I titoli del mese

L'Agenda dell'Arte - In libreria

Alfabeto umano da le Heures de Charles d'Angoulême di Robinet Testard, XV secolo
, Bibliothèque nationale de France in Paris
 

Francesca Grego

22/08/2019

• Harry Bellett, Falsari illustri. Skira
Secondo l’ex direttore del Metropolitan Museum di New York Thomas Hoving il 40% delle opere conservate nel celebre edificio sulla Fifth Avenue sono dei falsi. Una tesi audace? Non troppo, sostiene Harry Bellet, scrittore ed editorialista di Le Monde con un passato al Centre Pompidou e alla Fondation Maeght di Saint-Paul-de-Vence: la stima di Hoving potrebbe essere fin troppo ottimistica.

Per mostrarci le proporzioni del fenomeno del falso, Bellet ci invita a partire per un affascinante viaggio lungo la storia: dal greco Pasitele, che escogitava truffe ai danni dei collezionisti romani, al giovane Michelangelo, fino ad Han van Meegeren, che ingannò Goering con i suoi finti Vermeer e all’inglese Erich Hebborn, che con i suoi disegni perfetti ha tenuto in scacco i più grandi esperti di arte rinascimentale. Artisti falliti e falsari geniali, questi individui rischiano di invalidare gli studi più rigorosi e di fuorviare pesantemente le nostre conoscenze sulla storia dell’arte. Eppure, scrive Bellet, ogni nuovo caso accende l’entusiasmo del pubblico, trasformando il contraffattore in eroe: come “Arsenio Lupin, il ladro gentiluomo che possedeva la Gioconda autentica e la Tiara di Saitaferne (che usava come copritelefono), mentre il Louvre ne custodiva solo le copie”.
Clamorosi scandali e storie stupefacenti si susseguono in un volume arguto e appassionante come un romanzo, ma rigorosamente documentato e aderente alla realtà.

• Larry Warsh, Basquiat-isms. Jean-Michel Basquiat. Princeton University Press
Tra gli artisti contemporanei più amati, nella sua carriera breve ma folgorante Jean-Michel Basquiat ha esplorato le interazioni tra parole e immagine come nessun altro, dando vita a uno stile immediatamente riconoscibile.
Larry Warsh ne è stato uno dei più precoci collezionisti. Oggi sceglie proprio il filo conduttore delle parole per regalarci uno sguardo nuovo sul writer che ha rivoluzionato i linguaggi dell’arte. Nel volume edito da Princeton University Press, citazioni da interviste, dipinti, testi poetici e dialoghi scritti da Basquiat diventano i medium di un tour inatteso nell’universo del padrino della cultura urbana. Scopriamo qui un oratore e scrittore potente e creativo, che parla in prima persona dell’essere artista, del mondo dell’arte, di questioni di razza o di esistenze metropolitane. Il tutto in uno stile diretto, energico, poetico ed enigmatico assolutamente coerente con le opere che ben conosciamo.

• Nicolette Mandarano, Musei e media digitali. Carocci Editore
Immersioni virtuali nei capolavori dell’arte, ricostruzioni in 3D dei siti archeologici, collezioni online, canali social: come si trasformano i musei nell’era digitale? Quali esperienze offrono gli spunti più interessanti? Come sfruttare al meglio le novità della tecnologia? A spiegarlo in un volume agile e chiaro, eppure straordinariamente ricco di informazioni, è Nicolette Mandarano, storica dell’arte specializzata in iconologia, digital media curator delle Gallerie Nazionali Barberini e Corsini nonché coordinatrice del master “Digital Heritage. Cultural Communication through Digital Technology “all’Università La Sapienza di Roma.

In principio, racconta la studiosa, fu la Tomba di Nefertari, digitalizzata nel lontano 1994 in un progetto della Fondazione Memmo. Parte di qui un’esplorazione che si spinge fino al 2018, con il lancio del concorso Playable Museum al Museo Marino Marini. Da imprese pionieristiche che oggi sembrano archeologia - come i Cd’Art di Repubblica-Giunti Multimedia - a Google Arts & Culture e all’M9 di Mestre, un museo completamente digitale, ne è passata di acqua sotto i ponti. Mandarano ricostruisce con grande chiarezza un cammino andato avanti tra entusiasmi e frenate, illustrandolo con gli esempi del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano, del MAXXI e della Galleria Borghese di Roma, del MANN di Napoli, senza tralasciare esperienze internazionali come quella del Prado di Madrid o del MET di New York, né contaminazioni artistiche come quelle di Peter Greenaway. Tra digitalizzazioni in museo, fruizione online e interazioni sui social network si dipana un percorso a più dimensioni che chiarisce come il digitale non sia soltanto una moda, ma una reale opportunità.

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