Al Musée de l’Orangerie dal 20 settembre 2023 al 15 gennaio 2024
Un'amicizia lunga un secolo: Amedeo Modigliani e Paul Guillaume presto in mostra a Parigi
Amedeo Modigliani, Paul Guillaume, Novo Pilota, 1915, Parigi, Musée de l'Orangerie © RMN-Grand Palais (Musée de l'Orangerie) / Hervé Lewandowski
Samantha De Martin
13/12/2022
Mondo - A oltre un secolo dall’incontro tra Amedeo Modigliani e Paul Guillaume, Parigi dedica al maestro e al visionario mercante d’arte uno degli appuntamenti più attesi del 2023.
Una mostra al Musée de l’Orangerie, attesa dal 20 settembre 2023 al 15 gennaio 2024, mette sotto i riflettori uno dei momenti più emblematici della vita del pittore livornese dei colli lunghi, precisamente quando Paul Guillaume diventa suo mercante, a metà degli anni Dieci, evidenziando come i legami tra i due personaggi possono aiutarci a far luce sulla carriera dell'artista.
Al suo arrivo a Parigi, nel 1906, Modigliani è ancora un pittore. Sistematosi al Bateau-Lavoir, una comune per artisti squattrinati di Montmartre, viene inizialmente influenzato dal lavoro di Henri de Toulouse-Lautrec, sviluppando uno stile inconfondibile caratterizzato da pennellate rapide. Si dice che completasse un ritratto in una o due sedute, eppure, tutti coloro che avevano posato per lui sostenevano che essere ritratti da Modigliani era come "farsi spogliare l'anima".
L'incontro con lo scultore Brancusi, nel 1909, un’autentica rivelazione, lo introdusse alla scultura alla quale si dedicò quasi esclusivamente fino al 1913. La sua rottura con la pratica della scultura fu tanto improvvisa quanto totale: dal 1914 alla sua morte, avvenuta nel 1920, realizzò diverse centinaia di dipinti e un'ampia serie di disegni, dedicati alla figura umana.
Proprio la pratica della pittura sarà al centro del rapporto tra l'artista e il suo mercante che, proprio nel 1914, aveva aperto una prima galleria vicino al Palazzo dell’Eliseo, dove furono esposti Larionov e Gontcharova, Derain, Van Dongen o ancora Matisse e Picasso, ma anche alcuni Modigliani e De Chirico.
Amedeo Modigliani, Ritratto di Paul Guillaume, 1910, Olio su tela, 54 x 81 cm, Milano, Museo del Novecento
A consacrare la notorietà del mercante che aveva riunito nel frattempo una delle più straordinarie collezioni di dipinti europei degli anni Trenta, che intendeva donare allo Stato per fondare ''il primo museo francese di arte moderna'', sarà tuttavia l’amicizia con Albert Barnes, ricchissimo medico americano della East Coast.
Guillaume incoraggia quindi Modigliani, gli affitta uno studio a Montmartre, fa conoscere i suoi quadri negli ambienti artistici e letterari parigini. Acquista, vende e colleziona le sue opere, assicurando all'artista una nuova condizione materiale oltre che una crescente notorietà all'estero.
L’incontro tra il collezionista e l’artista era avvenuto nel 1914 grazie al poeta Max Jacob. Probabilmente Guillaume divenne il suo commerciante l'anno successivo, come testimonia la corrispondenza tra lo stesso mercante e il suo mentore, il poeta e critico d'arte Guillaume Apollinaire. Dal canto suo, in questo contesto parigino, il pittore immortala il suo gallerista in una serie di ritratti e disegni rimasti celebri.
Tra il 1915 e il 1916 Modigliani realizza quattro ritratti del suo mecenate. Il primo, custodito al Musée de l'Orangerie, proclama il rapporto privilegiato tra il mercante e l’artista. Paul Guillaume, al tempo ventitreenne, è rappresentato in giacca, guanti e cravatta, simile a un visionario pilota d'avanguardia, con la scritta “Novo Pilota”, che lascia supporre come il gallerista suscitasse nel pittore grandi speranze.
Anche Paul Guillaume lascia una serie di ritratti dell’amico pittore, affidati, più che al pennello, ai racconti, dai quali emerge un Modigliani più intimo, con il quale condivide affinità artistiche e letterarie, oltre che un comune interesse per l'arte africana, la letteratura e la poesia. E sempre Paul Guillaume ricorda quanto Modigliani amasse e giudicasse la poesia “non nel modo freddo e incompleto di un professore associato, ma con un'anima misteriosamente dotata per le cose sensibili e avventurose”.
Il Museo de l’Orangerie, Parigi | Foto: © Guilhem Vellut from Paris tramite Wikimedia Commons
Oltre ai cinque dipinti di Modì, che oggi arricchiscono la collezione del Musée de l'Orangerie, si dice che il mercante abbia acquistato oltre cento tele, una cinquantina di disegni e una decina di sculture dell'artista. Un numero dal quale si evince l'impegno del gallerista nella promozione del maestro, ma anche la passione per le sue opere,ampiamente presenti sulle pareti dei suoi diversi appartamenti. Non mancano i ritratti di personaggi di spicco della Parigi dell'epoca, come Max Jacob, André Rouveyre, Jean Cocteau, Moïse Kisling, e poi modelli sconosciuti, ritratti di donne come quello di Béatrice Hastings e Jeanne Hébuterne, che hanno condiviso la vita del pittore.
