La bellezza per la bontà
Dal 31 Ottobre 2012 al 09 Novembre 2012
Trieste
Luogo: Sala del Giubileo
Indirizzo: via Riva III Novembre 9
Orari: tutti i giorni 10-12/ 16-19.30
Curatori: Marianna Accerboni
Costo del biglietto: ingresso gratuito
E-Mail info: marianna.accerboni@gmail.com
Sito ufficiale: http://www.mariannaaccerboni.com
XIII Edizione della mostra di pittura La bellezza per la bontà – l’arte aiuta la vita
S’inaugura martedì 30 ottobre 2012 alle ore 18.30 a Trieste alla Sala del Giubileo (Riva 3 Novembre, 9) la XIII edizione della mostra d’arte intitolata La bellezza per la bontà, l’arte aiuta la vita, organizzata a favore del Premio alla Bontà Hazel Marie Cole Onlus, istituito da Aldo e Donatella Pianciamore, e curata dall’architetto Marianna Accerboni, che introdurrà l’esposizione. Alla rassegna, visitabile fino al 9 novembre e accompagnata da un esaustivo catalogo, prendono parte 33 artisti triestini, provenienti da altre città italiane e stranieri. Dal 10 novembre al 25 novembre l’esposizione si trasferirà al Castello di Duino (Trieste).
Espongono Alda Baglioni, Valerie Bregaint, Livia Bussi, Paolo Calvino, Nora Carella, Castellarin Cristina, Bruna Daus, Adriana De Caro, Patrizia Delbello, Elsa Delise, Fulvio Dot, Giovanni Duiz, Silva Fonda, Holly Furlanis, Paolo Guglielmo Giorio, Nevia Gregorovich, Rossana Longo, Enzo E. Mari, Paola Martinella, Giulia Noliani, Dante Pisani, Benito Postogna, Marta Potenzieri, Alice Psacaropulo, Claudia Raza, Erika Stocker, Adriano Stok, Nicola Tomasi, Fabrizio Vascotto, Livio Zoppolato ed Elvio Zorzenon con la partecipazione straordinaria della pittrice Annie G. Blanchi.
Bontà e bellezza - scrive Marianna Accerboni - s’intrecciano in questa iniziativa, che premia la generosità e l’altruismo nel ricordo di Hazel Marie Cole, straordinaria figura di mecenate inglese, la quale fece di tali doti il proprio stile di vita. Al di là del precipuo fine benefico, la rassegna, giunta quest’anno alla tredicesima edizione, ha il pregio di riassumere attraverso una trentina di opere, realizzate secondo tecniche diverse - dalla pittura a olio su tela o faesite, all’acrilico, alla tecnica mista su tavola, faesite, carta e tela; al gesso, alla gouache, pennarello, pastello, china e inchiostri colorati su carta; all’acquaforte, agli smalti e acrilici su tela, alla creta nera su cartoncino, al frottage pittorico, al disegno a matita - un panorama attraente e variegato del lessico artistico contemporaneo a Trieste, in Italia e all’estero. Inoltre, come in molte delle scorse edizioni, alla consueta e prestigiosa sede espositiva del Castello di Duino, si affianca anche quella della Sala del Giubileo.
Gli artisti presenti seguono per la maggior parte due percorsi creativi: i più sono orientati a un’interpretazione essenziale della realtà, arricchita sovente di suggestioni oniriche, fantastiche, simboliche, metafisiche e surreali, altri seguono invece il filone narrativo. Al primo gruppo appartengono la fascinosa e magica arte di Livia Bussi, dall’intenso e aggraziato respiro espressionista, venato d’intense e originali atmosfere e intuizioni; il realismo fantastico e metafisico dell’eccellente Giovanni Duiz, l’affabulazione originale e coinvolgente di Silva Fonda, il ricco immaginario di Fulvio Dot, che nell’opera esposta, sottolineata da preziosi dettagli, approccia una vena concettuale, e l’affascinante intuizione pittorica di Erika Stocker Micheli, sostenuta da un interessante rapporto tra segno e cromia; il linguaggio criptico di Dante Pisani, l’arte fantastica di Bruna Daus Medin, l’originale valenza simbolica della francese Valerie Bregaint e il dinamismo della sperimentazione espressionista di Alda Baglioni, mentre Alice Psacaropulo è presente con un’interpretazione surreale di Venezia, sommersa dall’acqua. Di gusto surreale è anche l’originale e particolare assemblaggio materico di Paolo Guglielmo Giorio, mentre Paolo Calvino si esprime secondo una preziosa traccia legata al simbolismo fantastico.
