Arte, storia e mito nella nuova Sala delle Polene del Museo Navale
Sculture sul mare: alla Spezia 28 polene storiche
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Sala delle Polene, Museo navale della Spezia
Francesca Grego
26/05/2017
La Spezia - Ci sono la principessa Sissi, una giovane Regina Vittoria, Vittorio Emanuele II, Cristoforo Colombo; e poi santi, divinità, mostri mitologici, draghi, leoni, tritoni. No, non siamo in una pinacoteca reale, ma nella nuovissima Sala delle Polene del Museo Navale della Spezia.
Uno straordinario giacimento di arte e storia che nel suo genere non ha eguali in Europa, per fascino, valore e numero di opere: 28 imponenti sculture lignee rievocano le atmosfere e il mito del mare tra il XVII e il XIX secolo, dall’Impero Austro-Ungarico al Regno delle Due Sicilie.
Tra i pezzi più preziosi, la polena della Dora, di fabbricazione inglese e destinata alla Marina Russa, che prese parte alla guerra di Crimea per il Regno di Sardegna: una donna di aspetto superbo che regge tra le mani la rosa bianca di York. E poi il bardo dalla barba fluente del Cambria, acquistato da Garibaldi e testimone della spedizione dei Mille, mentre la bella Partenope, schierata sul fronte opposto, vide cannoneggiare le camicie rosse a Palermo.
E ancora il Conte Beroldo, capostipite di Casa Savoia, la Minerva con spada e scudo, che dall’omonima fregata assistette all’impiccagione dell’ammiraglio napoletano Caracciolo per ordine di Horatio Nelson, fino alla leggendaria Atalanta, ripescata nel 1866 dalle acque dell’Oceano Atlantico e subito circondata da un alone sinistro: pare che alla sua vista gli uomini impazzissero d’amore e commettessero gesti inconsulti, come accadde a un vecchio custode del museo, a un restauratore e a un soldato tedesco, che descrisse le ragioni del suicidio in una lettera d’addio.
Nell’inedito allestimento della Sala delle Polene, re, sirene e divinità guardano ora i visitatori dall’alto di una trave curva, che ricorda la loro posizione originaria sul dritto dei vascelli. Lo stupore è lo stesso di due secoli fa, nell’evocativa atmosfera marinaresca riprodotta grazie a un’illuminazione ad hoc. Sembra quasi di essere su un molo ottocentesco, quando le sculture avevano il compito di guidare verso la nave giusta i marinai analfabeti, segnalando nel contempo la ricchezza e il prestigio del proprietario.
“Aspettavamo questa sala da trent’anni – ha dichiarato il funzionario della Soprintendenza Enrico Vatteroni – La prima volta che ho visto le polene, sembrava di essere in un ospedale da campo: erano tutte adagiate su materassi da marinai, in attesa di essere curate”.
Intanto, il museo spezzino si prepara all’imminente musealizzazione del sommergibile Leonardo da Vinci, valoroso reperto del secondo conflitto mondiale, intitolato al genio del Rinascimento in omaggio all’inventiva delle sue ricerche sulle macchine da guerra. Il sottomarino sarà esposto al pubblico a partire dal 2019, per celebrare i 500 anni dalla morte di Leonardo.
Uno straordinario giacimento di arte e storia che nel suo genere non ha eguali in Europa, per fascino, valore e numero di opere: 28 imponenti sculture lignee rievocano le atmosfere e il mito del mare tra il XVII e il XIX secolo, dall’Impero Austro-Ungarico al Regno delle Due Sicilie.
Tra i pezzi più preziosi, la polena della Dora, di fabbricazione inglese e destinata alla Marina Russa, che prese parte alla guerra di Crimea per il Regno di Sardegna: una donna di aspetto superbo che regge tra le mani la rosa bianca di York. E poi il bardo dalla barba fluente del Cambria, acquistato da Garibaldi e testimone della spedizione dei Mille, mentre la bella Partenope, schierata sul fronte opposto, vide cannoneggiare le camicie rosse a Palermo.
E ancora il Conte Beroldo, capostipite di Casa Savoia, la Minerva con spada e scudo, che dall’omonima fregata assistette all’impiccagione dell’ammiraglio napoletano Caracciolo per ordine di Horatio Nelson, fino alla leggendaria Atalanta, ripescata nel 1866 dalle acque dell’Oceano Atlantico e subito circondata da un alone sinistro: pare che alla sua vista gli uomini impazzissero d’amore e commettessero gesti inconsulti, come accadde a un vecchio custode del museo, a un restauratore e a un soldato tedesco, che descrisse le ragioni del suicidio in una lettera d’addio.
Nell’inedito allestimento della Sala delle Polene, re, sirene e divinità guardano ora i visitatori dall’alto di una trave curva, che ricorda la loro posizione originaria sul dritto dei vascelli. Lo stupore è lo stesso di due secoli fa, nell’evocativa atmosfera marinaresca riprodotta grazie a un’illuminazione ad hoc. Sembra quasi di essere su un molo ottocentesco, quando le sculture avevano il compito di guidare verso la nave giusta i marinai analfabeti, segnalando nel contempo la ricchezza e il prestigio del proprietario.
“Aspettavamo questa sala da trent’anni – ha dichiarato il funzionario della Soprintendenza Enrico Vatteroni – La prima volta che ho visto le polene, sembrava di essere in un ospedale da campo: erano tutte adagiate su materassi da marinai, in attesa di essere curate”.
Intanto, il museo spezzino si prepara all’imminente musealizzazione del sommergibile Leonardo da Vinci, valoroso reperto del secondo conflitto mondiale, intitolato al genio del Rinascimento in omaggio all’inventiva delle sue ricerche sulle macchine da guerra. Il sottomarino sarà esposto al pubblico a partire dal 2019, per celebrare i 500 anni dalla morte di Leonardo.
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