Online da oggi il racconto dell’installazione alle Ogr
Da Torino alla Francia, viaggio nell’opera di William Kentridge
William Kentridge, The Refusal of Time, 2010, Estratto video | Foto: Henrik Stromberg | © William Kentridge | Courtesy of the Artist and Maian Goodman Gallery, New York/Paris
Francesca Grego
09/04/2020
Quattro anni fa, nell’aprile del 2016, William Kentridge stupiva l’Italia con Triumphs and Laments: un fregio monumentale lungo 550 metri e alto 10 che, sulle rive del Tevere, narra le grandezze, le miserie e soprattutto le metamorfosi della Città Eterna. Mentre l’opera romana - programmaticamente effimera - ha intrapreso il processo di trasformazione che la porterà a disfarsi come una rovina dell’Urbe antica, un’altra creazione di Kentridge si racconta online da oggi, giovedì 9 aprile, sui canali social delle Officine Grandi Riparazioni di Torino.
Musica, arti visive e performative sono momentaneamente in pausa anche nel centro culturale nato da uno storico stabilimento di manutenzione dei treni, che con un’ennesima riconversione si prepara ad accogliere un Covid Center temporaneo. Ma le Ogr non rinunciano a dire la propria in campo artistico e lanciano il progetto virtuale Come nasce una mostra: un viaggio a puntate nei retroscena delle opere di grandi artisti internazionali, che ha come prima tappa l’installazione permanente Procession of Reparationists creata da Kentridge per il cortile d’ingresso delle Officine.
William Kentridge, The Head & The Load / KABOOM!, 2018, Estratto video | Foto: Thys Dullaart | © William Kentridge | Courtesy of the Artist
Enormi silhouette metalliche cambiarono il volto della Corte Est nel 2017 grazie a una commissione del Castello di Rivoli - Museo d’Arte Contemporanea. Kentridge le realizzò dopo aver consultato foto d’epoca di operai e ambienti di lavoro, in un’esplorazione della storia dell’industria nel Nord Italia. L’idea del processo di riparazione fuse insieme treni e corpi umani in un’opera dal forte valore simbolico. Ma al momento di collocare le sculture al loro posto e di dipingerle, ci si accorse che non tutto era andato per il verso giusto. Dall’ideazione dell’opera fino al suo arrivo dal Sudafrica e allo studio di luci ad hoc, il primo episodio della rubrica social delle Officine racconta come nasce un grande progetto site specific tra imprevisti e aneddoti rimasti finora dietro le quinte. Accanto a Procession of Reparationists avremo modo di saperne di più anche su Track, il maestoso dipinto murale creato da Arturo Herrera per l’atrio di Ogr Cult.
William Kentridge, The Refusal of Time, 2010, Estratto video | Foto: Henrik Stromberg | © William Kentridge | Courtesy of the Artist and Maian Goodman Gallery, New York/Paris
Intanto una delle più grandi retrospettive mai realizzate sull’opera di Kentridge è congelata nelle sale del LaM - Museo d’Arte Moderna di Lille a causa dell’emergenza sanitaria in atto. Ma ci sono buone speranze di riuscire a vederla perché è ufficialmente in calendario fino al prossimo 13 dicembre. Progettata in stretta collaborazione con l’artista e con il Kunstmuseum di Basilea, William Kentridge. A poem that is not our own sarà un’occasione ghiotta per conoscere a fondo uno degli artisti più interessanti e originali della nostra epoca. Tele dipinte, sculture di grandi dimensioni, opere grafiche, arazzi, animazioni, video, performance teatrali danno l’idea della creatività prolifica ed estremamente versatile dell’artista sudafricano.
Nato a Johannesburg poco dopo l’istituzione dell’apartheid, da sempre Kentridge riesce a parlare di temi come la decolonizzazione, i conflitti politici e gli abusi di potere con rara inventiva, poetica leggerezza e uno humour che ricorda il meglio del Dadaismo. Attraverso il prisma della storia dell’Africa o di piccole e grandi esperienze personali, ci parla di una condizione umana senza confini e gerarchie, in cui tutti possono riconoscersi. Dall’ingegnosa tecnica della Poor Man’s Animation agli innovativi lavori sul corpo e sul video, la mostra al LaM abbraccia opere iconiche e disegni giovanili, fino all’ultimo lavoro ancora da completare.
William Kentridge, Remembering the Treason Trial, 2013, Litografia su carta (63 elementi), 195 x 178 cm | Foto: Thys Dullaart | © William Kentridge | Courtesy of the Artist
In attesa di poterla visitare segnaliamo l’uscita del catalogo William Kentridge. Un poéme qui n’est pas le nôtre per le edizioni Flammarion e del volume Comment devenir William Kentridge (edizioni La Pionnière), scritto dal poeta e fotografo Gérard Macé: viaggio in “un’opera singolare che mescola le ombre di Méliès, gli echi di un flauto magico e quelli di una fanfara alle lusinghe di una danza macabra e ai passi grotteschi di un re di nome Ubu, un invito alla libertà, a farsi da parte, ad agire con la propria testa e a volare con le proprie ali”.
