Sandra Tomboloni. Homeless #2013. Oggetti Senza Tetto
Dal 20 Settembre 2013 al 10 Novembre 2013
Pontassieve | Firenze
Luogo: Polo Espositivo Casa Rossa
Indirizzo: via Raffaello Sanzio
Orari: venerdì, sabato e domenica 16-19
Enti promotori:
- Regione Toscana
- Provincia di Firenze
- Comune di Firenze
- Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico
- Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze
- Accademia delle Belle Arti di Firenze
Costo del biglietto: ingresso gratuito
Telefono per informazioni: +39 055 8360343/ 344
E-Mail info: cultura@comune.pontassieve.fi.it
Sito ufficiale: http://www.comune.pontassieve.fi.it/cultura
Con Homeless#2013. Oggetti Senza Tetto, dal 19 settembre presso il Polo Espositivo Casa Rossa di Pontassieve (FI), Sandra Tomboloni riprende un tema a lei caro, quello dello spreco. Dare un tetto agli oggetti abbandonati per la Tomboloni è da sempre un’azione che va oltre un atteggiamento ecologista, ma si tratta di un vero e proprio atteggiamento sociale.
L’oggetto non è solo una cosa, l’oggetto è vita e racchiude ricordi, immagini, odori. Perchè abbandonarlo e scordalo in mezzo a una strada? La gente fa così con gli oggetti e anche con le persone ormai. Attorno a queste riflessioni Sandra Tomboloni ha coinvolto le Associazioni Mooma, Arte in Erba e Spazio Off che hanno collaborato alla preparazione e alla discussione, e l’accompagneranno anche nell’organizzazione dei laboratori didattici con le scuole del territorio e nel coinvolgimento del pubblico.
L’universo di Sandra Tomboloni è all’apparenza giocoso, in continua sospensione tra fantasia e realtà. Il suo perdersi in favole e sogni però non è mai una fuga, ma una profonda riflessione sulla vita di tutti i giorni. L’uso della plastilina, materiale legato all’infanzia, che ha la proprietà di essere contemporaneamente materia e colore, non avviene con un atteggiamento decorativo, ma con la consapevolezza della fragilità dell’essere umano e di ogni cosa, della trasformazione, della continua distruzione e ricostruzione. Queste caratteristiche di fragilità e trasformazione l’artista le ha trovate in parte anche nella ceramica, altro materiale con cui spesso lavora, “ma con la plastilina, si ha veramente la sensazione che tutto sia in divenire”.
Molte delle opere di Sandra nascono quindi da oggetti recuperati dalla strada. A volte essi stessi diventano riparo per i personaggi creati dalle mani dell’artista, che si accalcano e si moltiplicano alla ricerca di un rifugio, un tetto, un posto dove stare, in una relazione con lo spazio e con il prossimo.
Anche il blog homeless2013.tumblr.com in questi mesi è stato rifugio e riparo, spazio di ritrovo e di confronto, una sorta di diario di bordo dove l’artista e i collaboratori delle associazioni, e tutti coloro che hanno voluto partecipare, sono diventati il collettivo Homeless#2013. Qui il pubblico può seguire il percorso che è stato fatto e partecipare attivamente con le propri idee e riflessioni, anche durante lo svolgimento della mostra.
Sul blog Sandra Tomboloni scrive:
“La spazzatura, l’espulsione il rifiuto, la cosa buttata via RI GETTATA (cioè non buttata via una sola volta, ma per sempre) è stato ed è il fondamento del mio lavoro, ma soprattutto della mia vita. Ho vissuto la strada come si respira l’aria, ho visto cose, case, persone, animali e fiori gettate in marciapiedi o stazioni ferroviarie. Vite buttate come oggetti in una discarica, veri e propri ostelli della miseria, aspettando di essere giustiziati da un inceneritore, vero e proprio strumento mortuario.
L’espulsione di ciò che non ci piace perchè non è assimilabile in una società di indifferenza. Per me invece le cose, le vite buttate sono lo scrigno del tesoro, e… stanno lì, sul marciapiede, pronti ad essere colti come si raccolgono i fiori. E io vedo loro come invitati, come attori principali sul palcoscenico della vita, o come primi cittadini della REPUBBLICA DELLA FANTASIA dove, come veri e propri ospiti d’onore, sono i più attesi.
