Elisa Morucci. Paolo
Dal 08 Novembre 2021 al 08 Novembre 2021
Prato
Luogo: Piazzale della cipresseta di Santa Lucia
Indirizzo: Piazzale della cipresseta di Santa Lucia
Sito ufficiale: http://www.elisamorucci.com
Lunedì 8 novembre 2021, alle 15.30, nel Piazzale della cipresseta di Santa Lucia - periferia nord di Prato - sarà svelata la scultura dell’artista fiorentina Elisa Morucci, in ricordo e in omaggio al grande campione Paolo Rossi - o più semplicemente Pablito, come fu soprannominato durante i mondiali spagnoli del 1982.
A pochi passi da lì, infatti, vi è il campo sportivo (tra l’altro intitolato a Vittorio Rossi, padre di Paolo) dove il futuro campione del mondo a soli cinque anni indossò per la prima volta la maglia della squadra di calcio del Santa Lucia. Fu l’inizio di una carriera ricchissima di successi che appassionò milioni di italiani.
Tra questi anche Elisa Morucci, l’artista che, all’indomani della scomparsa del campione, il 9 dicembre 2020, ebbe l’idea di dedicargli una scultura. In poco tempo l’intenzione si è trasformata in un’impresa artistica di cui il Comune di Prato e la Pro loco di Santa Lucia si sono fatti promotori.
Ha preso così il via l’iter artistico che lunedì 8 novembre si concluderà con l’inaugurazione ufficiale dell’opera alla presenza, oltre che della stessa Artista, anche dei familiari di Paolo Rossi (la moglie Federica e il fratello Rossano); prevista anche la presenza dei vertici della FIGC, del Comune di Prato e della Pro Loco di Santa Lucia.
«Paolo è l'eroe dello sport che resta umano - dice Morucci - con la sua semplicità e umiltà, ma anche volontà e intelligenza, si è fatto portatore di valori eterni, propri anche di un calcio in cui l’amore per il bel gioco, veniva prima di tutto. Su questo ho lavorato ed era questo che mi premeva rimanesse: i valori condivisi dello sport, incarnati da uno dei nostri sportivi più amati. Ho realizzato la scultura partendo da forme geometriche essenziali, che richiamassero il simbolo stesso del calcio, l’iconica Coppa del Mondo di Gazzaniga. L’espressione è riflessiva e concentrata, nell’intento di far emergere gli aspetti profondi, che portano uno sportivo a diventare un campione del mondo. Per me era importante puntare l’accento, non al momento dell’esaltazione per la vittoria, ma su tutti gli elementi che contribuiscono a costruire un grande uomo, perché dietro ad ogni successo, si celano sempre grandi sacrifici, tanta passione ed un’incrollabile forza di volontà. Il senso era quello di veicolare valori eterni e Paolo in questo è paradigmatico, poiché lui stesso, li incarnava».
La scultura, raffigurante il mezzo busto di Paolo Rossi, è stata realizzata dalla scultrice Elisa Morucci in bronzo, secondo l'antica tecnica della cera persa, e in marmo, nello specifico, un blocco di “verde delle Alpi”, per la base. La scelta del verde è dovuta a due ragioni: sia per riprendere i colori delle opere architettoniche del gotico toscano presente in tutte le nostre chiese, compreso il Duomo di Prato, sia per richiamare l’idea della Coppa del mondo, che presenta degli inserti in malachite (anche questi di colore verde).
«La tecnica della cera persa, utilizzata per la realizzazione della scultura in bronzo è complessa - spiega Elisa Morucci - prevede molti passaggi, durante i quali si rischia di perdere la freschezza del modellato in argilla. Il lavoro va curato ad ogni singolo stadio, poiché non di rado l’effetto di un materiale risulta totalmente diverso da un altro, la fisionomia stessa, subisce delle trasformazioni dovute alle diverse texture, per non parlare della patina finale, che in parte resta sempre un’incognita. È indispensabile avere un’idea precisa di ciò che si vuole ottenere, ma bisogna anche mantenersi elastici e aperti ai ‘suggerimenti’ della materia e agli imprevisti del processo di realizzazione. Un’opera è un piccolo universo che si va armonizzando, ha un suo ritmo interno che ne costituisce l’anima, che deve emergere e trasudare dalla materia, creare una sorta di campo magnetico proprio, con il suo senso, le sue coordinate e il suo messaggio».
