Artisti protagonisti
Opera esposta alla mostra ""La tentazione di esistere. 15 artisti in parlatorio" a Roma
14/05/2003
Per ora l'organizzazione è solo a Roma…
Giancarlo Savino "Roma e Torino sono le strutture più organizzate, ci sono molte città su questa onda.Quello che vogliamo mettere in evidenza attraverso la visibilità è la posizione etica del lavoro. Il mercato nasconde per evitare la concorrenza, di conseguenza gli artisti si devono organizzare autonomamente per essere visibili. Non possiamo rivendicare al mercato che renda visibile gli artisti, sono gli artisti che attraverso un proprio meccanismo devono rendersi visibili.
Il mercato poi ne prenderà coscienza, non può esistere un'oligarchia che stabilisce tutto.
Un critico recentemente ha detto 'si è esiste solo si appare'; noi crediamo il contrario, innanzitutto si è esiste, e se veramente si esiste la qualità è molto più pesante. L'apparire è una cosa che ti passa davanti agli occhi la vedi e poi non la vedi, l'esistenza è una cosa un po' più complessa e lunga. I ritmi dell'arte si modulano rispetto all'esistenza, non possono conformarsi all'apparire. L'apparizione appartiene alla pubblicità, appartiene ai quei meccanismi dove velocemente bisogna vendere un prodotto e il mercato chiede continuamente delle novità.
Il mercato dell'arte che attualmente si è appiattito sul mercato delle merci.
I giovani sono stati molto disorientati da questa metodologia economica. Per noi artisti è una sfida, una bella presunzione quella di voler dare dei riferimenti. I paletti li vogliamo mettere noi, gli artisti, attraverso una serie di discussioni e di atti, il convegno di Studi Aperti, questa mostra e altre mostre che faremo.
Gli artisti coinvolti nell'associazione sono più di cinquecento da questa quantità, vogliamo tirare fuori la qualità. Ma chi stabilisce questa qualità? Lo fanno i critici, lo possiamo fare anche noi abbiamo strumenti per farlo, ne abbiamo alla pari se non di più della critica ufficiale sull'arte contemporanea."
Luca Del Guercio "L'assenza dalle scelte da parte degli artisti, gli artisti fuori dalle commissioni di scelta di selezione sono fenomeni recenti. Dall'inizio degli anni 70 gli artisti avendo fatto un passo indietro rispetto alla responsabilità di fare delle scelte, hanno lasciato il campo libero ai critici, i quali hanno riempito un vuoto e quando si colma un vuoto si rompe una consuetudine, per cui se non c'è il critico non si possono fare le mostre. C'è una regressione dell'aspetto critico, nel senso della qualità stessa dell'apporto critico nella sua complessità, che conduce alla stasi attuale. Siccome siamo artisti piuttosto presuntuosi e ambiziosi, pensiamo che quello che stiamo facendo e quello che grazie al nostro lavoro sta emergendo in qualità e in quantità a Roma valorizzi e manifesti la contemporaneità romana.
Roma non è soltanto una città dei cocci degli stucchi e dell'interesse antiquario nei confronti di una storia dell'arte già chiusa. Gradualmente si sta risvegliando il pachiderma della contemporaneità romana che è in letargo ed è vessato dagli interessi antiquari.
Fino ad oggi tutto è stato impostato nella valorizzazione, ma non ci si può limitare a questo, perché poi la vita non parla solo di stucchi e riccioli antichi ma anche di immagini molto diverse."
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