Una casa della memoria per non dimenticare il giornalista che sfidò la mafia.

Apre il museo di Peppino Impastato

 

L.S.

27/07/2013

Palermo - I suoi dischi, i testi che amava, l’ultimo libro letto prima di rimanere vittima dell’attentato mafioso che fece esplodere il suo corpo sui binari di una ferrovia, e ancora i documenti utilizzati per i programmi di “Radio Aut”, la scrivania e la sua macchina da scrivere. Insomma il mondo di Peppino Impastato. Così nasce la Casa Memoria che ha aperto i battenti ieri in corso Umberto 220 a Cinisi, proprio dove Impastato visse con la madre Felicia.

L’abitazione, riadeguata per accogliere i visitatori che ogni anno si avvicinano alla storia dell’attivista, ha richiesto interventi di ristrutturazione che sono stati realizzati nell’ambito del progetto “Un ponte per la memoria” grazie al sostegno di Fondazione con il Sud e sotto la direzione di Claudio La Camera, responsabile dell’Osservatorio sulla Ndangheta di Reggio Calabria, che insieme a Giovanni Impastato, fratello di Peppino, ha curato l’allestimento del museo.

Oltre ad un punto di accoglienza, un bookshop e un’area espositiva, il percorso include una ricostruzione della stanza da letto di Impastato, e una sala lettura che raccoglie i numeri del giornale ''L'idea socialista'' e l’archivio relativo all’attività radiofonica.


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