Il Suprematismo e Malevic
quadro Kazimir Malevic
26/04/2005
Nell’arte russa, il primo quarto del Novecento segnò la nascita di rilevanti forme di poetica astratta, che avrebbero esercitato vasta influenza sulle avanguardie artistiche europee. Nuove dimensioni sociali e culturali, negli anni precedenti e successivi alla Rivoluzione del 1917, videro svilupparsi due grandi episodi di arte astratta: il Suprematismo e il Costruttivismo, movimenti dalle evoluzioni distinte, accomunati però dal rigore del linguaggio e dalla solidità dei fondamenti estetici ed ideologici.
Il Suprematismo, fondato nel 1914 dal pittore russo Kazimir Malevic (Kiev 1878 - Leningrado 1935), venne da questi lanciato nell’“Ultima Mostra Futurista 0.10”, Pietrogrado - 1915, in cui l’artista esibì la sua prima opera programmatica, Quadrato nero, raffigurante un quadrato nero su fondo bianco. Negli anni successivi, Malevic studiò anche applicazioni tridimensionali del suprematismo, attraverso modellini architettonici.
L’artista elaborò la poetica del Suprematismo attraverso una complessa ricerca teorica, iniziata con il Manifesto suprematista, redatto in collaborazione con il poeta Vladimir Majkovskij, e proseguita fino agli anni venti del Novecento, con il Manifesto suprematista Unovis.
Il movimento sanciva la libertà dell’artista dal vincolo della rappresentazione della realtà, al fine di raggiungere un’espressione essenziale, suprema della visione, attraverso un’estrema semplificazione geometrica, che diventava, così, premessa per una nuova arte astratta.
Malevic scoprì l’astrazione dopo aver sperimentato la pittura impressionista, fauve e cubo-futurista, e stupì il mondo dopo secoli in cui l’arte si era posta l’obbiettivo di rappresentare oggettivamente il reale. Staccandosi da Futurismo e Costruttivismo, il Suprematismo diede avvio ad una nuova civiltà pittorica, impostata sull’affermazione del non-oggettivismo e sulla concezione di uno “spazio fluido, all’interno del quale agiscono forze magnetiche di trazione ascensionale”. Tra gli esponenti del movimento suprematista, ricordiamo El Lissitskij e Aleksandr Rodcenko.
Dopo il 1927, il cambiamento della politica culturale sovietica determinò la crisi del movimento, che tuttavia trasmise i suoi fermenti innovatori al Bauhaus, celebre scuola e movimento di architettura, istituito nel 1919 a Weimar dall’architetto W. Gropius, che esercitò vastissimo influsso su tutte le forme di arte applicata.
Il Suprematismo, fondato nel 1914 dal pittore russo Kazimir Malevic (Kiev 1878 - Leningrado 1935), venne da questi lanciato nell’“Ultima Mostra Futurista 0.10”, Pietrogrado - 1915, in cui l’artista esibì la sua prima opera programmatica, Quadrato nero, raffigurante un quadrato nero su fondo bianco. Negli anni successivi, Malevic studiò anche applicazioni tridimensionali del suprematismo, attraverso modellini architettonici.
L’artista elaborò la poetica del Suprematismo attraverso una complessa ricerca teorica, iniziata con il Manifesto suprematista, redatto in collaborazione con il poeta Vladimir Majkovskij, e proseguita fino agli anni venti del Novecento, con il Manifesto suprematista Unovis.
Il movimento sanciva la libertà dell’artista dal vincolo della rappresentazione della realtà, al fine di raggiungere un’espressione essenziale, suprema della visione, attraverso un’estrema semplificazione geometrica, che diventava, così, premessa per una nuova arte astratta.
Malevic scoprì l’astrazione dopo aver sperimentato la pittura impressionista, fauve e cubo-futurista, e stupì il mondo dopo secoli in cui l’arte si era posta l’obbiettivo di rappresentare oggettivamente il reale. Staccandosi da Futurismo e Costruttivismo, il Suprematismo diede avvio ad una nuova civiltà pittorica, impostata sull’affermazione del non-oggettivismo e sulla concezione di uno “spazio fluido, all’interno del quale agiscono forze magnetiche di trazione ascensionale”. Tra gli esponenti del movimento suprematista, ricordiamo El Lissitskij e Aleksandr Rodcenko.
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