Tiziano Terzani. Fotografie di un'amicizia
tiziano terzani in mezzo a uomini indiani
06/11/2006
Le leggende spesso raccontano le storie di pellegrini e vagabondi che, errando per paesi e terre straniere, trovano la pace. Tiziano Terzani è certo uno di essi, personaggio meritevole dei maggiori riconoscimenti, forse persino di leggende e favole sulla sua nomade vita di reporter. Un reporter vero, uno di quelli che sentiva il suo lavoro come un dovere, come una sfida e forse come la massima gioia della vita.
La sua vita è difatti degna di un eroe dei libri di Salgari: nasce a Firenze nel 1938, si laurea in Giurisprudenza e, dopo aver sposato la fidanzatina della gioventù, che gli rimarrà accanto fino alla fine, parte per il Giappone con un incarico della Olivetti.
Il primo incontro con l'Asia è fulminante, roba da far sbiadire perfino le lacrime di nostalgia de "La mia Africa"... Appena tornato in Italia si dedica testa e cuore alla ricerca di un contratto come corrispondente per poter tornare "ad Est". Accetta quindi l'incarico di corrispondente per il settimanale tedesco "Der Spiegel" che lo invia dapprima a Singapore.
Siamo nel 1969. Trent'anni e una vita dopo, Terzani è diventato uno dei massimi corrispondenti dall'Asia ma anche un grandissimo orientalista.
Quando scoppia la guerra in Vietnam, lui è lì in prima fila. Quando il Vietnam interviene in Cambogia, lui è sempre lì, come pure in Cina - dalla quale viene infine espulso - durante gli anni del comunismo.
Terzani non si arrende e il suo amore per l'Asia lo porta ad Hong Kong, a Tokyo, a Bangkok e a Mosca durante il golpe anti-Gorbacëv del 1991. Ma è solo nel 1994 che finalmente Terzani sembra trovare quella pace trascendentale che unicamente l'India può dare, ed è proprio nel Subcontinente che stabilisce la sua residenza.
E' ormai un personaggio di dominio pubblico, cui vengono conferiti premi prestigiosissimi e i massimi riconoscimenti professionali. Con la fama, arriva anche la tragica diagnosi del cancro, che lo porterà alla morte nel 2004.
Il pellegrino italiano, l'impavido reporter, l'orientalista biancovestito, si spenge nella sua amata casa all'Orsigna, piccolo borgo sull'Appenino pistoiese, dopo aver lasciato al mondo le cronache moderne e le antiche favole di tutta l'Asia.
Tra le sue fatiche letterarie ricordiamo: Giai Phong (1976), Holocaust in Kambodscha (1981), La Porta Proibita (1985), Buonanotte, Signor Lenin! (1992), Un indovino mi disse (1995), In Asia (1998), Lettere contro la guerra (2002), Un altro giro di giostra (2004), La fine è il mio inizio (scritto insieme al figlio Folco e pubblicato postumo nel 2006).
La mostra Omaggio a Tiziano Terzani. Fotografie di un'amicizia, presso la Sala Santa Rita, è il racconto di 9 anni di amicizia, attraverso 35 immagini fotografiche in bianco e nero raccolte da Vincenzo Cottinelli.
Cottinelli, che è soprattutto ritrattista di scrittori e intellettuali, conobbe Terzani durante un lavoro per la presentazione di Un indovino mi disse, nel 1995, e da allora nacque tra i due una sincera amicizia, che consentì tra l'altro al fotografo di ritrarre Terzani e i suoi familiari fino al maggio 2004 (poco prima della scomparsa dello scrittore). Le foto sono state scattate in Italia, Germania e India, in occasioni sia pubbliche che private, all'interno delle bellissime case Terzani di Firenze e Delhi come pure tra la folla degli indiani di Kalighat e tra le opulenti decadenze coloniali di Calcutta.
Le fotografie in mostra sono il risultato di una selezione di oltre 100, edite da Grazia Neri e dall'autore, con il contributo di Angela e Folco Terzani, per il libro Tiziano Terzani. Ritratto di un amico, pubblicato nel 2005 da Vallardi, con prefazione di Grazia Neri e testo di Ettore Mo.