La scultura si intitola semplicemente Paolo e misura un metro e dieci centimetri circa di altezza, cui è stata aggiunta una seconda base, in linea col ripristino del piazzale dove è stata collocata. Il tutto è alto un paio di metri d’altezza, con le dimensioni che alla fine saranno poco più grandi della grandezza naturale (+ 10% circa).
A pochi passi da lì, infatti, vi è il campo sportivo (tra l’altro intitolato a Vittorio Rossi, padre di Paolo) dove il futuro campione del mondo a soli cinque anni indossò per la prima volta la maglia della squadra di calcio del Santa Lucia. Fu l’inizio di una carriera ricchissima di successi che appassionò milioni di italiani.
Tra questi anche Elisa Morucci, l’artista che, all’indomani della scomparsa del campione, il 9 dicembre 2020, ebbe l’idea di dedicargli una scultura. In poco tempo l’intenzione si è trasformata in un’impresa artistica di cui il Comune di Prato e la Pro loco di Santa Lucia si sono fatti promotori.
Ha preso così il via l’iter artistico che lunedì 8 novembre si concluderà con l’inaugurazione ufficiale dell’opera alla presenza, oltre che della stessa Artista, anche dei familiari di Paolo Rossi (la moglie Federica e il fratello Rossano); prevista anche la presenza dei vertici della FIGC, del Comune di Prato e della Pro Loco di Santa Lucia.
«Paolo è l'eroe dello sport che resta umano - dice Morucci - con la sua semplicità e umiltà, ma anche volontà e intelligenza, si è fatto portatore di valori eterni, propri anche di un calcio in cui l’amore per il bel gioco, veniva prima di tutto. Su questo ho lavorato ed era questo che mi premeva rimanesse: i valori condivisi dello sport, incarnati da uno dei nostri sportivi più amati. Ho realizzato la scultura partendo da forme geometriche essenziali, che richiamassero il simbolo stesso del calcio, l’iconica Coppa del Mondo di Gazzaniga. L’espressione è riflessiva e concentrata, nell’intento di far emergere gli aspetti profondi, che portano uno sportivo a diventare un campione del mondo. Per me era importante puntare l’accento, non al momento dell’esaltazione per la vittoria, ma su tutti gli elementi che contribuiscono a costruire un grande uomo, perché dietro ad ogni successo, si celano sempre grandi sacrifici, tanta passione ed un’incrollabile forza di volontà. Il senso era quello di veicolare valori eterni e Paolo in questo è paradigmatico, poiché lui stesso, li incarnava».
La scultura, raffigurante il mezzo busto di Paolo Rossi, è stata realizzata dalla scultrice Elisa Morucci in bronzo, secondo l'antica tecnica della cera persa, e in marmo, nello specifico, un blocco di “verde delle Alpi”, per la base. La scelta del verde è dovuta a due ragioni: sia per riprendere i colori delle opere architettoniche del gotico toscano presente in tutte le nostre chiese, compreso il Duomo di Prato, sia per richiamare l’idea della Coppa del mondo, che presenta degli inserti in malachite (anche questi di colore verde).
«La tecnica della cera persa, utilizzata per la realizzazione della scultura in bronzo è complessa - spiega Elisa Morucci - prevede molti passaggi, durante i quali si rischia di perdere la freschezza del modellato in argilla. Il lavoro va curato ad ogni singolo stadio, poiché non di rado l’effetto di un materiale risulta totalmente diverso da un altro, la fisionomia stessa, subisce delle trasformazioni dovute alle diverse texture, per non parlare della patina finale, che in parte resta sempre un’incognita. È indispensabile avere un’idea precisa di ciò che si vuole ottenere, ma bisogna anche mantenersi elastici e aperti ai ‘suggerimenti’ della materia e agli imprevisti del processo di realizzazione. Un’opera è un piccolo universo che si va armonizzando, ha un suo ritmo interno che ne costituisce l’anima, che deve emergere e trasudare dalla materia, creare una sorta di campo magnetico proprio, con il suo senso, le sue coordinate e il suo messaggio».
La scultura si intitola semplicemente Paolo e misura un metro e dieci centimetri circa di altezza, cui è stata aggiunta una seconda base, in linea col ripristino del piazzale dove è stata collocata. Il tutto è alto un paio di metri d’altezza, con le dimensioni che alla fine saranno poco più grandi della grandezza naturale (+ 10% circa).
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