In mostra il "Quaderno veneziano" di Canaletto

Canaletto. Il quaderno veneziano, Palazzo Grimani, Venezia
 

04/04/2012

Venezia - Nella cornice straordinaria di Palazzo Grimani, ha aperto la mostra “Canaletto. Il Quaderno veneziano” dedicata al celebre Quaderno di schizzi di Canaletto, un unicum nella storia dell’arte del Settecento, codice mai visibile al pubblico, ora presentato assieme a ventiquattro  disegni di antica provenienza veneziana, appartenenti a collezioni pubbliche e private, per la prima volta insieme. Il progetto espositivo è a cura del Direttore del Gabinetto dei Disegni delle Gallerie dell’Accademia, Annalisa Perissa Torrini. La mostra indaga il modus operandi dell’artista, definendone la concreta operatività   nella fase di costruzione grafica e stabilisce il ruolo svolto dalla camera ottica nell’ideazione e realizzazione  delle vedute di Venezia. Il Quaderno di Canaletto è un prezioso piccolo  volume (mm 175×235) formato da 7 fascicoli, rilegati nell’Ottocento, ma in origine sciolti,  ricolmo di schizzi realizzati probabilmente in un breve arco di tempo, poi riutilizzato dal pittore veneziano negli anni. Ogni fascicolo racconta il processo creativo del suo lavoro: le tipiche annotazioni sui colori, sui materiali e sui luoghi ritratti, le correzioni e abrasioni, i cambi di inchiostro e di penna, lo sporadico uso del righello e l’impiego della punta metallica, la cui presenza è stata osservata nel corso degli studi e delle analisi delle tecniche e della carta.
Insieme al Quaderno, vengono esposti otto fogli, tra cui il cosiddetto “scarabotto” con il Canal Grande di fronte alla Salute e il Traghetto di San Moisé, della raccolta delle Gallerie, sette fogli della Galleria Nazionale d’Arte Antica di Trieste, sette fogli poco noti di collezione privata italiana di provenienza Corniani-Algarotti, il foglio della Fondazione Cini e quello del Museo Correr di Venezia. Importanti dipinti di collezioni pubbliche e private mostreranno poi la realizzazione pittorica di alcuni  disegni esposti in mostra: capolavori delle Gallerie dell’Accademia, di Ca’ Rezzonico, degli Uffizi, di Castello Sforzesco e di importanti collezioni private italiane, mentre alcune incisioni, di Visentini e Smith, documentano l’importanza delle stampe sia nell’iter creativo dell’artista, che nella diffusione della sua opera.