Dal 29 marzo al 24 luglio
Il ritorno a Parigi di Boldini: il pittore dell'eleganza al centro di una grande mostra al Petit Palais
Giovanni Boldini, Conversation au café, 1879, Olio su tavola, Collection particulière
Samantha De Martin
20/01/2022
Mondo - Un ritorno lungo 60 anni. Tanti ne sono trascorsi dall’ultima retrospettiva, in Francia, dedicata a Giovanni Boldini.
Il virtuoso ritrattista che racchiuse in sete, organze, piumaggi vibranti i lussi e voluttà, le bellezze e i turbamenti dell’alta società europea a cavallo tra due secoli, torna in quella Parigi della quale, a cavallo dell'Ottocento, fu gloria e vanto.
Per celebrare il pittore “dell’eleganza”, che seppe trasferire sulla tela le emozioni delle sue "fragili icone", come lo stesso Boldini definiva le sue modelle, una scenografia immersiva accompagnerà i visitatori del Petit Palais in un viaggio attraverso 150 opere alla scoperta dell’artista.
Giovanni Boldini, Portrait de Miss Bell, 1903
Dal 29 marzo al 24 luglio, nell'ambito della mostra Giovanni Boldini. Les plaisirs et les jours, un raffinato intreccio di dipinti, disegni, costumi, incisioni, accessori alla moda avvolgerà il pubblico, invitandolo a rivivere i piaceri della Belle Époque e l'effervescenza di una capitale moderna e all'avanguardia.
Più che un debutto, quello di Giovanni Boldini a Parigi è un ritorno. Pur essendo nato a Ferrara, nell’animo dell’artista ribolliva la passione per quella “Mecca dell'arte e della vita” destinata a diventare in fretta la sua seconda patria. E proprio nella cosmopolita Ville Lumière, con i suoi caffè, gli ampi viali alberati, le sale da ballo, vicino a Degas e ai circoli artistici, protetto dal mercante Adolphe Goupil, questo peintre italien de Paris trascorse la maggior parte della sua vita, conquistando il pubblico con i suoi soggetti, ancora vibranti della modernità e della frenesia parigina.
Sulle sue tele si rincorrono avventori dei caffè e passanti di strada, ma soprattutto aristocratici di tutto il mondo che facevano a gara per regalare a Boldini i loro volti.
Giovanni Boldini, Scène de fête au Moulin rouge, 1885 circa, Olio su tela, Parigi, Musée d'Orsay | Courtesy Petit Palais
Al pari dei soggetti che scolpiva nelle sue tele, lo stesso artista seppe abilmente introdursi con furore spadaccino negli ambienti artistici più esclusivi di Parigi, tuffandosi tra brigate mondane e corteggiamenti amorosi, tra ristoranti e teatri, senza dimenticare di portare con sé le sue matite. Le atmosfere notturne create dalla nuova illuminazione elettrica sembrano accendere i suoi pennelli, come anche i movimenti incessanti di questa città sempre sveglia che Boldini immortala sulla tela. Così una scena di festa al Moulin Rouge diventa l’occasione per tradurre in colore l'effervescenza della città, mentre il milieu domestico riecheggia in tutta la sua raffinata intimità nelle scene di donne all’uncinetto ed eleganti signore avvolte da abiti sontuosi.
Eppure, ben consapevole dell'inconsistenza morale e delle contraddizioni che serpeggiavano nella vita mondana parigina, Boldini si divertiva a giocare con la finalità del ritratto ufficiale, unendo all’esaltazione delle qualità intellettive e morali del soggetto rappresentato un'acuta penetrazione psicologica.
Per questo l’artista rinnega le pose statiche attraverso un sapiente fraseggio volumetrico e prospettico dei gesti e degli atteggiamenti dei soggetti, cristallizzando i corpi in movimento per dare vita a immagini dinamiche ed elettrizzanti.
Giovanni Boldini, Jours tranquilles, 1875, Olio su tela
Prestiti internazionali - dal Museo di Capodimonte a Napoli alla National Portrait Gallery di Londra, dal museo d'Orsay, al Palais Galliera - tessono, nelle sale del Petit palais, i fili di una narrazione che abbraccia anche l’amicizia tra il pittore ferrarese, il fumettista Sem e il collega Paul Helleu.
Passeggiate e scene di genere cedono poi il posto ai ritratti, che decretarono il vero successo dell’artista. Con intuito lungimirante e una capacità di osservazione rara, Boldini capta in chiave moderna e controcorrente tutto ciò che nella capitale conta. Dandy e scrittori, ereditiere e principesse offrono i loro sguardi al pittore, restituendo il volto di un’epoca e di una metropoli in piena evoluzione.
Lo spiccato gusto dell’artista per la moda emerge dai ritratti, mentre il tocco veloce, l'attenzione alla posa della modella, l’enfasi sulla linea serpentina dei corpi - tratti che rendono unica la sua firma - trasudano dagli abiti più belli di couturiers come Paul Poiret o Jacques Doucet.
Così lavori come Feu d’artifice, Portrait d’Emiliana Concha de Ossa, Portrait de Rita de Acosta Lydig assise diventano lo specchio, affascinante e al tempo stesso commovente, di una Parigi che non c’è più.