Una sedia zoppa, raccolta nella pancia di un cassonetto, pronta per la pena di morte, e invece salvata, sprigiona la sua essenza trasformandosi in una o più città visibili, invisibili, dove tutte le brulicanti umanità hanno cittadinanza, o specchi che diventano veri e propri alveari dove tutti sono api regine! Sedie che diventano troni regali, vecchie coperte impreziosite che cingono grandi cose, quasi morte per l’ indifferenza. Per questo ho voluto che tutto partisse dal basso immaginando una casa pubblica fatta scoppiare da questi ospiti d’onore, per ricordare a noi stessi che non siamo uno spreco.”
L’oggetto non è solo una cosa, l’oggetto è vita e racchiude ricordi, immagini, odori. Perchè abbandonarlo e scordalo in mezzo a una strada? La gente fa così con gli oggetti e anche con le persone ormai. Attorno a queste riflessioni Sandra Tomboloni ha coinvolto le Associazioni Mooma, Arte in Erba e Spazio Off che hanno collaborato alla preparazione e alla discussione, e l’accompagneranno anche nell’organizzazione dei laboratori didattici con le scuole del territorio e nel coinvolgimento del pubblico.
L’universo di Sandra Tomboloni è all’apparenza giocoso, in continua sospensione tra fantasia e realtà. Il suo perdersi in favole e sogni però non è mai una fuga, ma una profonda riflessione sulla vita di tutti i giorni. L’uso della plastilina, materiale legato all’infanzia, che ha la proprietà di essere contemporaneamente materia e colore, non avviene con un atteggiamento decorativo, ma con la consapevolezza della fragilità dell’essere umano e di ogni cosa, della trasformazione, della continua distruzione e ricostruzione. Queste caratteristiche di fragilità e trasformazione l’artista le ha trovate in parte anche nella ceramica, altro materiale con cui spesso lavora, “ma con la plastilina, si ha veramente la sensazione che tutto sia in divenire”.
Molte delle opere di Sandra nascono quindi da oggetti recuperati dalla strada. A volte essi stessi diventano riparo per i personaggi creati dalle mani dell’artista, che si accalcano e si moltiplicano alla ricerca di un rifugio, un tetto, un posto dove stare, in una relazione con lo spazio e con il prossimo.
Anche il blog homeless2013.tumblr.com in questi mesi è stato rifugio e riparo, spazio di ritrovo e di confronto, una sorta di diario di bordo dove l’artista e i collaboratori delle associazioni, e tutti coloro che hanno voluto partecipare, sono diventati il collettivo Homeless#2013. Qui il pubblico può seguire il percorso che è stato fatto e partecipare attivamente con le propri idee e riflessioni, anche durante lo svolgimento della mostra.
Sul blog Sandra Tomboloni scrive:
“La spazzatura, l’espulsione il rifiuto, la cosa buttata via RI GETTATA (cioè non buttata via una sola volta, ma per sempre) è stato ed è il fondamento del mio lavoro, ma soprattutto della mia vita. Ho vissuto la strada come si respira l’aria, ho visto cose, case, persone, animali e fiori gettate in marciapiedi o stazioni ferroviarie. Vite buttate come oggetti in una discarica, veri e propri ostelli della miseria, aspettando di essere giustiziati da un inceneritore, vero e proprio strumento mortuario.
L’espulsione di ciò che non ci piace perchè non è assimilabile in una società di indifferenza. Per me invece le cose, le vite buttate sono lo scrigno del tesoro, e… stanno lì, sul marciapiede, pronti ad essere colti come si raccolgono i fiori. E io vedo loro come invitati, come attori principali sul palcoscenico della vita, o come primi cittadini della REPUBBLICA DELLA FANTASIA dove, come veri e propri ospiti d’onore, sono i più attesi.
Una sedia zoppa, raccolta nella pancia di un cassonetto, pronta per la pena di morte, e invece salvata, sprigiona la sua essenza trasformandosi in una o più città visibili, invisibili, dove tutte le brulicanti umanità hanno cittadinanza, o specchi che diventano veri e propri alveari dove tutti sono api regine! Sedie che diventano troni regali, vecchie coperte impreziosite che cingono grandi cose, quasi morte per l’ indifferenza. Per questo ho voluto che tutto partisse dal basso immaginando una casa pubblica fatta scoppiare da questi ospiti d’onore, per ricordare a noi stessi che non siamo uno spreco.”
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