Omaggio a Tiziano Terzani. Fotografie di un'amicizia
Sala Santa Rita, Roma, Via Montanara 8 adiacente Piazza Campitelli
Apertura al pubblico: 9 ottobre – 29 novembre 2006
Orari: dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 18
Ingresso gratuito
Come arrivare: Autobus: Linee 44, 63, 81, 160, 170, 628, 715, 716
Info: 0667105568 www.salasantarita.culturaroma.it
Cura della mostra: Galleria Grazia Neri
Organizzazione: Zètema Progetto Cultura in collaborazione con l’agenzia Grazia Neri
La sua vita è difatti degna di un eroe dei libri di Salgari: nasce a Firenze nel 1938, si laurea in Giurisprudenza e, dopo aver sposato la fidanzatina della gioventù, che gli rimarrà accanto fino alla fine, parte per il Giappone con un incarico della Olivetti.
Il primo incontro con l'Asia è fulminante, roba da far sbiadire perfino le lacrime di nostalgia de "La mia Africa"... Appena tornato in Italia si dedica testa e cuore alla ricerca di un contratto come corrispondente per poter tornare "ad Est". Accetta quindi l'incarico di corrispondente per il settimanale tedesco "Der Spiegel" che lo invia dapprima a Singapore.
Siamo nel 1969. Trent'anni e una vita dopo, Terzani è diventato uno dei massimi corrispondenti dall'Asia ma anche un grandissimo orientalista.
Quando scoppia la guerra in Vietnam, lui è lì in prima fila. Quando il Vietnam interviene in Cambogia, lui è sempre lì, come pure in Cina - dalla quale viene infine espulso - durante gli anni del comunismo.
Terzani non si arrende e il suo amore per l'Asia lo porta ad Hong Kong, a Tokyo, a Bangkok e a Mosca durante il golpe anti-Gorbacëv del 1991. Ma è solo nel 1994 che finalmente Terzani sembra trovare quella pace trascendentale che unicamente l'India può dare, ed è proprio nel Subcontinente che stabilisce la sua residenza.
E' ormai un personaggio di dominio pubblico, cui vengono conferiti premi prestigiosissimi e i massimi riconoscimenti professionali. Con la fama, arriva anche la tragica diagnosi del cancro, che lo porterà alla morte nel 2004.
Il pellegrino italiano, l'impavido reporter, l'orientalista biancovestito, si spenge nella sua amata casa all'Orsigna, piccolo borgo sull'Appenino pistoiese, dopo aver lasciato al mondo le cronache moderne e le antiche favole di tutta l'Asia.
Tra le sue fatiche letterarie ricordiamo: Giai Phong (1976), Holocaust in Kambodscha (1981), La Porta Proibita (1985), Buonanotte, Signor Lenin! (1992), Un indovino mi disse (1995), In Asia (1998), Lettere contro la guerra (2002), Un altro giro di giostra (2004), La fine è il mio inizio (scritto insieme al figlio Folco e pubblicato postumo nel 2006).
La mostra Omaggio a Tiziano Terzani. Fotografie di un'amicizia, presso la Sala Santa Rita, è il racconto di 9 anni di amicizia, attraverso 35 immagini fotografiche in bianco e nero raccolte da Vincenzo Cottinelli.
Cottinelli, che è soprattutto ritrattista di scrittori e intellettuali, conobbe Terzani durante un lavoro per la presentazione di Un indovino mi disse, nel 1995, e da allora nacque tra i due una sincera amicizia, che consentì tra l'altro al fotografo di ritrarre Terzani e i suoi familiari fino al maggio 2004 (poco prima della scomparsa dello scrittore). Le foto sono state scattate in Italia, Germania e India, in occasioni sia pubbliche che private, all'interno delle bellissime case Terzani di Firenze e Delhi come pure tra la folla degli indiani di Kalighat e tra le opulenti decadenze coloniali di Calcutta.
Le fotografie in mostra sono il risultato di una selezione di oltre 100, edite da Grazia Neri e dall'autore, con il contributo di Angela e Folco Terzani, per il libro Tiziano Terzani. Ritratto di un amico, pubblicato nel 2005 da Vallardi, con prefazione di Grazia Neri e testo di Ettore Mo.
Omaggio a Tiziano Terzani. Fotografie di un'amicizia
Sala Santa Rita, Roma, Via Montanara 8 adiacente Piazza Campitelli
Apertura al pubblico: 9 ottobre – 29 novembre 2006
Orari: dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 18
Ingresso gratuito
Come arrivare: Autobus: Linee 44, 63, 81, 160, 170, 628, 715, 716
Info: 0667105568 www.salasantarita.culturaroma.it
Cura della mostra: Galleria Grazia Neri
Organizzazione: Zètema Progetto Cultura in collaborazione con l’agenzia Grazia Neri
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