Attraverso una selezione di opere emblematiche la mostra parigina, a cura di Cécile Girardeau e Simonetta Fraquelli, evocherà le diverse caratteristiche di questo straordinario corpus, esplorando i legami tra il pittore e il suo mercante, alla luce del contesto artistico e letterario parigino degli anni Dieci.
La mostra sarà aperta tutti i giorni - ad eccezione di martedì 1° maggio e della mattina del 14 luglio - dalle 9 alle 18.
Una mostra al Musée de l’Orangerie, attesa dal 20 settembre 2023 al 15 gennaio 2024, mette sotto i riflettori uno dei momenti più emblematici della vita del pittore livornese dei colli lunghi, precisamente quando Paul Guillaume diventa suo mercante, a metà degli anni Dieci, evidenziando come i legami tra i due personaggi possono aiutarci a far luce sulla carriera dell'artista.
Al suo arrivo a Parigi, nel 1906, Modigliani è ancora un pittore. Sistematosi al Bateau-Lavoir, una comune per artisti squattrinati di Montmartre, viene inizialmente influenzato dal lavoro di Henri de Toulouse-Lautrec, sviluppando uno stile inconfondibile caratterizzato da pennellate rapide. Si dice che completasse un ritratto in una o due sedute, eppure, tutti coloro che avevano posato per lui sostenevano che essere ritratti da Modigliani era come "farsi spogliare l'anima".
L'incontro con lo scultore Brancusi, nel 1909, un’autentica rivelazione, lo introdusse alla scultura alla quale si dedicò quasi esclusivamente fino al 1913. La sua rottura con la pratica della scultura fu tanto improvvisa quanto totale: dal 1914 alla sua morte, avvenuta nel 1920, realizzò diverse centinaia di dipinti e un'ampia serie di disegni, dedicati alla figura umana.
Proprio la pratica della pittura sarà al centro del rapporto tra l'artista e il suo mercante che, proprio nel 1914, aveva aperto una prima galleria vicino al Palazzo dell’Eliseo, dove furono esposti Larionov e Gontcharova, Derain, Van Dongen o ancora Matisse e Picasso, ma anche alcuni Modigliani e De Chirico.
Amedeo Modigliani, Ritratto di Paul Guillaume, 1910, Olio su tela, 54 x 81 cm, Milano, Museo del Novecento
A consacrare la notorietà del mercante che aveva riunito nel frattempo una delle più straordinarie collezioni di dipinti europei degli anni Trenta, che intendeva donare allo Stato per fondare ''il primo museo francese di arte moderna'', sarà tuttavia l’amicizia con Albert Barnes, ricchissimo medico americano della East Coast.
Guillaume incoraggia quindi Modigliani, gli affitta uno studio a Montmartre, fa conoscere i suoi quadri negli ambienti artistici e letterari parigini. Acquista, vende e colleziona le sue opere, assicurando all'artista una nuova condizione materiale oltre che una crescente notorietà all'estero.
L’incontro tra il collezionista e l’artista era avvenuto nel 1914 grazie al poeta Max Jacob. Probabilmente Guillaume divenne il suo commerciante l'anno successivo, come testimonia la corrispondenza tra lo stesso mercante e il suo mentore, il poeta e critico d'arte Guillaume Apollinaire. Dal canto suo, in questo contesto parigino, il pittore immortala il suo gallerista in una serie di ritratti e disegni rimasti celebri.
Tra il 1915 e il 1916 Modigliani realizza quattro ritratti del suo mecenate. Il primo, custodito al Musée de l'Orangerie, proclama il rapporto privilegiato tra il mercante e l’artista. Paul Guillaume, al tempo ventitreenne, è rappresentato in giacca, guanti e cravatta, simile a un visionario pilota d'avanguardia, con la scritta “Novo Pilota”, che lascia supporre come il gallerista suscitasse nel pittore grandi speranze.
Anche Paul Guillaume lascia una serie di ritratti dell’amico pittore, affidati, più che al pennello, ai racconti, dai quali emerge un Modigliani più intimo, con il quale condivide affinità artistiche e letterarie, oltre che un comune interesse per l'arte africana, la letteratura e la poesia. E sempre Paul Guillaume ricorda quanto Modigliani amasse e giudicasse la poesia “non nel modo freddo e incompleto di un professore associato, ma con un'anima misteriosamente dotata per le cose sensibili e avventurose”.
Il Museo de l’Orangerie, Parigi | Foto: © Guilhem Vellut from Paris tramite Wikimedia Commons
Oltre ai cinque dipinti di Modì, che oggi arricchiscono la collezione del Musée de l'Orangerie, si dice che il mercante abbia acquistato oltre cento tele, una cinquantina di disegni e una decina di sculture dell'artista. Un numero dal quale si evince l'impegno del gallerista nella promozione del maestro, ma anche la passione per le sue opere,ampiamente presenti sulle pareti dei suoi diversi appartamenti. Non mancano i ritratti di personaggi di spicco della Parigi dell'epoca, come Max Jacob, André Rouveyre, Jean Cocteau, Moïse Kisling, e poi modelli sconosciuti, ritratti di donne come quello di Béatrice Hastings e Jeanne Hébuterne, che hanno condiviso la vita del pittore.
Attraverso una selezione di opere emblematiche la mostra parigina, a cura di Cécile Girardeau e Simonetta Fraquelli, evocherà le diverse caratteristiche di questo straordinario corpus, esplorando i legami tra il pittore e il suo mercante, alla luce del contesto artistico e letterario parigino degli anni Dieci.
La mostra sarà aperta tutti i giorni - ad eccezione di martedì 1° maggio e della mattina del 14 luglio - dalle 9 alle 18.
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