 sezioni, la mostra si sofferma appunto sul rapporto tra Goya e Parma presentando le opere vincitrici del concorso del 1771 ma anche dell’anno precedente e seguente, rispettivamente di Antoine Gibelin-Esprit e Pierre Duhallas.
Chiudono la prima sezione due affascinanti ritratti di Raphael Mengs raffiguranti Maria Luisa di Parma e il marito Carlos di Borbone destinato a diventare Re di Spagna col nome di Carlos IV.
La seconda e terza sezione rappresentano il fulcro della mostra. Consentono di raffrontare la tradizione italiana del ritratto con l’interpretazione.
Nella seconda sezione una ampia sequenza di opere di Giaquinto, Traversi, Baldrighi, Mengs, Kauffman, Batoni, Bonito, Benefial, Ghezzi documenta i livelli raggiunti dal “Ritratto italiano singolo e di gruppo al tempo di Goya”,
La “risposta” di Goya a questi modelli, così come a quello francese, allora imperante in Spagna, viene proposta nella terza sezione della mostra, interamente riservata a “La ritrattistica di Goya”. Qui, a raggiungere La famiglia dell’infante don Luis, patrimonio della Magnani Rocca, sono capolavori concessi dal Prado di Madrid e da altre raccolte spagnole, dalla National Gallery di Washington, da Palazzo Barberini di Roma, dagli Uffizi di Firenze, dalla Galleria Nazionale di Parma.
Infine, con la collaborazione della Galleria Mistrali di Parma, una sezione dedicata alla grafica propone il confronto dei lavori di Giambattista e Gian Domenico Tiepolo, di Pier Leone Ghezzi e di altri disegnatori italiani coi celebri Caprichos di Goya, presentati qui integralmente: a documentare l’enorme salto in avanti nel tempo e nella stessa concezione del racconto pittorico segnato da Goya, da un’epoca che stava tramontando al sorgere di un mondo nuovo.
GOYA e la tradizione italiana
Fondazione Magnani Rocca
via Fondazione Magnani Rocca 4, Parma - Mamiano di Traversetolo.
Dal 9 settembre al 3 dicembre 2006, orario continuato 10-18; Lunedì chiuso.
Ingresso € 8,00 (comprensivo delle Raccolte permanenti).
Mostra a cura di Fred Licht e Simona Tosini Pizzetti.
Catalogo edito da Silvana Editoriale.
Per informazioni e prenotazioni gruppi: Tel. 0521 848327 / 848148 Fax 0521 848337
L’esposizione, curata da Fred Licht e da Simona Tosini Pizzetti, vuole documentare e analizzare le circostanze che legano Francisco de Goya y Lucientes (1746 – 1828) all’Italia e in particolare a Parma. Qui non solo Goya ottenne il suo primo, anche se parziale, riconoscimento pubblico, ma da questa corte venne Maria Luisa, moglie del principe ereditario di Spagna, destinata a pesare non poco sulle scelte artistiche di quel Paese.
La sorte ha poi voluto che proprio alla Fondazione Magnani Rocca si conservi il capolavoro La famiglia dell’Infante don Luis, opera chiave della ritrattistica di Goya.
Nella prima delle 4 sezioni, la mostra si sofferma appunto sul rapporto tra Goya e Parma presentando le opere vincitrici del concorso del 1771 ma anche dell’anno precedente e seguente, rispettivamente di Antoine Gibelin-Esprit e Pierre Duhallas.
Chiudono la prima sezione due affascinanti ritratti di Raphael Mengs raffiguranti Maria Luisa di Parma e il marito Carlos di Borbone destinato a diventare Re di Spagna col nome di Carlos IV.
La seconda e terza sezione rappresentano il fulcro della mostra. Consentono di raffrontare la tradizione italiana del ritratto con l’interpretazione.
Nella seconda sezione una ampia sequenza di opere di Giaquinto, Traversi, Baldrighi, Mengs, Kauffman, Batoni, Bonito, Benefial, Ghezzi documenta i livelli raggiunti dal “Ritratto italiano singolo e di gruppo al tempo di Goya”,
La “risposta” di Goya a questi modelli, così come a quello francese, allora imperante in Spagna, viene proposta nella terza sezione della mostra, interamente riservata a “La ritrattistica di Goya”. Qui, a raggiungere La famiglia dell’infante don Luis, patrimonio della Magnani Rocca, sono capolavori concessi dal Prado di Madrid e da altre raccolte spagnole, dalla National Gallery di Washington, da Palazzo Barberini di Roma, dagli Uffizi di Firenze, dalla Galleria Nazionale di Parma.
Infine, con la collaborazione della Galleria Mistrali di Parma, una sezione dedicata alla grafica propone il confronto dei lavori di Giambattista e Gian Domenico Tiepolo, di Pier Leone Ghezzi e di altri disegnatori italiani coi celebri Caprichos di Goya, presentati qui integralmente: a documentare l’enorme salto in avanti nel tempo e nella stessa concezione del racconto pittorico segnato da Goya, da un’epoca che stava tramontando al sorgere di un mondo nuovo.
GOYA e la tradizione italiana
Fondazione Magnani Rocca
via Fondazione Magnani Rocca 4, Parma - Mamiano di Traversetolo.
Dal 9 settembre al 3 dicembre 2006, orario continuato 10-18; Lunedì chiuso.
Ingresso € 8,00 (comprensivo delle Raccolte permanenti).
Mostra a cura di Fred Licht e Simona Tosini Pizzetti.
Catalogo edito da Silvana Editoriale.
Per informazioni e prenotazioni gruppi: Tel. 0521 848327 / 848148 Fax 0521 848337
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