Un cenno a parte meritano la rappresentazione pittorico-architettonica di altissima qualità di Nicola Tomasi e l’interpretazione delicata e convincente del milieu romano senza tempo, realizzata con pittorica immediatezza dall’Ospite d’onore di quest’anno, Annie G. Blanchi.
Al filone neoromantico fa riferimento anche la delicata e intensa ricerca cromatica e luministica, che rappresenta la nuova sperimentazione dell’inesauribile vena creativa di Nora Carella. L’inclinazione neoromantica è lievemente approcciata anche da Claudia Raza nelle sue intense “visioni” ricche d’atmosfera, rimane la cifra prediletta anche della pittura evanescente di Giulia Noliani Pacor e caratterizza altresì la passione per l’acquerello, espressa con naturale e raffinato talento, da Marta Potenzieri Reale. Il filone narrativo è abbracciato, oltre che da quest’ultima, anche da Cristina Castellarin, che con grande capacità ed equilibrio affronta il tema del nudo femminile, e dal vivo dinamismo figurativo di Rossana Longo. Simbolista e concettuale, e pur tuttavia venata di romanticismo, è invece l’opera a tecnica mista di Adriana De Caro, che ha poi proseguito brillantemente la propria ricerca principalmente in ambito fotografico. Secondo l’indirizzo figurativo si esprimono anche Holly Furlanis, autrice di una pittura di taglio decorativo dal brillante cromatismo, e Nevia Gregorovich, che trae ispirazione dalla forza e dalla vitalità del mare.
Un personalissimo linguaggio espressionista caratterizza le opere di Livio Zoppolato, artista molto capace e dalla vena sincera, e l’originale sperimentazione materico-simbolica di Adriano Stok. La ricerca espressionista si volge all’astrazione con l’elegante taglio geometrico di Elsa Delise e con i friulani Paola Martinella, dal raffinato timbro segnico e cromatico, ed Elvio Zorzenon, dall’efficace incisività nel rapporto segno-colore; e guarda all’informale con la vitalissima gestualità di Fabrizio Vascotto. Patrizia Delbello presenta invece un’opera realizzata attraverso un calibrato e armonico intreccio di materiali, intriso di un fascino sottile concettuale, evocativo e accattivante.
Appartiene infine a un’originale figurazione la pittura di Tarcisio Postogna, il quale lega altrettanto profondamente la propria personale rilettura dell’espressionismo alla lezione quattrocentesca e alla moderna tradizione americana ispirata anche al tema sociale: accomunato da una viva sensibilità per il tema umano - conclude Accerboni - il pittore è artisticamente legato a Megi Pepeu, a Claudio Nevyjel e a Enzo Mari, presente in questa rassegna, last but not least, con un raffinatissimo frottage.
S’inaugura martedì 30 ottobre 2012 alle ore 18.30 a Trieste alla Sala del Giubileo (Riva 3 Novembre, 9) la XIII edizione della mostra d’arte intitolata La bellezza per la bontà, l’arte aiuta la vita, organizzata a favore del Premio alla Bontà Hazel Marie Cole Onlus, istituito da Aldo e Donatella Pianciamore, e curata dall’architetto Marianna Accerboni, che introdurrà l’esposizione. Alla rassegna, visitabile fino al 9 novembre e accompagnata da un esaustivo catalogo, prendono parte 33 artisti triestini, provenienti da altre città italiane e stranieri. Dal 10 novembre al 25 novembre l’esposizione si trasferirà al Castello di Duino (Trieste).
Espongono Alda Baglioni, Valerie Bregaint, Livia Bussi, Paolo Calvino, Nora Carella, Castellarin Cristina, Bruna Daus, Adriana De Caro, Patrizia Delbello, Elsa Delise, Fulvio Dot, Giovanni Duiz, Silva Fonda, Holly Furlanis, Paolo Guglielmo Giorio, Nevia Gregorovich, Rossana Longo, Enzo E. Mari, Paola Martinella, Giulia Noliani, Dante Pisani, Benito Postogna, Marta Potenzieri, Alice Psacaropulo, Claudia Raza, Erika Stocker, Adriano Stok, Nicola Tomasi, Fabrizio Vascotto, Livio Zoppolato ed Elvio Zorzenon con la partecipazione straordinaria della pittrice Annie G. Blanchi.
