Dal 26 novembre 2016 al 5 marzo 2017
Le favole dolorose di Covili nel Labirinto della Masone
Lettura del giornale, Gino Covili
L. S.
23/11/2016
Parma - Dopo il successo dell'esposizione "Arte e follia" che sotto le cure di Vittorio Sgarbi aveva riunito opere di Ghizzardi e Ligabue, il Labirinto della Masone si apre ad una nuova mostra - "La favola e il dolore" - che vedrà protagonista la pittura padana di Gino Covili.
Il legame con il territorio, con la vita contadina e le sue segrete emozioni, furono al centro della ricerca dell'artista che su tele, spesso di grandi dimensioni, rappresentò con poetica nostalgia la società nei suoi valori più semplici e nelle sue esperienze più concrete. Trovando una perfetta sintesi in immagini deformate e attraversate da una vena espressionista, Covili catturò la magia della fatica e descrisse l'armonia dell'esistenza soggetta a leggi della natura, meravigliosa e brutale.
Nel labirinto troveranno posto più di trenta opere selezionate personalmente da Franco Maria Ricci insieme agli eredi di Covili. Una collaborazione tesa a dare massimo risalto allo stile originale e alla forza politica di lavori sempre saldi nell'affermare la dignità del proletario, del contadino, dell'escluso e del malato.
Per approfondimenti:
Dentro il labirinto più grande del mondo
Il legame con il territorio, con la vita contadina e le sue segrete emozioni, furono al centro della ricerca dell'artista che su tele, spesso di grandi dimensioni, rappresentò con poetica nostalgia la società nei suoi valori più semplici e nelle sue esperienze più concrete. Trovando una perfetta sintesi in immagini deformate e attraversate da una vena espressionista, Covili catturò la magia della fatica e descrisse l'armonia dell'esistenza soggetta a leggi della natura, meravigliosa e brutale.
Nel labirinto troveranno posto più di trenta opere selezionate personalmente da Franco Maria Ricci insieme agli eredi di Covili. Una collaborazione tesa a dare massimo risalto allo stile originale e alla forza politica di lavori sempre saldi nell'affermare la dignità del proletario, del contadino, dell'escluso e del malato.
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