Anche Roma al Museum of the Bible

A Washington, nel più grande museo dedicato alla Bibbia, c'è anche un po' di Italia

Uno spazio interno del Museo della Bibbia di Washington. Photo by Alan Karchmer for Museum of the Bible. Courtesy of Museum of the Bible
 

Samantha De Martin

22/12/2017

Mondo - Le porte in bronzo con riprodotte le prime 80 righe della Genesi accolgono gli ospiti del più grande museo al mondo dedicato alla Bibbia. Tra le sale del Museum of the Bible, nel cuore di Washington - non lontano dalla National Gallery of Arts e dal National Air and Space Museum - dove la storia del libro più importante d’occidente incontra le straordinarie esibizioni del digitale - grazie ai prestiti dell’Archivio di Stato di Roma e della Galleria Borghese trova posto anche un po’ di Italia.
In questo imponente edificio, i contenuti, il ruolo, la narrativa, ma anche l’impatto che la Bibbia ha avuto a livello globale, e non solo in America, si dipanano attraverso i sei piani più Rooftop con vista mozzafiato, inaugurati lo scorso 18 novembre con tanto di lettera e auguri di papa Francesco.

Un debutto, quello del museo con la sua collezione permanente dedicata alle Sacre Scritture, che la Galleria Borghese di Roma - come aveva annunciato il direttore Anna Coliva nel corso della presentazione della mostra dedicata a Bernini - ha voluto salutare concedendo in prestito l’opera The Concert dell’artista di Utrecht Gerrit van Honthorst, anche per ringraziare il Museo della Bibbia della collaborazione scientifica offerta per il restauro della Santa Bibiana, al centro della bella mostra su Bernini, in corso a Roma fino al 4 febbraio.
Ma c'è di più. Grazie a un accordo tra il Museo della Bibbia e l’Archivio di Stato di Roma, la nuovissima istituzione di Washington porterà all’interno della sua moderna struttura - come si legge in un comunicato del Museo - alcuni tesori dalla capitale, tra documenti, dipinti, stampe d’archivio, che saranno al centro di tre mostre temporanee in programma tra il 2018 e il 2020.
La prima, che inaugurerà a metà del 2018, dedicata alle opere di carità a Roma tra il XIII e il XIX secolo, frutto dei principi di misericordia contenuti nella Bibbia, anticipa l’esposizione del 2019, che sarà incentrata sulle catastrofi naturali moderne lette attraverso la Bibbia. L’appuntamento del 2020, riguarderà, invece, la tradizione, tipicamente romana, del pellegrinaggio alle sette basiliche, e spiegherà anche come le caratteristiche architettoniche e artistiche di queste chiese siano coerenti con lo scopo di questi edifici religiosi.

Intanto, in attesa dei prossimi appuntamenti, sul sito del museo, www.museumofthebible.org,  è possibile acquistare i biglietti per visitare i tesori del museo anche il 24 e il 26 dicembre.
In questa new entry all’interno dello skyline artistico di Washington, in cui l’antico, anzi l’antichissimo, convive con le più moderne tecnologie, non passano inosservati i continui rimandi a metafore e icone bibliche. La forte presenza della tecnologia in questa nuova struttura, che assume la forma ora di un’arca, ora di una pergamena arrotolata, e “che si rivolge ai popoli di ogni fede, ma anche a coloro che ne sono privi”, si percepisce già all’ingresso, dove ad accogliere i visitatori sono una guida virtuale, che offre agli ospiti un servizio personalizzato, e il soffitto digitale sul quale vengono proiettate immagini della collezione del museo, ma anche nuvole e stelle.

La moderna struttura voluta e finanziata da Steve Green, un gigante del commercio di oggettistica, che ha investito 500 milioni di dollari per l’imponente edificio di circa 40mila metri quadri, finalizzato a “far dialogare le persone con la Bibbia”, ha un occhio di riguardo anche per i più piccoli. Al primo piano, una sala dedicata ai bambini, con tanto di caccia al tesoro, illustra loro le storie della Bibbia che hanno per protagonisti personaggi coraggiosi, invitandoli a leggere, interagire, imparare. Grazie agli effetti ottici e all’alta tecnologia i piccoli visitatori potranno “camminare sull’acqua” e osservare la vita marina sotto i loro piedi, ascoltare la storia di Giuseppe, partecipare a una pesca “miracolosa” o giocare a “Davide e Golia”.

Dall’impatto che la Bibbia ha avuto sull’America e sull’umanità, al racconto della storia del Libro sacro, l’edificio regala un viaggio nel tempo e nella cultura attraverso undici gallerie, oltre 600 manufatti e tanti pezzi preziosi - dal più antico manoscritto ebraico superstite copiato in Inghilterra alla prima Bibbia stampata in America e allauna ricca collezione di frammenti dei rotoli del Mar Morto. Basta avere un tablet a portata di mano - il cui utilizzo è incluso nel biglietto - per consentire a ciascun visitatore di interagire con gli allestimenti e compiere il proprio viaggio.

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