Vedi anche:
• FOTO: Le fantasmagorie romane di William Kentridge
• William Kentridge, re di Roma
• Street Art: la marcia di William Kentridge lungo il Tevere
Musica, arti visive e performative sono momentaneamente in pausa anche nel centro culturale nato da uno storico stabilimento di manutenzione dei treni, che con un’ennesima riconversione si prepara ad accogliere un Covid Center temporaneo. Ma le Ogr non rinunciano a dire la propria in campo artistico e lanciano il progetto virtuale Come nasce una mostra: un viaggio a puntate nei retroscena delle opere di grandi artisti internazionali, che ha come prima tappa l’installazione permanente Procession of Reparationists creata da Kentridge per il cortile d’ingresso delle Officine.
William Kentridge, The Head & The Load / KABOOM!, 2018, Estratto video | Foto: Thys Dullaart | © William Kentridge | Courtesy of the Artist
Enormi silhouette metalliche cambiarono il volto della Corte Est nel 2017 grazie a una commissione del Castello di Rivoli - Museo d’Arte Contemporanea. Kentridge le realizzò dopo aver consultato foto d’epoca di operai e ambienti di lavoro, in un’esplorazione della storia dell’industria nel Nord Italia. L’idea del processo di riparazione fuse insieme treni e corpi umani in un’opera dal forte valore simbolico. Ma al momento di collocare le sculture al loro posto e di dipingerle, ci si accorse che non tutto era andato per il verso giusto. Dall’ideazione dell’opera fino al suo arrivo dal Sudafrica e allo studio di luci ad hoc, il primo episodio della rubrica social delle Officine racconta come nasce un grande progetto site specific tra imprevisti e aneddoti rimasti finora dietro le quinte. Accanto a Procession of Reparationists avremo modo di saperne di più anche su Track, il maestoso dipinto murale creato da Arturo Herrera per l’atrio di Ogr Cult.
William Kentridge, The Refusal of Time, 2010, Estratto video | Foto: Henrik Stromberg | © William Kentridge | Courtesy of the Artist and Maian Goodman Gallery, New York/Paris
Intanto una delle più grandi retrospettive mai realizzate sull’opera di Kentridge è congelata nelle sale del LaM - Museo d’Arte Moderna di Lille a causa dell’emergenza sanitaria in atto. Ma ci sono buone speranze di riuscire a vederla perché è ufficialmente in calendario fino al prossimo 13 dicembre. Progettata in stretta collaborazione con l’artista e con il Kunstmuseum di Basilea, William Kentridge. A poem that is not our own sarà un’occasione ghiotta per conoscere a fondo uno degli artisti più interessanti e originali della nostra epoca. Tele dipinte, sculture di grandi dimensioni, opere grafiche, arazzi, animazioni, video, performance teatrali danno l’idea della creatività prolifica ed estremamente versatile dell’artista sudafricano.
Nato a Johannesburg poco dopo l’istituzione dell’apartheid, da sempre Kentridge riesce a parlare di temi come la decolonizzazione, i conflitti politici e gli abusi di potere con rara inventiva, poetica leggerezza e uno humour che ricorda il meglio del Dadaismo. Attraverso il prisma della storia dell’Africa o di piccole e grandi esperienze personali, ci parla di una condizione umana senza confini e gerarchie, in cui tutti possono riconoscersi. Dall’ingegnosa tecnica della Poor Man’s Animation agli innovativi lavori sul corpo e sul video, la mostra al LaM abbraccia opere iconiche e disegni giovanili, fino all’ultimo lavoro ancora da completare.
William Kentridge, Remembering the Treason Trial, 2013, Litografia su carta (63 elementi), 195 x 178 cm | Foto: Thys Dullaart | © William Kentridge | Courtesy of the Artist
In attesa di poterla visitare segnaliamo l’uscita del catalogo William Kentridge. Un poéme qui n’est pas le nôtre per le edizioni Flammarion e del volume Comment devenir William Kentridge (edizioni La Pionnière), scritto dal poeta e fotografo Gérard Macé: viaggio in “un’opera singolare che mescola le ombre di Méliès, gli echi di un flauto magico e quelli di una fanfara alle lusinghe di una danza macabra e ai passi grotteschi di un re di nome Ubu, un invito alla libertà, a farsi da parte, ad agire con la propria testa e a volare con le proprie ali”.
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