Giovanni Boldini, Place Pigalle et l'omnibus Place de l'Etoile La Villette, Olio su tavola, 27.5 x 18 cm | Courtesy Petit Palais
Leggi anche:
• Novant'anni senza Boldini. Il pittore dell'eleganza rivive in una grande mostra
Il virtuoso ritrattista che racchiuse in sete, organze, piumaggi vibranti i lussi e voluttà, le bellezze e i turbamenti dell’alta società europea a cavallo tra due secoli, torna in quella Parigi della quale, a cavallo dell'Ottocento, fu gloria e vanto.
Per celebrare il pittore “dell’eleganza”, che seppe trasferire sulla tela le emozioni delle sue "fragili icone", come lo stesso Boldini definiva le sue modelle, una scenografia immersiva accompagnerà i visitatori del Petit Palais in un viaggio attraverso 150 opere alla scoperta dell’artista.
Giovanni Boldini, Portrait de Miss Bell, 1903
Dal 29 marzo al 24 luglio, nell'ambito della mostra Giovanni Boldini. Les plaisirs et les jours, un raffinato intreccio di dipinti, disegni, costumi, incisioni, accessori alla moda avvolgerà il pubblico, invitandolo a rivivere i piaceri della Belle Époque e l'effervescenza di una capitale moderna e all'avanguardia.
Più che un debutto, quello di Giovanni Boldini a Parigi è un ritorno. Pur essendo nato a Ferrara, nell’animo dell’artista ribolliva la passione per quella “Mecca dell'arte e della vita” destinata a diventare in fretta la sua seconda patria. E proprio nella cosmopolita Ville Lumière, con i suoi caffè, gli ampi viali alberati, le sale da ballo, vicino a Degas e ai circoli artistici, protetto dal mercante Adolphe Goupil, questo peintre italien de Paris trascorse la maggior parte della sua vita, conquistando il pubblico con i suoi soggetti, ancora vibranti della modernità e della frenesia parigina.
Sulle sue tele si rincorrono avventori dei caffè e passanti di strada, ma soprattutto aristocratici di tutto il mondo che facevano a gara per regalare a Boldini i loro volti.
Giovanni Boldini, Scène de fête au Moulin rouge, 1885 circa, Olio su tela, Parigi, Musée d'Orsay | Courtesy Petit Palais
Al pari dei soggetti che scolpiva nelle sue tele, lo stesso artista seppe abilmente introdursi con furore spadaccino negli ambienti artistici più esclusivi di Parigi, tuffandosi tra brigate mondane e corteggiamenti amorosi, tra ristoranti e teatri, senza dimenticare di portare con sé le sue matite. Le atmosfere notturne create dalla nuova illuminazione elettrica sembrano accendere i suoi pennelli, come anche i movimenti incessanti di questa città sempre sveglia che Boldini immortala sulla tela. Così una scena di festa al Moulin Rouge diventa l’occasione per tradurre in colore l'effervescenza della città, mentre il milieu domestico riecheggia in tutta la sua raffinata intimità nelle scene di donne all’uncinetto ed eleganti signore avvolte da abiti sontuosi.
Eppure, ben consapevole dell'inconsistenza morale e delle contraddizioni che serpeggiavano nella vita mondana parigina, Boldini si divertiva a giocare con la finalità del ritratto ufficiale, unendo all’esaltazione delle qualità intellettive e morali del soggetto rappresentato un'acuta penetrazione psicologica.
Per questo l’artista rinnega le pose statiche attraverso un sapiente fraseggio volumetrico e prospettico dei gesti e degli atteggiamenti dei soggetti, cristallizzando i corpi in movimento per dare vita a immagini dinamiche ed elettrizzanti.
Giovanni Boldini, Jours tranquilles, 1875, Olio su tela
Prestiti internazionali - dal Museo di Capodimonte a Napoli alla National Portrait Gallery di Londra, dal museo d'Orsay, al Palais Galliera - tessono, nelle sale del Petit palais, i fili di una narrazione che abbraccia anche l’amicizia tra il pittore ferrarese, il fumettista Sem e il collega Paul Helleu.
Passeggiate e scene di genere cedono poi il posto ai ritratti, che decretarono il vero successo dell’artista. Con intuito lungimirante e una capacità di osservazione rara, Boldini capta in chiave moderna e controcorrente tutto ciò che nella capitale conta. Dandy e scrittori, ereditiere e principesse offrono i loro sguardi al pittore, restituendo il volto di un’epoca e di una metropoli in piena evoluzione.
Lo spiccato gusto dell’artista per la moda emerge dai ritratti, mentre il tocco veloce, l'attenzione alla posa della modella, l’enfasi sulla linea serpentina dei corpi - tratti che rendono unica la sua firma - trasudano dagli abiti più belli di couturiers come Paul Poiret o Jacques Doucet.
Così lavori come Feu d’artifice, Portrait d’Emiliana Concha de Ossa, Portrait de Rita de Acosta Lydig assise diventano lo specchio, affascinante e al tempo stesso commovente, di una Parigi che non c’è più.
Giovanni Boldini, Place Pigalle et l'omnibus Place de l'Etoile La Villette, Olio su tavola, 27.5 x 18 cm | Courtesy Petit Palais
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