Bontà e bellezza - scrive Marianna Accerboni - s’intrecciano in questa iniziativa, che premia la generosità e l’altruismo nel ricordo di Hazel Marie Cole, straordinaria figura di mecenate inglese, la quale fece di tali doti il proprio stile di vita. Al di là del precipuo fine benefico, la rassegna, giunta quest’anno alla tredicesima edizione, ha il pregio di riassumere attraverso una trentina di opere, realizzate secondo tecniche diverse - dalla pittura a olio su tela o faesite, all’acrilico, alla tecnica mista su tavola, faesite, carta e tela; al gesso, alla gouache, pennarello, pastello, china e inchiostri colorati su carta; all’acquaforte, agli smalti e acrilici su tela, alla creta nera su cartoncino, al frottage pittorico, al disegno a matita - un panorama attraente e variegato del lessico artistico contemporaneo a Trieste, in Italia e all’estero. Inoltre, come in molte delle scorse edizioni, alla consueta e prestigiosa sede espositiva del Castello di Duino, si affianca anche quella della Sala del Giubileo.
Gli artisti presenti seguono per la maggior parte due percorsi creativi: i più sono orientati a un’interpretazione essenziale della realtà, arricchita sovente di suggestioni oniriche, fantastiche, simboliche, metafisiche e surreali, altri seguono invece il filone narrativo. Al primo gruppo appartengono la fascinosa e magica arte di Livia Bussi, dall’intenso e aggraziato respiro espressionista, venato d’intense e originali atmosfere e intuizioni; il realismo fantastico e metafisico dell’eccellente Giovanni Duiz, l’affabulazione originale e coinvolgente di Silva Fonda, il ricco immaginario di Fulvio Dot, che nell’opera esposta, sottolineata da preziosi dettagli, approccia una vena concettuale, e l’affascinante intuizione pittorica di Erika Stocker Micheli, sostenuta da un interessante rapporto tra segno e cromia; il linguaggio criptico di Dante Pisani, l’arte fantastica di Bruna Daus Medin, l’originale valenza simbolica della francese Valerie Bregaint e il dinamismo della sperimentazione espressionista di Alda Baglioni, mentre Alice Psacaropulo è presente con un’interpretazione surreale di Venezia, sommersa dall’acqua. Di gusto surreale è anche l’originale e particolare assemblaggio materico di Paolo Guglielmo Giorio, mentre Paolo Calvino si esprime secondo una preziosa traccia legata al simbolismo fantastico.
Un cenno a parte meritano la rappresentazione pittorico-architettonica di altissima qualità di Nicola Tomasi e l’interpretazione delicata e convincente del milieu romano senza tempo, realizzata con pittorica immediatezza dall’Ospite d’onore di quest’anno, Annie G. Blanchi.
Al filone neoromantico fa riferimento anche la delicata e intensa ricerca cromatica e luministica, che rappresenta la nuova sperimentazione dell’inesauribile vena creativa di Nora Carella. L’inclinazione neoromantica è lievemente approcciata anche da Claudia Raza nelle sue intense “visioni” ricche d’atmosfera, rimane la cifra prediletta anche della pittura evanescente di Giulia Noliani Pacor e caratterizza altresì la passione per l’acquerello, espressa con naturale e raffinato talento, da Marta Potenzieri Reale. Il filone narrativo è abbracciato, oltre che da quest’ultima, anche da Cristina Castellarin, che con grande capacità ed equilibrio affronta il tema del nudo femminile, e dal vivo dinamismo figurativo di Rossana Longo. Simbolista e concettuale, e pur tuttavia venata di romanticismo, è invece l’opera a tecnica mista di Adriana De Caro, che ha poi proseguito brillantemente la propria ricerca principalmente in ambito fotografico. Secondo l’indirizzo figurativo si esprimono anche Holly Furlanis, autrice di una pittura di taglio decorativo dal brillante cromatismo, e Nevia Gregorovich, che trae ispirazione dalla forza e dalla vitalità del mare.
Un personalissimo linguaggio espressionista caratterizza le opere di Livio Zoppolato, artista molto capace e dalla vena sincera, e l’originale sperimentazione materico-simbolica di Adriano Stok. La ricerca espressionista si volge all’astrazione con l’elegante taglio geometrico di Elsa Delise e con i friulani Paola Martinella, dal raffinato timbro segnico e cromatico, ed Elvio Zorzenon, dall’efficace incisività nel rapporto segno-colore; e guarda all’informale con la vitalissima gestualità di Fabrizio Vascotto. Patrizia Delbello presenta invece un’opera realizzata attraverso un calibrato e armonico intreccio di materiali, intriso di un fascino sottile concettuale, evocativo e accattivante.
Appartiene infine a un’originale figurazione la pittura di Tarcisio Postogna, il quale lega altrettanto profondamente la propria personale rilettura dell’espressionismo alla lezione quattrocentesca e alla moderna tradizione americana ispirata anche al tema sociale: accomunato da una viva sensibilità per il tema umano - conclude Accerboni - il pittore è artisticamente legato a Megi Pepeu, a Claudio Nevyjel e a Enzo Mari, presente in questa rassegna, last but not least, con un raffinatissimo frottage.
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